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NOTIZIE:
Dicembre 2022
Un nuovo innario: Stupenda grazia!
Le Chiese evangeliche riformate battiste in Italia sono liete di accogliere il nuovo innario Stupenda grazia, pubblicato dall’editore Alfa & Omega in diversi formati e frutto del lavoro in collaborazione con altre chiese evangeliche italiane iniziato nel 2013.
Siccome lo scopo principale dell’esistenza è glorificare Dio e gioire in Lui per sempre (Salmo 104), la finalità di un innario è contribuire a questo progetto di vita.
Esso è uno strumento, tra gli altri, che aiuta, incoraggia, invita il popolo di Dio a glorificarLo nel culto comunitario, negli incontri inter-ecclesiali e di testimonianza, nelle devozioni famigliari e personali. Dio è degno di essere adorato e l’innario è un sussidio per vivere questa vocazione in modo dignitoso.
Ordinamenti interni e vissuti di chiese confessanti alla Compagnia degli Anziani
Irrobustire i vissuti delle chiese locali per prepararsi a forme future di riconoscimento. Può essere questa la sintesi dei lavori della Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI che si è tenuta a Padova il 14 e 15 ottobre 2022. Dopo l’ascolto della predicazione di Daniele Bozzini su Giosuè 23 e momenti di preghiera per la vita delle chiese, i lavori si sono incentrati sul bisogno di lavorare sugli ordinamenti interni delle singole chiese in vista di possibili percorsi di riconoscimento giuridico delle chiese facenti parti della comunione di chiese.
La Compagnia si è anche soffermata sui progetti comuni delle chiese come la pubblicazione dell’innario “Stupenda grazia” (frutto del lavoro in collaborazione anche con altre chiese evangeliche italiane), l’agape del 25 aprile, il nuovo sito cerbi.it che sarà pronto a breve, la domanda su come essere chiese confessionali e confessanti che coniugano la solidità dottrinale e la freschezza spirituale ed evangelistica.
Nella relazione della Commissione Referente che è stata letta alla Compagnia, un pensiero di gratitudine al Signore è stato espresso per la vita del pastore Augusto Melini (1953-2022) che è stato chiamato dal Padre alla gloria in attesa della resurrezione.
Il pastore Melini è stato un uomo fedele che ha servito la causa dell’evangelo nella chiesa di Roma Primavalle. Dopo la sua chiamata, come da lui stesso preparato, i credenti della chiesa di Primavalle si sono aggregati al progetto di fondazione della chiesa Breccia di Roma Prati.
Luglio 2022
Abitate abbondantemente la Parola. Il laboratorio della predicazione 2022
Dal 14 al 16 luglio di quest’anno si è tenuta presso l’IFED la tredicesima edizione del Laboratorio della predicazione. L’evento ha raccolto, come ogni anno, diversi anziani, conduttori e membri di chiesa (25 i partecipanti) impegnati nella predicazione provenienti da tutta Italia (e non solo). Un tempo che ha permesso di condividere una vocazione, una chiamata, attraverso lezioni frontali, condivisioni di esperienze di predicazione, condivisione dei testi e delle strutture omiletiche.
Tra i tanti contributi e la pluralità di esperienze coinvolte può essere individuato un filo conduttore in Colossesi 3,16: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente”. Ciò che muove, ciò che suscita, ciò che consente alla predicazione di esistere è la Parola di Cristo. Cosa infatti può essere proclamato se non questa Parola. Se non c’è Cristo allora si tratterà di un bel discorso ma non rientra nel registro della predicazione. Il predicatore è colui che è all’ascolto della Parola, si apre alla conoscenza di Dio attraverso la sua vicinanza, la sua prossimità, il suo frequentare la Parola. E da questa vicinanza può aprire a far comprendere la realtà di Dio.
Non è semplicemente uno che la indica, con il dito come da lontano, ma come a cavallo tra due mondi. Un piede nel mondo di Dio, nella sua casa, e uno ancora di qua da dove può far cenno per entrare. Non si predica semplicemente il testo ma si penetra la realtà dove Dio vuole che si vada. Il predicatore è lui stesso in quella realtà ed aiuta gli altri ad entrare. Un predicatore che non vive ciò che predica in effetti non riuscirà a portare una vera predicazione, sarà qualcosa di sterile, che non apre, che non smuove e non suscita, per l’opera dello Spirito Santo, la risposta di Atti 2,37: “Fratelli, che dobbiamo fare?”.
