L'eredità spirituale di Girolamo Zanchi (1516-1590) nel V centenario della nascita

Il 21 marzo scorso, nella prestigiosa sala Galmozzi, messa a disposizione dall'amministrazione comunale di Bergamo, che ha così patrocinato l'evento, ha avuto luogo una pubblica conferenza del prof. Pietro Bolognesi, dell'istituto Ifed di Padova, sulla figura del cristiano riformato Girolamo Zanchi (1516-1590) nel V anniversario della nascita.
Dopo un saluto e un'accorata esortazione iniziale del pastore Tino di Domenico dell'assemblea cristiana evangelica di Seriate e una breve biografia tratteggiata dal pastore Matteo Clemente, il prof. Bolognesi ha voluto focalizzare l'attenzione del folto numero di presenti su tre aspetti salienti circa la figura nient'affatto marginale di Zanchi. Un secolo dopo la sua morte, in un'incisione del Duysend conservata al Rijks Museum di Amsterdam, egli è raffigurato in un ideale incontro tra gli esponenti più significativi della Riforma protestante.
Innanzitutto si é voluto rilevare l'atteggiamento irenico con il quale il nostro ha difeso le proprie convinzioni e ha dibattuto quelle altrui, mostrando un impegno risoluto rivolto alla crescita del popolo di Dio e un autentico desiderio di comunione. Un'attitudine che ha caratterizzato anche il suo ministero pastorale. Inoltre Zanchi si mostra un cristiano riformato in ragione di una fede radicata nel sola e tota Scriptura, senza la quale la fede crolla e con la quale la fede combatte tutti i dubbi. Infine, il relatore ha voluto focalizzare l'attenzione dei presenti sulla cristologia di Zanchi, in particolare sulla realtà dell'unione con Cristo del credente. Zanchi dedica molto spazio e riflessione al tema, a partire da testi biblici di Giovanni 15 e Efesini 5, per mostrare come l'unione del credente con Cristo rimanda ad una triplice dimensione, quella dell'incarnazione, dell'unione mistica e dell'unione escatologica. Quindi ha a che fare con l'unione del credente alla conversione, nella quotidianità del presente e nel futuro quando Dio sarà tutto in tutti.
Si é trattato di un'opportunità importante per la città di Bergamo, anche se non pienamente colta dal popolo evangelico non sempre conscio della ricca eredità di cui é chiamato ad essere un portatore fiero e fedele.