Promuovere la Riforma nel mondo globale
La terza Assemblea della WRF
Dal 12 al 15 aprile si è tenuta ad Edimburgo la terza assemblea della World Reformed Fellowship (WRF: www.wrfnet.org), un organismo che raggruppa l’anima evangelicale del mondo riformato a livello mondiale.
Quasi 200 delegati di chiese, istituzioni accademiche e opere evangeliche hanno dato vita ad un’assise varia ed accattivante. A grandi linee, il mondo riformato è composto, in parte, dalla WARC (World Alliance of Reformed Churches) che aderisce al movimento ecumenico e comprende chiese prevalentemente ad orientamento neo-liberale.La WRF è nata anche con l’intento di rappresentare il mondo riformato evangelicale che conosce una fase espansiva di una certa consistenza in tutte le latitudini del mondo.
Questa assemblea ha formalmente deciso la richiesta di appartenenza all’Alleanza Evangelica Mondiale con un duplice obbiettivo.
Da un lato, riconoscersi nel grande alveo del movimento evangelicale in cui l’identità riformata è teologicamente a casa propria. Dall’altro, all’interno della WEA, promuovere le enfasi tipiche della Riforma: l’attaccamento alla Scrittura e alla sana dottrina, l’amore per la chiesa, la necessità di vivere la fede come una visione del mondo.
I saluti del nuovo coordinatore della Commissione teologica della WEA, Thomas Schirrmacher, hanno sottolineato come negli ultimi decenni il panorama del protestantesimo mondiale sia cambiato radicalmente. Non solo l’asse si è spostato da Nord a Sud, ma anche la traiettoria teologica si è spostata dal liberalismo all’evangelicalismo, almeno in ampi settori. Schirrmacher ha affermato che oggi la WEA rappresenta più protestanti che il CEC, un dato impensabile solo pochi anni fa. Questo non deve dar luogo a competizioni inutili o atteggiamenti arroganti, ma ad una presa d’atto della realtà. Si stima che il mondo evangelicale battezzi più di 30.000 persone al giorno: un dato sensazionale, che apre interrogativi sul discepolato, la formazione, la missione.
Significativi sono stati anche i saluti del Direttore esecutivo del movimento di Losanna, Doug Birsdall. In vista di Losanna III a Città del Capo (ottobre 2010), Birdsall ha ricordato le assi del prossimo congresso: vedere tutta la chiesa portare tutto l’evangelo a tutto il mondo.
In un seminario apposito su Losanna sono stati approfonditi i temi del prossimo congresso a cui anche il direttore della WRF (Sam Logan) parteciperà, nonché molti oratori riformati (ad esempio, John Piper e Tim Keller). Il termometro del movimento evangelicale è missiologicamente “caldo”. Birdsall non ha nascosto le problematiche assai ampie in un movimento complesso e ha incoraggiato i riformati evangelicali (come lui, del resto) ad impegnarsi nella grande famiglia evangelica.
Lo spettro confessionale della WRF è ampio: dagli anglicani confessanti (era presente l’arcivescovo d’Uganda Henry Orombi e alcune personalità australiane impegnate nel rappresentare istanze di fedeltà evangelica nella Comunione anglicana) ai presbiteriani brasiliani, sudafricani, coreani, indiani, malesi, …; dalle denominazioni presbiteriane nordamericane (PCA, OPC, EPC) ai battisti riformati (le chiese CERBI). Molti aderenti alla WRF sono parte di denominazioni miste. Ad esempio, erano presenti numerosi pastori della Chiesa di Scozia che si battono per evitare ulteriori scivolamenti della loro chiesa nelle secche del “politicamente corretto” e per promuovere la fede evangelica. Questo tema caldo per molti partecipanti è stato affrontato per consolidare reti di sostegno tra riformati in diverse denominazioni ed in diverse nazioni.
All’assemblea di Edimburgo hanno anche partecipato i presidi ed esponenti di alcune istituzioni accademiche riformate, tra cui il Westminster Philadelphia, Westminster California, RTS Orlando, Covenant Theological Seminary, Faculté de théologie réformée di Aix, Highlands Theological Institute, IFED, Università Chonsing di Seul, Università MacKenzie di San Paulo (Brasile), ecc. Interessanti sono stati i contatti tra le diverse istituzioni, anche se manca ancora un progetto per dar corpo ad un’iniziativa significativa a vari livelli.
Nell’ambito del programma, Leonardo De Chirico ha tenuto un seminario sul cattolicesimo romano a cui hanno partecipato 40 persone. In genere, le istanze della testimonianza evangelica in Italia (libertà religiosa, presenza soffocante della chiesa cattolica, scarsa incisività dell’azione missionaria, ecc.) sono sottostimate, così come le sfide poste dal cattolicesimo romano all’evangelicalismo nel suo complesso. Il cattolicesimo fa notizia quando si parla di scandali e abusi sessuali, ma in generale non c’è una percezione teologica del suo sistema rigido e sinuoso allo stesso tempo. De Chirico ha affermato che gli evangelicali (e i riformati con loro) non hanno letto e capito il Vaticano II.
Per questo sono preda di facili entusiasmi quando sentono parlare qualche vescovo “conservatore” o si imbattono in qualche movimento cattolico dalle parvenze evangeliche. Gli esponenti della fede riformata del XVII secolo avevano ben capito i canoni e i decreti del concilio di Trento (si pensi a F. Turrettini o a John Owen).
La nostra generazione non ha neanche iniziato ad alfabetizzarsi rispetto alla visione cattolica. Più si rimanda questo lavoro, più si è a rischio di assimilazione.
Il messaggio complessivo dell’assemblea può essere ben riassunto dalla relazione di Os Guinness, noto apologeta britannico: eredi della Riforma (anche se non a-critici rispetto ai vicoli ciechi verificatisi) per essere testimoni dinamici di un patrimonio umanamente “impossibile” ma, per grazia di Dio, fruibile: l’evangelo di Gesù Cristo, secondo la Scrittura, per il mondo intero.
Leonardo De Chirico
Per informazioni info@cerbi.it