Questa Parola va anche abitata. Una casa è abitata quando è familiare, quando si è a proprio agio in ogni stanza. È frequentata e non certamente di rado, ma conosciuta e vissuta. Non ci si accontenta della versettologia, del singolo versetto portato a paradigma di sistema. È una conoscenza di ampio respiro, che vede lo sviluppo nella storia delle dottrine di Dio, che riconosce la loro applicazione, che tenta di tenere insieme tutto il consiglio di Dio. E infine se ne sottolinea l’abbondanza. La Parola deve essere fruttuosa. Non si tratta di quanti versetti si citano durante la predicazione. Implica piuttosto se questa Paola mi impegna totalmente, se ne respira la fragranza, se ne riconoscono i frutti, se tiene lontano dal peccato e avvicina alla santità di Dio. Alla base della predicazione sta la relazione con la Parola di Cristo. Se è abitata abbondantemente la predicazione non sarà mai sterile. Forse non susciterà le risposte che uno si aspetta ma non risulterà mai un semplice intrattenimento.
Il Laboratorio non si prefigge solo di avere un focus sulla predicazione ma anche sulla liturgia del culto. Introduzioni, aperture, cene del Signore, preghiere e testimonianze, canti. Tutto questo in effetti appartiene e trova cittadinanza all’interno dell’adorazione a Dio. La predicazione non è né posta fuori all’adorazione, come se la lode fosse una cosa e l’annuncio della Parola di Dio un’altra. Né assume l’esclusività dell’adorazione, il culto non è solo predicazione. La predicazione dunque va valorizzata all’interno del culto come sua parte integrante, in un’ottica in cui il culto è sempre un atto plurale, composito ma pur sempre unitario.
La predicazione non è la totalità della vita della chiesa ma pure riveste un ruolo speciale e particolare. Se fallisce, se non mostra la sua cittadinanza nell’abitazione della Parola di Cristo, tutti i ministeri ne soffrono. In effetti è come la metafora suggerita durante il corso: “se ho male al dito, ho semplicemente male al dito, ma se ho male alla testa non riesco a fare nulla”. La predicazione non è tutto ma impatta tutto. Ha un effetto sistemico sulla vita della chiesa.
Una delle serie di predicazioni presentate è stata quella sul libro del profeta Giona. Michelangelo quando lo raffigura nella cappella Sistina lo mostra come uno che sta andando ma come guardandosi indietro. Giona rappresenta una umanità che fa dell’autonomia il suo idolo, c’è una chiamata ma fugge dalla parte opposta. L’augurio è che un simile laboratorio sia come un fabbro, che aiuti a temprare, a rinsaldare, a togliere le scorie e purificarne il metallo di uomini che rispondono e continuano a rispondere alla chiamata di Dio a proclamare la sua Parola.
Giuseppe Della Ragione
Aprile
2022
SPECIALE AGAPE CERBI 2022
Agape delle chiese CERBI (I): comunione, confessione, costruzione
Dopo due anni di sospensione causati dalla pandemia, il 25 aprile 2022 si è tenuta l’agape delle Chiese evangeliche riformate battiste in Italia (www.cerbi.it). Una delle attività comuni di queste chiese è proprio l’agape annuale come occasione periodica di rinnovare la comunione nell’evangelo tra tutti i membri delle chiese e fra le chiese associate. Quest’anno l’agape si è tenuta a Roma ed è stata vissuta in due momenti principali: il culto della mattina (al Cinema Adriano) e il corteo di preghiera e di testimonianza del pomeriggio (con tappe in piazza Cavour davanti alla Corte di Cassazione, davanti alla RAI e presso i giardini di Castel Sant’Angelo). Più di 300 persone vi hanno preso parte dal Nord al Sud d’Italia, non solo dalle chiese CERBI, ma anche con rappresentanti di altre chiese evangeliche.
L’agape è stata un’occasione di comunione nell’evangelo tra chiese sorelle, così come per vivere la fede in modo confessante, cioè ritrovandosi per il culto evangelico e per la promozione della cultura evangelica, per l’edificazione personale e per la fondazione di chiese, per la testimonianza dell’evangelo nelle comunità e nelle istituzioni. Nel corso dell’agape, è stata data attenzione alla fondazione di una chiesa evangelica nel quartiere di Prati, a ridosso del Vaticano e luogo in cui la RAI ha i suoi uffici centrali. L’agape è stata allora anche un momento di costruzione di quello che Dio ha preparato. Proprio tra le vie del quartiere si è svolto il corteo che ha plasticamente rappresentato la volontà di un popolo di camminare in esso portando i valori dell’evangelo.
Durante il culto tenuto al Cinema Adriano, oltre ai canti di lode al Signore, è stata data l’opportunità alle diverse chiese presenti di raccontare il percorso svolto negli ultimi anni tramite l’ausilio di un oggetto. Alcune chiese hanno testimoniato le difficoltà vissute durante la pandemia (peraltro condivise con tutte le chiese evangeliche) e quelle della ripartenza. Altre hanno dato voce alle sfide in corso per quanto riguarda progetti di fondazione o l’accoglienza di nuovi membri. Tutte le chiese hanno espresso la fiducia nell’affidabilità di Dio a portare a compimento l’opera da Lui iniziata pur nella precarietà diffusa.
