Agape CERBI 2011
Il miglior augurio per l'Italia: ascolta la Parola di Dio!
Nel centro di Roma, a due passi dai luoghi delle celebrazioni istituzionali, il 25 aprile le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia (CERBI) hanno voluto ricordare i 150 anni dell'unità d'Italia.
Come riporta il volantino "Tanti Auguri, Italia" – distribuito nel pomeriggio – con l'unità iniziò a circolare, dopo secoli di proibizione, la Bibbia tradotta in lingua italiana. Ancora oggi, a dispetto di un diffuso senso di religiosità, l'Italia resta uno dei paesi occidentali con il più alto analfabetismo biblico.
Per questo motivo, il tema dell'agape annuale delle chiese CERBI è stato l'urgenza dell'unico messaggio eterno e vitale per l'uomo: la buona notizia dell'Evangelo.
All'incontro hanno preso parte comunità giunte da tutta Italia: dal Veneto e dalla Puglia, dalla Lombardia e dall'Abruzzo, dalla Campania, dall'Emilia Romagna, dalla Sicilia e da Roma stessa, cui si sono aggiunti i saluti delle chiese battiste riformate d'America.
I rappresentanti delle chiese presenti hanno invocato la benedizione sulla città di Roma e sulle sue autorità, mettendo davanti al Signore i bisogni della popolazione e il desiderio di essere una testimonianza efficace in mezzo ad essa. Tutti i presenti si sono poi distribuiti in piccoli gruppi e nelle vie del centro per invitare al concerto della corale "Kata Potamos" (contro corrente), diretta dal maestro Filippo Cioni e accompagnata dal violoncello di Daniele Basirico.
Il repertorio di brani risorgimentali ha ripercorso oltre due secoli di testimonianza evangelica e riscosso un notevole successo tra il pubblico che affollava la sala del Tempio Valdese in via IV novembre. Inni celebri come "Uniti in dolce vincolo" e "O Redentor divino" di Camillo Mapei e "Santo, santo santo" di Teodorico Pietrocola Rossetti sono stati alternati a brani strumentali, fino al Gospel finale "The battle of Jericho" che ha coinvolto tutto il pubblico.
Al concerto è seguito l'intervento del pastore Antonino Memme di Chieti, che ha esposto con forza e chiarezza il messaggio di Giovanni 3,16: donando la vita di suo Figlio Gesù Cristo per la salvezza dell'uomo, Dio ha dato quanto aveva di più caro, manifestando il suo amore unico e perfetto. Un dono così prezioso e vitale deve essere annunciato con urgenza e la risposta non può attendere.
L'agape è stata un'occasione per consolidare la responsabilità ad essere buoni cittadini della nazione come testimonianza della cittadinanza celeste ricevuta per grazia mediante la fede.
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