La Riforma come evento ecumenico?
Un modo insolito di ricordare l'attualità della Riforma 

In un assolato ma vibrante pomeriggio di testimonianza cristiana, sabato 3 giugno, davanti al teatro dal Verme a Milano, le chiese Cerbi di balsamoxlacittà e speranzaxmilano hanno dato vita ad una manifestazione controcorrente rispetto a quella che sarebbe andata in scena in quel teatro e che prevedeva un culto di Pentecoste, saluti istituzionali e a seguire una preghiera ecumenica, alla presenza di vari esponenti del mondo religioso milanese compreso l'arcivescovo Angelo Scola.

Si è trattato di un sit-in silenzioso, ma dal messaggio chiaro: la Riforma non è conclusa!, intervallato da cori e inni cristiani e reso "leggibile" attraverso la distribuzione di circa 500 trattati del documento "La Riforma è conclusa? Una dichiarazione di convinzioni evangeliche" stilata dalla Reformanda Initiative e reso "visibile" attraverso i 14 pannelli della Mostra sulla Riforma approntata dalle chiese Cerbi.

Si è trattata di una presenza pacifica e dialogante che ha generato nei più stupore e apprezzamento - non solo nella folta componente battista sudamericana meno attrezzata per cogliere la posta in gioco - e uno stizzito imbarazzo da parte della scarna e più avveduta componente valdese, alla quale era certamente più chiara la posta in gioco. Nessun inciucio ecumenico potrà mai dichiarare, nelle sue ragioni storiche e dottrinali, conclusa la Riforma. Anzi, la rende ancor più necessaria e urgente, in particolare nella nostra nazione.