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Agape del 25 aprile: comunione e
testimonianza
Dopo l'interruzione dovuta alla pandemia,
torna la tradizionale agape del 25 aprile
delle Chiese CERBI che si terrà a Roma.
Quest'anno l'agape avrà una duplice
finalità: ravvivare la comunione e la visione
delle nostre chiese confessanti e
confessionali e dare testimonianza pubblica
dell'evangelo alla città di Roma in occasione
dell'avvio della fondazione di una nuova
chiesa nel quartiere Prati/Trionfale.
Anche altre chiese evangeliche romane sono
state invitate ad unirsi a noi. Contiamo di
essere alcune centinaia di persone!
Ecco il programma dettagliato:
11.00-13.00 : culto evangelico presso il
Cinema Adriano (piazza Cavour);
13.00-14.00 : pranzo al sacco all'aperto e
momento conviviale in piazza Cavour;
14.00-16.30 : corteo di preghiera e di
testimonianza (2-3 km) che tocca alcuni luoghi
simbolo (Corte di cassazione [per
l'amministrazione della giustizia], RAI [per
una riforma della cultura e
dell'informazione], Castel Sant'Angelo [per
una stagione di rinnovamento evangelico]).
Per informazioni:
www.brecciadiroma.it
https://spaolo.brecciadiroma.it
Dicembre
2021
Un
libro sulle associazioni tra chiese battiste
inglesi, con uno sguardo sull’Italia
In
occasione del 150 anniversario della
costituzione dell’Associazione Grace Baptist
Churches (SE) in Inghilterra è uscito un
volume celebrativo sul tema
dell’associazionismo tra chiese
congregazionaliste. Il
volume è Association. Local Independent Baptist Churches in
Fellowship and Mission,
edd. R. King & A. King, London,
Grace Publications 2021.
Come
è noto, l’ecclesiologia battista è
congregazionalista in quanto valorizza la vita
della chiesa locale come comunità di credenti
riuniti dalla Parola alla presenza di Cristo
al servizio di Dio Padre nella potenza dello
Spirito Santo.
Nel
corso della storia, a partire dal Seicento, vi
sono stati varie esperienze di associazioni di
chiese battiste che, nel rispetto della vita
della chiesa locale, hanno trovato forme di
collaborazione in svariati campi. Le Grace
Baptist Churches inglesi sono un esempio di
tale associazionismo. In occasione del loro
anniversario hanno voluto promuovere una
riflessione biblica e storica sul percorso
fatto in quanto chiese locali “associate”. I
diversi contributi sottolineano non solo la
legittimità biblica di tali forme di
cooperazione tra chiese congregazionaliste, ma
anche la loro utilità per lo sviluppo della
testimonianza.
Nel
volume è contenuto un saggio di Leonardo De
Chirico sull’esperienza di associazione tra
chiese riformate battiste in Italia
rappresentato dalle chiese CERBI. La
traduzione italiana adattata del saggio è “Riformati
battisti
in Italia. Appunti di un percorso in
divenire”, Loci Communes (22/12/2021).
La
Compagnia
degli Anziani
accoglie una
nuova chiesa
Le Chiese evangeliche riformate battiste in Italia
crescono lentamente, ma crescono. La recente
Compagnia degli Anziani, tenuta a Padova il 22-23
ottobre u.s., ha infatti accolto l’adesione della
chiesa di Verona, frutto di un progetto
pionieristico della chiesa di Vicenza che ha
tenuto il primo culto pubblico nell’ottobre 2020.
Alla Compagnia degli Anziani hanno partecipato i
responsabili delle chiese per una due giorni
intensa di ascolto della Parola, preghiera e
confronto sui numerosi punti all’ordine del
giorno. La Parola è stata predicata da Reid Karr
(Chiesa evangelica Breccia di Roma San Paolo) sul
tema della contentezza. Partendo da Ebrei 13,5-6 e
citando l’opera del puritano Jeremiah Burroughs,
Karr ha parlato della contentezza come di un
“gioiello raro” della vita cristiana.
Oltre a votare l’adesione della nuova chiesa di
Verona, la Compagnia ha esaminato alcuni progetti
riguardanti la vita delle chiese e ha stabilito di
tenere l’annuale agape del 25 aprile in una sede
unica (Roma) per il 2022. La serata del venerdì è
stata trascorsa in preghiera per la vita e la
testimonianza delle chiese, senza nascondersi le
criticità esistenti insieme ai segni di
benedizioni che le accompagnano. La Compagnia è
stata anche un tempo di incoraggiamento a
continuare a sperare e a lavorare per lo sviluppo
della fede evangelica nel nostro Paese al cui
servizio le chiese CERBI danno un contributo
significativo.
