Le chiese CERBI in due riviste internazionali

Chiese confessionali e missionali. Radicate nell’eredità della Riforma e animate da una spinta cooperativa. Questo è il ritratto che emerge da due articoli recenti apparsi su riviste evangeliche internazionali in cui si parla delle chiese CERBI.
Il primo è stato pubblicato sulla rivista britannica Reformation Today n. 267 (2015) a firma di Paolo Patuelli. Nel fornire una panoramica del mondo evangelico italiano, l’articolo afferma che le chiese CERBI sono “l’unica realtà confessionale del mondo riformato italiano”. Vi sono altre chiese che si rifanno in qualche modo all’eredità riformata, ma non aderiscono ad alcuna confessione di fede storica. Questo fa sì che “in contrasto con l’indipendentismo generale, le chiese CERBI sembrano essere l’unico polo riformato significativo”. L’articolo prosegue nel descrivere il radicamento delle chiese nel contesto dell’evangelicalismo italiano, all’interno del quale esse interpretano uno spirito di solidarietà e mutuo sostegno nell’opera di evangelizzazione, di fondazione di chiese e della formazione.

L’altro riferimento recente alle chiese CERBI si trova in un’intervista, disponibile qui, che Leonardo De Chirico ha rilasciato al periodico nordamericano Credo Magazine vol. 5/4 (2015).
Nel corso dell’intervista, viene affrontato il rischio che le chiese evangeliche in Italia corrono di essere scambiate per “sette”. La risposta evidenzia come l’avere la Confessione di fede battista del 1689 come base di riferimento dottrinale è un elemento che aiuta a non essere confusi con la mentalità di setta religiosa. Inoltre, coltivare un’identità missionale in cui ogni vocazione va vissuta per la gloria di Dio sfugge alla polarizzazione sacro-profano tipica delle sette. Anche in questo caso, dunque, la testimonianza delle chiese CERBI è un valore aggiunto per scalzare i pregiudizi consolidati e per offrire un apprezzamento della fede evangelica oltre gli stereotipi negativi.

Molto spesso la percezione della realtà italiana che si dà all’estero è filtrata da prospettive limitate e riduttive, funzionali ad una visione auto-referenziale dell’opera evangelica. E’ importante, quindi, sottolineare la cornice confessionale delle chiese e la loro visione di congregazionalismo di comunione che permette, nel rispetto della vita locale della chiesa, di esprimere altresì una progettualità più ampia.