Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (VI)
Su cosa è "essenziale"


La pandemia in corso sta interrogando su cosa sia veramente essenziale per la vita. In condizioni “normali” la vita si carica di tante cose, ma in condizioni “eccezionali” si deve necessariamente semplificare. E nel semplificare si mette a nudo ciò che veramente conta, ciò di cui non si può fare a meno. Si scopre cosa sia essenziale e cosa non lo è. In termini biblici, la pandemia chiarisce chi e cosa sono gli “idoli” di una cultura, cioè gli elementi ultimi a cui non si può rinunciare e per cui si può vivere e morire. Di fronte a questa domanda, ci sono due risposte, tra le altre, che meritano di essere prese in esame.

Da un lato, la risposta dello Stato. Nei suoi decreti emergenziali delle ultime settimane, lo Stato ha stabilito d’imperio cosa è “essenziale”: sono essenziali le attività produttive e commerciali che danno da mangiare; sono essenziali le attività che producono e distribuiscono medicinali e presidi sanitari; sono essenziali le assistenze sanitarie. Nel paniere di cose essenziali, lo Stato ha incluso le tabaccherie. Fumare è considerata un’attività essenziale anche in tempo di pandemia. Inoltre, mentre è permesso andare al supermercato mischiandosi con altra gente, anche se con alcuni accorgimenti come la mascherina e la distanza, la stessa cosa non vale per le riunioni religiose e di culto. Queste ultime sono vietate. Evidentemente lo Stato non le considera “essenziali”. Andare dal tabacchino a comprare le sigarette è essenziale, incontrarsi con un piccolo gruppo per pregare, anche a due (magari con mascherina e a distanza) non è essenziale, anzi vietato. Dietro queste scelte ci sono visioni del mondo e “idoli” a cui consacrare la vita. Mentre lo Stato ci autorizza ad incontrare alcuni (commercianti, medici), ci impedisce di incontrare altri (fratelli e sorelle in fede). Lo Stato ci sta dicendo cosa sia “essenziale” per tutti.

Dall’altra, la risposta della chiesa cattolica. Il culto cattolico è molto complesso sul piano della liturgia, ma in tempi di pandemia ha dovuto semplificarsi al massimo. Gli edifici ecclesiastici sono chiusi, le messe sono celebrate dal solo prete. La benedizione “urbi et orbi” del Papa (27/3/2020) è stata la semplificazione massima a cui il cattolicesimo possa arrivare e, proprio per questo, è stata indicativa di cosa sia veramente essenziale. La piazza era “vuota” di persone ma “piena” de: l’icona di Maria Salus Populi Romani (invocata per la protezione), il crocifisso miracoloso di San Marcello (baciato dal papa), l’ostia consacrata sacramentalmente efficace anche se non manducata, l’indulgenza plenaria impartita a tutti. La lettura biblica era come silenziata da questo apparato minimale eppure schiacciante. Ciò che è essenziale sono Maria, i santi, l’ostia, il potere della chiesa: la romanità unita alla cattolicità in versione pandemica. La chiesa cattolica ci ha detto cosa sia “essenziale” per la sua visione del mondo.

Anche Gesù, nel celebre incontro con Marta e Maria, ha avuto qualcosa da dire sulla definizione di cosa sia essenziale: di fronte alle irrequietezze di Marta, le ha detto: “Una sola cosa è necessaria” (Luca 10,41). Lui si è attribuito l’autorità di entrare nella discussione su cosa sia essenziale. I suoi discepoli devono allora riconoscere la sua autorità “in cielo e in terra” e ridefinire cosa sia essenziale a partire dalla Parola di Gesù, nel rispetto della sovranità di ciascuna sfera a cui Dio ha delegato l’esercizio di autorità in campi specifici. Quella di Gesù è l’autorità suprema e la definizione giusta. Le altre sono approssimazioni che tendono all’idolatria. In tempi di emergenza, i contorni dell’essenziale sono chiamati in causa. E’ giusto che lo Stato dica, dalla sua prospettiva, cosa sia essenziale per contenere la pandemia, anche se bisogna vigilare su ciò che esso include e ciò che esclude dalla sua definizione. Non esistono definizioni neutrali. Anche la chiesa cattolica ci sta dicendo cosa ritiene essenziale, mostrando il suo carattere intrinsecamente pagano. La domanda è: per il popolo di Dio, anche in tempo di pandemia, cosa è essenziale?

Leonardo De Chirico
28/3/2020