Uno
stand della chiesa al Settembre formiginese
Nel fine settimana del 25-26 settembre 2021
la Chiesa Evangelica CERBI di Formigine (MO)
ha partecipato al weekend dedicato alle
associazioni nell'ambito del 50° Settembre
Formiginese, una vetrina per presentare le
attività commerciali, sportive, associazionistiche
di vario genere al pubblico. Dato il
significativo anniversario (50°) della
manifestazione cittadina, la chiesa di Formigine -
che partecipa attivamente e con costanza dai primi
anni ‘90 - ha voluto portare sulla
piazza pubblica due aspetti: una proposta
culturale riferita agli studi biblici degli scorsi
mesi ed una valorizzazione della partecipazione
alla manifestazione stessa nell’arco del tempo.
?
Lo stand allestito nella piazza principale del
paese aveva in bella mostra due pannelli
espositivi sul tema “Etiche in rete”, uno con 6
affermazioni relative alla rete e la sua
etica affiancato dall’altro con 6
affermazioni relative all’etica cristiana per la
rete; gli stessi punti sono stati riportati e
sviluppati in un volantino da distribuire. È
stato possibile anche esporre materiale
informativo riguardante percorsi storici, proposti
da qualche anno alle scuole medie della provincia,
intitolati “Una passeggiata nella Modena della
Riforma”. I percorsi vengono proposti come lezione
da tenere in aula con l’aggiunta di un
itinerario nelle vie di Modena.
?
Un’altra porzione dello stand era dedicata ad un
pannello che riportavano i temi che la Chiesa ha
proposto nell’arco di quasi trent’anni. La ricerca
negli archivi storici ha dato risalto alla
partecipazione costante nel tempo e alla crescita
della Chiesa nel proporre iniziative di
spessore nel contesto di una manifestazione che a
livello locale è cresciuta costantemente in
partecipazione e importanza. Nonostante il
maltempo abbia limitato le opportunità di dialogo
e interazione, è stata un’occasione per
ringraziare Dio per la sua fedeltà negli anni e
per riconoscere il privilegio di evangelizzare
manifestando
pubblicamente l’infinitamente varia
sapienza di Dio. A Lui va la riconoscenza per
la ricchezza che ci dona di condividere anche
attraverso le opportunità date
dall’amministrazione locale.
Ferrara:
posta una targa dedicata a Fanino Fanini
Il 17 settembre 2021 si è compiuto a Ferrara il
progetto di apporre una targa in memoria del
martire evangelico Fanino Fanini (Lugo, 1520 –
Ferrara, 1550), strangolato e arso per la sua fede
in questa città. La sua prigionia, il suo processo
e la sua esecuzione furono al centro di notevoli
attenzioni nella corte ferrarese. Oggi, dopo
cinquecento anni (e uno) dalla sua nascita, gli
evangelici ferraresi hanno inteso rinnovarne il
ricordo.
La giornata è cominciata con un convegno pubblico
nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea. I
tre relatori, i professori Pietro
Bolognesi,Leonardo De Chirico e Antonella
Cagnolati hanno illustrato sotto diversi aspetti
la vita di Fanino, la sua fede semplice e genuina
nel Vangelo per la sola grazia di Dio, la sua
coraggiosa predicazione evangelica per la quale
pagò con la vita, la sua eredità. In particolare,
Pietro Bolognesi ha commentato le parole incise
nella targa: “martire evangelico di fede e
libertà”; Antonella Cagnolati ha approfondito le
testimonianze storiografiche e l’importanza
europea della figura di Fanino; Leonardo De
Chirico, dopo aver rievocato le iniziative che nel
tempo hanno preceduto quella di oggi, ha riassunto
la testimonianza del martire con tre parole:
“Laico, seme, beneficio”.
Alle ore 15.00, in Piazza Trento Trieste è poi
avvenuta la cerimonia dello svelamento della targa
commemorativa sulla facciata del Palazzo della
Ragione. Erano presenti le autorità cittadine,
nella persona dell’Assessore alla cultura, e
inoltre il Presidente del Consiglio Comunale di
Faenza, oltre a numerosi spettatori. L’evento è
stato accompagnato da musiche dell’epoca, eseguite
magistralmente dal “El Kabod Quartet”, che ha
concluso con il brano di Lutero “Forte Rocca”. La
memoria dell’evangelico Fanino Fanini è ora
permanentemente impressa sul marmo, nel centro
della città estense, proprio in prossimità del suo
martirio.
