Agape CERBI 2012 - Qui Milano: la trasformazione è possibile!
Divisi geograficamente, ma uniti da una radice comune. Per la prima volta, l'agape delle Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia si è svolta in due località diverse, ma la distanza tra i locali della chiesa Bethel di Milano e il lungomare di Monte di Procida (NA) ha consolidato la comunione fraterna e la visione unitaria condivisa da coloro che hanno preso parte all'appuntamento annuale.
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Come ben illustrato dalla pianta raffigurata nel volantino preparato per l'occasione, rami forti e rigogliosi possono crescere anche a grande distanza, se nascono dal "cuore" di un identità che trasforma e che desidera rendere testimonianza del Vangelo nella società.
"C'è una speranza per Milano" e "La trasformazione possibile" non sono stati soltanto slogan, ma il filo conduttore che ha accompagnato i circa 270 credenti, giunti in Lombardia dal Piemonte, dal Veneto, dal Trentino Alto Adige e dall'Emilia Romagna per prendere parte all'agape e sostenere il progetto di estendere la testimonianza del Vangelo nella città di Milano.
Come discepoli dell'Evangelo, infatti, abbiamo un annuncio da proclamare al mondo: una buona notizia in grado di portare novità e creatività, una parola che non nasce dentro noi stessi e che è in grado di rinnovare profondamente le coscienze apatiche e appiattite sulla negatività della realtà quotidiana. L'invito della predicazione su Romani 1:8-16 è stato quello di attingere alla potenza di Dio per annunciare con franchezza questo messaggio, liberandosi della vergogna e del senso di inadeguatezza che non possono circoscrivere il Vangelo.
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Le riflessioni suscitate dalla Parola di Dio sono state la giusta e sana preparazione alla distribuzione dei volantini che invitavano a partecipare all'incontro pomeridiano.
Coloro che hanno accolto l'invito hanno partecipato a momenti di canto, lode e comunione fraterna e, soprattutto, ascoltato un messaggio calato nella realtà quotidiana. Una domanda concreta alla quale nessuna persona può sottrarsi è "Cosa definisce ciò che siamo? Cosa plasma profondamente la nostra identità?" Non è la dimensione cognitiva, né il semplice fatto che pensiamo o il bagaglio di conoscenze che possediamo. Prima di pensare, credere, fare, sentire, noi siamo persone che amano.
Siamo ciò che adoriamo, e adoriamo ciò che amiamo: se amiamo cose sbagliate, queste cose prima o poi ci devasteranno. Abbiamo bisogno di amare qualcosa di più grande di noi stessi: il Vangelo di Cristo, che spazza gli idoli dal centro della nostra esistenza per farci abbracciare la verità straordinaria che rende liberi! Solo il Vangelo è in grado di liberare il campo dalle illusioni: la trasformazione delle nostre vite, delle nostre identità è davvero possibile. C'è una speranza... anche per Milano!
Agape CERBI 2012 - Qui Monte di Procida: due modi di vivere!
In fondo in fondo, ci sono solo due modi di vivere: o secondo la Buona Notizia di Gesù Cristo o secondo uno dei tanti "vangeli" idolatrici che ci sono sul mercato. All'insegna di questo motto, si è svolta l'agape delle chiese CERBI del centro-sud a Monte di Procida (NA).
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Più di 120 persone provenienti da svariate chiese del Lazio, Abruzzo e Puglia, tra cui alcune esterne alla comunione di chiese CERBI, hanno preso parte alla giornata di testimonianza e di festa cristiana, arrivando nella cittadina campana con pullman e auto private. In linea con l'altra agape delle chiese CERBI del Nord, svoltasi in contemporanea a Milano, il fuoco è stato di carattere evangelistico.
In altre parole, si è cercato di coniugare il consolidamento del progetto di comunione delle chiese CERBI con un'occasione di testimonianza pubblica.
L'agape si è articolata in due momenti: una prima parte all'aperto sulla spiaggia davanti ad uno scenario mozzafiato tra il golfo di Pozzuoli e le isole di Procida e di Ischia e una seconda parte presso il Laboratorio delle Arti, un teatro tenda comunale molto funzionale.
Al mattino è stata annunciata la Buona Notizia di Gesù Cristo con canti festosi, testimonianze di vita vissuta e predicazione della Parola.
La splendida giornata di sole ha favorito questo incontro inusuale e un discreto numero di persone ha avuto un'occasione di contatto con l'evangelo.
Al pomeriggio si sono avuti momenti di animazione comunitaria con canti, rappresentazioni teatrali e un girotondo sulle note di una ballata avente come testo le beatitudini.
In questo discorso programmatico (conosciuto come il Sermone del monte), Gesù ha enunciato il programma di vita dei suoi discepoli: esso mette sottosopra i canoni stabilizzati della religiosità umana e propone un percorso di vita all'insegna della benedizione di seguire il Signore.
Un tempo di condivisione di soggetti di preghiera da parte di ciascuna chiesa rappresentata ha preceduto l'intercessione per ogni singola chiesa locale. Le sfide della testimonianza sono molte, le risorse limitate, ma la fede nel Signore della gloria ha incoraggiato i partecipanti a guardare con fiducia al Signore della chiesa che continua ad operare al di là di quanto possiamo immaginare o pensare. A noi è chiesto di vivere la fede non in modo anonimo, trascinato, introspettivo, ma qualitativo e contagioso.
L'agape di quest'anno è stato un momento di grande incoraggiamento per le chiese, mostrando quando sia preziosa la comunione tra le chiese se vissuta nella verità e nella carità. In fondo, ci sono due modi anche di vivere l'essere chiesa: o isolato e afflitto da svariate forme di localismo, o in rete con altre chiese sulla base della comune confessione dell'evangelo ed in vista della medesima missione di rendere discepole le nazioni.