NOI PROCLAMIAMO CRISTO - La 25° conferenza Evangelical Ministry Assembly

In un clima di grande partecipazione e palpabile comunione fraterna, si è svolta a Londra (St Helen’s), dal 25 al 27 giugno, la conferenza dell’Evangelical Ministry Assembly (EMA) a cura della Proclamation Trust, che quest’anno celebrava la sua 25ma edizione. La conferenza, interamente centrata sul tema della predicazione, aveva per titolo, prendendo le mosse da Colossesi 1:28, “Noi proclamiamo Cristo”. Quasi mille partecipanti, molti dei quali impegnati nel ministero pastorale, hanno seguito i lavori.

Welcome to St Helen's
La EMA è uno tra gli appuntamenti pastorali più significativi del mondo evangelicale britannico, così come la Proclamation Trust è una delle agenzie più vivaci nel campo dell’incoraggiamento verso un ministero biblico ed ecclesiale.
Da notare l’ampia caratterizzazione geografica, con pastori provenienti anche dalla Nigeria, dal Sudafrica, dal Pakistan, dal Giappone. Impressionante è anche stata la presenza di tanti giovani – nonché giovanissimi: davvero un bel segno per pensare in termini di passaggio del testimone alla nuova generazione!

Questa la ricca agenda degli interventi: “Perché predicare” di Cristopher Ash (3 parti); “Esposizioni per espositori” di Simon Austen (2 parti); “Guidati da Dio”, di Kent Hughes (2 parti); “La predicazione evangelistica”, di William Taylor (1 parte); “La predicazione che esalta Cristo” di John Woodhouse (3 parti).

Di notevole spessore si è rivelato il contributo di Ash, direttore del Corso Cornhill che ha come obbiettivo la formazione di predicatori. Concentrandosi sul libro del Deuteronomio, Ash ha scandagliato i seguenti tre punti: (a) colui che è chiamato a predicare possiede autorità (un’autorità ricevuta direttamente da Dio ed esercitata tra il popolo); (b) la Parola predicata all’interno del popolo di Dio produce sicuri effetti (in quanto la chiesa viene da essa trasformata); (c) per mezzo della Parola predicata, l’assemblea di Dio (qahal – “tutto Israele”, Dt 5:1) è fortemente impegnata a trasformare il mondo ricostruendone le rotture, nella piena consapevolezza di essere passata, come scritto in Ebrei 12:18-22, “dal monte Sinai al monte Sion”.

Tale itinerario, che solo una sana teologia biblica è in grado di produrre, ha avuto un eccellente partner nell’ultimo contributo, quello che si concentrava sulla parte iniziale della lettera di Paolo ai Colossesi (da 1:1 a 2:5). Qui Woodhouse, preside del Moore Theological College di Sidney, ha sottolineato l’importanza sia della pienezza in Cristo, sia del primato di Cristo nella creazione di tutte le cose (1:15-17), come pure nella riconciliazione di tutte le cose (1:18-20). Con basi del genere mantenute ben salde, la proclamazione di Cristo sarà fatta fedelmente, gioiosamente ed efficacemente.

È un vero privilegio constatare che le chiese Cerbi, per l’infinita bontà di Dio e con tutti i loro limiti, hanno recepito e fatte proprie queste verità. La predicazione del Cristo trionfante è la sola che può trasformare un mondo in rovina, sapendo bene che Egli “ha spogliato i principati e le potenze, e ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Col 2:15).

Augusto Melini