L’evento non è stato solo la commemorazione di un
martire di fede e di libertà, ma anche una
celebrazione della parola che libera, quella
Parola che “in eterno è stabile nei cieli”. La
chiesa riformata battista di Ferrara, che ha
promosso le iniziative, ringrazia prima di tutto
Dio che “compie l’agire e l’operare” e poi anche
tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa,
sia con la preghiera sia con la presenza e
l’accompagnamento.
Per maggiori dettagli: https://chiesaevangelicadiferrara.com
Luglio
2021
Passeggiando per le vie della Riforma a
Vicenza
Nel 2017, così come in molte altre città italiane,
è emersa la necessità di comprendere quanto la
Riforma protestante abbia sfiorato Vicenza a
distanza di cinquecento anni dal suo inizio
simbolico. Il risultato di questo lavoro, che ha
prodotto tra le tante anche la pubblicazione di La
Riforma Protestante nella Vicenza del Cinquecento
di Luigi Dalla Pozza, continua a distanza di
qualche anno attraverso le “Passeggiate per le vie
della Riforma”, organizzate dalla Chiesa CERBI di
Vicenza.
Le Passeggiate sono dei tour guidati che
ripercorrono una cinquantina d’anni piuttosto
sconosciuti della storia di Vicenza. Dal 1520 al
1570 circa, la città visse un autentico spirito di
riforma della fede e conseguentemente dei costumi.
Le idee di Lutero prima, e di Calvino poi, che nel
Cinquecento coinvolsero l’Europa intera,
penetrarono nel territorio vicentino con rapidità
e vigore incontrando un terreno particolarmente
fertile e bisognoso di rinnovamento. Molte tra le
famiglie più illustri della città così come
commercianti, artigiani e altri ancora aderirono a
quello che veniva chiamato il “cristianesimo privo
di tradizioni e idolatrie”, facendosi promotori di
un movimento che, a partire dalla persona, ambiva
ad influenzare le strutture sociali, economiche ed
urbane. A detta di alcuni studiosi perfino
l’architettura di Andrea Palladio venne
profondamente influenzata da questo intenso
processo di rinnovamento.
Le passeggiate collegano i protagonisti vicentini
della Riforma ai luoghi cardine e alle principali
opere palladiane del centro città. Cittadini di
ieri che si collocano come veri esempi di fede per
quelli di oggi, pronti a restare fermi nelle loro
convinzioni rifiutando ogni approccio
nicodemistico, che pure ha contraddistinto
l’Italia di quest’epoca.
È bello vedere come il riscoprire questo passato
“riformato” della storia cittadina abbia avuto un
impatto interessante sulla città stessa, sia tra i
partecipanti alle visite, interessati a
comprendere la Riforma, sia negli ambienti
accademici: il Museo del Palladio, ad esempio,
rilancia con un corso di formazione di settore per
la conoscenza del Palladio in relazione alla sua
committenza riformata.
Quest’anno l’itinerario dei tour si arricchisce
con la visita della mostra sulla Riforma,
allestita in maniera permanente all’interno dei
locali della Chiesa, tracciando un collegamento
diretto tra gli accadimenti storici e le sue
propaggini attuali.
Giugno
2021
“Passeggiate paoline” a Roma
Le “Passeggiate paoline” sono una nuova
iniziativa della chiesa Breccia di Roma San
Paolo,in collaborazione con l’ICED. Il 26 giugno
2021 è stata offerta per la seconda volta: si
tratta di una camminata nel quartiere della città
di Roma che porta il suo nome e dove la sua
memoria è diffusa, per scoprire le tracce della
vita dell’Apostolo e quale collegamento abbiano
con la città Roma.
La “Passeggiata” si è svolta in tre tappe:
Prima tappa - Basilica di San Paolo. Luogo della
sua ipotetica sepoltura, in questa prima tappa i
partecipanti sono stati esposti al racconto della
vita dell’apostolo, alla sua conversione, ai
motivi che lo hanno condotto a Roma. I testi
biblici biografici e autobiografici hanno
accompagnato l’excursus storico della vita di
Paolo e hanno mostrato come da persecutore della
fede cristiana Paolo si trova a diventare un
perseguitato per la stessa fede. Alla conclusione
è stato fatto dono di un braccialetto da usare
come mappa per la Passeggiata.
Seconda tappa - Largo Corinto. Piazza circondata
da strade che portano il nome delle città visitate
proprio da Paolo. In questa tappa i partecipanti
hanno potuto conoscere il messaggio per cui Paolo
si spende, viaggia, scrive, cioè l’Evangelo.
Un’attenzione particolare è stata data alla
lettera ai romani. Alla conclusione ai
partecipanti è stato fatto un ulteriore dono: una
Bibbia, a dimostrazione che il messaggio di Paolo
è accessibile anche oggi.
