Agape del 25 Aprile 2016
QUI VICENZA
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Ad un anno dal cinquecentesimo anniversario dell'affissione delle 95 tesi di Lutero sul portale della cattedrale di Wittenberg, oggi più che mai "… è tempo di Riforma", come afferma il titolo scelto per l'appuntamento vicentino dell'agape annuale delle chiese CERBI. Fin dal 1518, infatti, il messaggio della Riforma aveva raggiunto la città seguendo le vie del commercio ed era stato fatto proprio da esponenti di primo piano della nobiltà vicentina, quali Odoardo Thiene, Alessandro Trissino e molti altri che avevano contribuito a trasformare la città nel "focolaio che di verità evangelica che scaldava tutta l'Italia", poi soffocato dall'Inquisizione. La visita guidata attraverso i luoghi più significativi della città è stata l'occasione per conoscere da vicino la storia trascurata, volutamente dimenticata nonché travisata, che nel XVI secolo coinvolse le famiglie più illustri della città influenzando le strutture sociali, economiche ed urbane di Vicenza. Al termine dell'itinerario guidato, i quattro gruppi in cui erano stati suddivisi i partecipanti sono confluiti in piazza Matteotti, dove la Parola di Dio è stata predicata pubblicamente. "Per il cristianesimo biblico – ha affermato Pietro Bolognesi dal palco – la Riforma è una scelta perché Dio riprenda possesso del suo mondo, interamente". O respingiamo la sua azione, o ci rivolgiamo a Dio come Colui che è in grado di operare una trasformazione autentica. Se pensiamo che il nostro mondo debba cambiare, non possiamo fare altro che tornare a questa verità liberatoria. Quando nel 2006 le nostre chiese firmarono il patto con cui si costituì il CERBI, la domanda con cui la predicazione sollecitò le nostre coscienze era "chi vuole andare avanti"? Grati al Signore per tutto ciò che Egli ha compiuto in questi dieci anni, possiamo affermare con ferma convinzione che ancora oggi è tempo di Riforma!
QUI MONTE DI PROCIDA (NA)
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Il 25 Aprile per il nostro paese è un giorno di memoria, un giorno per ricordare la liberazione dal nazifascismo. Noi, come popolo di Dio siamo grati di poter ricordare una liberazione ben più radicale e ampia ed è da dieci anni che le nostre chiese si radunano in questo giorno per celebrare in modo comunitario questa liberazione. Quest’anno infatti, la consueta agape delle chiese CERBI è stata un’occasione per celebrare il decennale della costituzione della comunione delle nostre chiese (Bologna, 25/4/2006), un traguardo festeggiato insieme anche con un “Blues del decennale” :
Dieci anni non sono granché
E’ una grazia che dobbiamo a Te
Siamo chiese sorelle ormai
Non ci fermeremo sai!
L’evangelo è ciò che crediam
La riforma è ciò che aspettiam
Tutti uniti insiem lavoriam
Guarda Italia che arriviam!
Evangelici noi siam
Riformati ci riconosciam
Siam battisti perché confessiam
Che Gesù è il Re dei re!
Forza avanti, in alto guardiam
Il Signore fedele sarà
La chiamata rimane per noi
Tutto per la gloria di Dio!
Le chiese del centro-sud, radunatesi a Monte di Procida, pur non potendo contare su condizioni meteorologiche favorevoli, hanno avuto un tempo per la predicazione della Parola in cui è stato ricordato dal pastore Antonino Memme che solamente il Signore può bonificare tutte le aree che il peccato ha inquinato e che come chiese siamo chiamati ad essere buoni annunciatori della grazia di Dio affinché il Vangelo possa raggiungere chi ci sta intorno. Con questa chiamata ben presente, durante il pomeriggio è stata ripercorsa la storia delle nostre chiese ed è stata rievocata la sfida che fu posta dal testo biblico di Numeri cap. 13 e 14. dieci anni fa. “Chi vuole andare avanti?” Ad oggi a voler andare avanti è ancora una piccola minoranza sottoposta a molte sfide e battaglie, ma anche attraverso il dono della comunione il Signore ha rinnovato la volontà di essere comunità confessanti che collaborano per una riforma radicale del paese attraverso l’annuncio della Parola.
QUI NICOLOSI (CT)
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L'agape Cerbi del sud Italia si è svolta a Nicolosi (CT), nel suggestivo paesaggio situato alle pendici dell'Etna. L'incontro mattutino è stato un occasione per ricordare la figura di Benedetto Fontanini da Mantova, il quale, proprio a Nicolosi, intorno al 1542, presso il monastero di San Nicolò l'Arena, scrisse il "Beneficio di Cristo", un trattato sulla giustificazione per fede che si diffuse enormemente non solo in Italia, ma in tutta l’Europa del XVI secolo. Nel 1549, quello che il Vergerio aveva definito “il dolce libriccino”, fu inserito nell'indice dei libri proibiti e quasi scomparve in seguito all'azione dell'inquisizione romana che cercò di bruciarne ogni copia.
Dopo una breve introduzione storica data dal pastore Nazzareno Ulfo, sulle vicende europee e italiane che portarono alla stesura e alla pubblicazione del Beneficio, il fratello Francesco Pollicino ha spiegato la dottrina della giustificazione per grazia mediante la sola fede, così come viene presentata nell’opera di Benedetto da Mantova. La predicazione è stata incentrata su tre punti ed ha ben messo in luce che la dottrina della giustificazione è fondamentale nel sistema biblico e sulla quale, come diceva Lutero, la chiesa sta in piedi o cade; che non è un messaggio riservato agli “addetti ai lavori”, ma che deve essere annunciato a tutti gli uomini e compreso da tutti; e che è un messaggio che deve essere conosciuto in modo sperimentale, in quanto chi beneficia di Cristo è colui che ha fatto l’esperienza di una fede autentica. L'incontro si è concluso con l'esortazione da parte del fratello Ivan Caradonna ad una maggiore consacrazione a Dio ed un appello ad una fede confessante e operante in ogni ambito della vita (gli interventi possono essere ascoltati qui).
Dopo il pranzo ci si è recati in centro città per un tempo di evangelizzazione nel quale è stata presentata ai Nicolositi la figura e l’opera di Benedetto da Mantova. In seguito si sono alternate brevi letture tratte dal "Beneficio di Cristo" e testimonianze di conversione che, a quasi 500 anni di distanza, hanno fatto udire ancora una volta, se non la viva voce, almeno il messaggio del Vangelo annunciato da Benedetto e mostrati quali siano gli effetti sui peccatori che lo ricevono. Crediamo che, oltre ad un’azione di testimonianza, abbiamo potuto compiere un’efficace recupero di una memoria che era stata quasi del tutto cancellata in quei luoghi. È stata quindi distribuita letteratura evangelistica ai presenti.
Sebbene disturbati dalle condizioni meteo piuttosto avverse, siamo tornati a casa custodendo il ricordo di un momento di comunione fraterna e di gioiosa testimonianza e, soprattutto, elevando al Signore la preghiera che il buon seme sparso possa esser caduto su buona terra per portare frutto con perseveranza.
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