Terza tappa - Catacomba di Santa Tecla. Un luogo
particolarmente interessante, dove è stato
ritrovato il ritratto più antico di Paolo. In
questa tappa i partecipanti si sono confrontati
con l’impatto e le influenze del messaggio paolino
nella sociologia, teologia, filosofia e la cultura
in generale. Un messaggio ancora attuale e che
chiama a vivere la propria vita “in Cristo”.
La “Passeggiata paolina” nei suoi soli due
appuntamenti ha visto il coinvolgimento di circa
20 persone tra adulti, bambini, insegnanti,
lavoratori, studenti. Dio volendo, ci saranno
altri appuntamenti tra l’estate e l’autunno.
Maggio
2021
Ripartire dai fondamentali
La Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI
Si è tenuta a Bologna il 29 maggio 2021 la
Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI. Si è
trattato del primo incontro di persona dopo l’anno
di restrizioni e c’era una certa emozione nel
riassaporare le relazioni fraterne tra anziani di
chiese. Prima di affrontare i vari punti
all’ordine del giorno, la Parola è stata predicata
dall’epistola a Tito da parte di Luigi Dalla
Pozza, anziano della chiesa di Vicenza. Anche a
livello della vita delle chiese, tutti ci poniamo
la domanda: come e da dove ripartire? Ecco il
testo del messaggio:
Ripartire dai fondamentali
Tito 1,1-4
Luigi Dalla Pozza
L’attuale crisi sanitaria globale sta impattando
sul nostro modo di vivere e amplificando altre
crisi: sociale, lavorativa, educativa, ambientale,
immigratoria, ecc. Molte sicurezze date per
acquisite sono venute meno. Le autorità europee e
mondiali per fronteggiare la situazione stanno
investendo risorse pari a quelle utilizzate nel
secondo dopo-guerra. Molti osservatori affermano
che la pandemia covid-19 segnerà un cambiamento
epocale.
In effetti, è plausibile che gli investimenti
economici da soli non bastino a risolvere la crisi
globale. Servono delle riforme. In Italia si parla
di riforma della giustizia, della pubblica
amministrazione, del lavoro… Ma per una vera
ripartenza sociale che sconfigge gli egoismi
locali e sovranazionali serve soprattutto una
riforma del modo di pensare all’uomo e alla
vita.
Anche la comunità ecclesiale è stata colpita dalla
pandemia. Soprattutto a livello relazionale. Con
il prossimo e con Dio. Lo stop prolungato degli
incontri in presenza e l’utilizzo delle
piattaforme virtuali, peraltro utili, ha
indebolito la dimensione comunitaria a favore di
un maggior individualismo, e ha assopito la
vocazione ad essere testimoni del Dio vivente per
lasciare spazio all’intimismo e alla comodità.
Quindi non si tratta di volere tornare come prima,
ma di riformare la chiesa per guardare avanti.
L’epistola di Tito riflette una situazione di
“crisi” causata da vari fattori, tra cui la
transizione dall’età apostolica a quella
sub-apostolica, la povertà della dottrina,
l’azione di falsi insegnanti, la pigrizia e la
resistenza al cambiamento. Paolo, infatti, scrive
per indirizzare Tito, ovvero tutti i credenti ad
affrontare le problematiche evidenti e nascoste.
Siamo di Cristo
La nostra epistola nell’indirizzo precisa che
l’autore della lettera è Paolo. Ma non si limita a
fornire le sue generalità civili (paolo da Tarso),
bensì definisce con precisione la sua identità in
riferimento a Dio e a Cristo. Infatti precisa che
è servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo. Il
complemento di specificazione indica appartenenza
e derivazione. In effetti è un servo, ovvero un
soggetto che non è investito di potere decisionale
bensì di quello esecutivo, nel senso che egli può
solo scegliere di eseguire gli ordini che gli sono
stati affidati; del resto, egli si definisce
“apostolo”, ovvero è un incaricato che porta dei
messaggi, in questo caso un messaggio, il Vangelo
di salvezza in Gesù Cristo (2,11,14). E’ in questa
veste che si rivolge a Tito e ai cretesi. Dunque,
Paolo sa bene chi è, e si pensa coerentemente
rispetto al suo profilo identitario determinato
dall’incontro con Gesù Cristo.
Possiamo aggiungere che Paolo affronta le sue
difficoltà personali (è alla fine della sua vita e
in vista di una nuova prigionia) e le
problematiche che scorge nelle chiese di Creta (i
disordini) con la consapevolezza che l’incontro
con Gesù gli ha conferito una nuova identità e gli
ha offerto una nuova prospettiva di vita. Insomma,
sono subentrati nuovi valori, nuovi obiettivi,
nuove priorità. E una progettualità che guarda al
futuro.
Riflessione. Quando si riparte è necessario
ripartire dai fondamentali. Per un cristiano si
tratta di ripartire dalla nuova identità ricevuta
in Cristo.
Siamo missionari
L’identità di Paolo è espressa armoniosamente dal
suo agire, dal suo esserci sociale, ovvero
soprattutto dall’essere un membro della comunità
di Dio. Tutto ciò è ravvisabile dalla
dichiarazione per promuovere la fede e la
conoscenza della verità. In effetti Paolo si
riconosce sia come un mezzo che Dio usa, sia come
un ambasciatore con uno scopo (per è complemento
sia di mezzo sia di fine e scopo). Quindi, la vita
di Paolo si articola coerentemente e concretamente
con il lavoro missionario di fondazione di Chiese.
In effetti, l’affermazione “nella speranza della
vita eterna”, dove le preposizioni articolate
indicano il senso della realtà paolina, specifica
il combustibile che anima Paolo: la fede e la
speranza. Questi elementi strutturano e innervano
la visione della realtà paolina e motivano la sua
vita e la sua azione. Detto diversamente il “senso
delle cose di Dio” guida il suo modo di vivere.
Essere un apostolo, pertanto, esprime la sua nuova
identità cristiana, la sua passione, e guida le
sue azioni quotidiane. In altre parole per Paolo
la vocazione è la modalità con cui manifesta che è
di Cristo a prescindere dalle circostanze. Lo ha
dimostrato, ad esempio, quando ha dovuto
dedicarsi, come ha fatto per periodi della sua
vita, alla costruzione di tende in pelle (cf.
Atti), organizzando la sua vita per insegnare il
Sabato nelle sinagoghe. Lo ha dimostrato durante
la prigionia a Roma, organizzando incontri per
diffondere il Vangelo.
Esortazione. Vivi la tua vocazione da missionario
dove il Signore ti ha posto, nelle circostanze che
stai vivendo. Trasforma il tuo
“mestiere/professione” in un’opportunità per
mostrare i segni della nuova società inaugurata
Gesù Cristo.
Siamo degli esempi
Paolo affronta con Tito la crisi dei cretesi
ricordando che la sua venuta tra di loro mira e
ambisce a promuovere la loro conoscenza di Dio.
Pertanto, desidera che scelgano di crescere nella
fede in Dio, mediante la conoscenza della sua
Parola (1). Infatti, Dio ha rivelato lo sviluppo
della storia umana e ne ha chiarito i contorni
(3), offrendo una prospettiva limpida e capace di
nutrire una speranza non illusoria (2).
La scelta di dipendere attivamente dalla Parola di
Dio è l’unica modalità per conoscere la verità,
ovvero Dio, ed è l’unico antidoto affidabile per
curare gli svariati “disordini” che vincolano e
soffocano gli uomini. Ironicamente è facile
ritenere di dipendere dalla Parola; ed è assai
facile confondersi ed illudersi in merito
(1,16-2,1). Purtroppo non è così difficile vivere
delle vite dissociate che manifestano un divorzio
tra il credere e l’agire. Ergo non si dipende
dalla Parola, ma da qualcosa d’altro.
In effetti è difficile resistere alle suggestioni
della “libertà”. Infatti, la libertà è un’idea
eccitante, alterata da additivi in cui domina la
lusinga di un’immediata soddisfazione generata
dall’autonomia (1,10). Insomma, con la libertà
sembra che la gratificazione e il benessere siano
a portata di mano. Ma senza un chiaro senso delle
cose di Dio, della realtà e della consapevolezza
relativa alla propria identità in Cristo, sentirsi
liberi è un impulso che ci fa dipendere
dall’illusione del benessere e non da Cristo. Il
benessere può essere elevato ad idolo. Occorre
denunciare la perversione di questo modo di
pensare, prima, e cambiare, poi.
La rivelazione della Parola, ovvero di Gesù Cristo
e del piano di salvezza per redimere l’umanità, ha
la capacità e lo scopo di promuovere la fede (1a)
mediante la conoscenza della verità che orienta e
struttura (1b), incoraggia (2a), conferma (2b),
rende moderati, giusti e santi (pietosi). Insomma,
è necessario compiere una scelta che favorisca e
permetta il cambiamento; invece di dipendere
dall’idolo della libertà (ovvero
dall’autodeterminazione, dall’indipendenza, dalla
comodità), occorre scegliere di dipendere dalla
Parola di Dio.
Conclusione
Noi per primi, come conduttori di chiese, siamo
chiamati a ripartire dai fondamentali per guardare
avanti, al futuro della chiesa nelle nostre città
e in Italia. Ripartiamo dal fatto che siamo di
Cristo, che siamo missionari, che siamo degli
esempi. Ripartiamo dalla Parola studiata e
vissuta, trasmessa con rigore, passione e amore
per la verità. Ovvero per Dio.
Del resto, i saluti iniziali implicano la
necessità di conoscere la verità. Cioè, occorre
conoscere Dio. Per farlo occorre ascoltare
giornalmente Dio attraverso la sua Parola
“spiegata” dallo Spirito Santo. In effetti per
cambiare occorre essere liberati dall’orgoglio di
sapere già, dalle comprensioni sbagliate, dalle
invidie e dalle contese (1,16; cf. 1 Tim 6,3-5; 2
Tim 4,3-4). Ma pure dalle tante tentazioni che ci
spingono in direzione contraria a Dio. In effetti,
l’insegnamento di Paolo richiama quello di Gesù
(Gv 8,31-32): la perseveranza nell’ascolto della
Parola produce conoscenza e la conoscenza dona
libertà (quella vera e non quella illusoria).
Dunque, su queste fondamenta noi conduttori siamo
chiamati a guardare in avanti pensando alla chiesa
della prossima generazione. Occorre pensare ad una
Riforma delle chiese ed alla fondazione di nuove
chiese. Forse serve una progettualità più
condivisa e più “glocal”.
Occorre pensare ad un modo condiviso a come si
scelgono le nuove guide delle chiese e a come si
accompagnano nella formazione. E, seguendo lo
sviluppo di Tito (1,6), sarebbe opportuno lavorare
per formare nuove coppie, futuri nuclei motrici
della vita ecclesiale. A tal proposito, suggerisco
di pensare a occasioni d’incontro per i nostri
giovani dove possano maturare e coltivare una
visione integrale della vita, del lavoro, della
famiglia, della missione.
Portare il vero vangelo
In un bel video realizzato da HeartCry, la
chiesa “Sola Grazia” di Caltanissetta racconta
le sfide e le opportunità della testimonianza
dell’evangelo in Sicilia. Il video ha i
sottotitoli in italiano. Buona visione!
Clicca quì
per visualizzare il video.
Marzo 2021
Le Chiese CERBI hanno partecipato alla
Giornata di preghiera nazionale 2021
Domenica 21 marzo alle ore 15.00 si è tenuto
l’incontro di preghiera nazionale tra
rappresentanti di chiese evangeliche, ad un anno
di distanza dalla storica iniziativa simile
proprio un anno fa, il 20 marzo 2020, ad inizio
pandemia.
Ora come allora, ampia è stata la
partecipazione di chiese e opere evangeliche in
Italia coordinate dall’Alleanza Evangelica
Italiana, tra cui le Chiese Evangeliche
Riformate Battiste in Italia. Isabella
Savino della chiesa di Formigine ha
rappresentato le Chiese CERBI nel corso della
riunione di preghiera. Prima di pregare, questa
è stata la sua riflessione:
La pandemia ci ha resi più tecnologici, ci
ha insegnato ad utilizzare strumenti (come
zoom, YT, FB, IG) che magari non conoscevamo o
conoscevamo solo in modo superficiale.
Sappiamo bene, però, che questi strumenti, che
hanno lo scopo di creare rete, diventano
completamente inutili senza una connessione
internet. La connessione che ci tiene uniti
oggi, qui, è la connessione con Dio. Su questa
infrastruttura, su questa connessione tutti
questi strumenti hanno senso. Esistono tante
connessioni fake, instabili, che non ci
portano da nessuna parte e finiscono solo per
drenarci, per toglierci le forze e
tempo.
L'appartenenza a Cristo è la connessione
stabile che ci unisce. Questa connessione ci
permette di connetterci a Lui e agli altri.
Non solo. Questa connessione ci ricarica, ci
dà la forza per andare avanti e affrontare
situazioni così complesse, come questa
Pandemia. La mia domanda è: a quale rete
siamo "connessi"? Quante tacche abbiamo in
questo momento? 1? 2?
La connessione con Dio ha il magnifico
potere di ricaricarci, di guarirci, di farci
perseverare. Ha il potere di portarci da 2
tacche a 5 tacche affinché possiamo servirlo a
piene forze, affinché possiamo adempiere
"fedelmente il nostro servizio" (2 Timoteo
3,14 – 4,5). Connettiamoci a Dio!
Il video dell’incontro di preghiera può essere
visionato qui.
Gennaio 2021
Le chiese CERBI partecipano alla
Settimana Internazionale di Preghiera
dell’Alleanza Evangelica
Ecco una testimonianza dalla chiesa di
Formigine (MO)
Oggi, domenica 17 gennaio, è terminata la
Settimana Internazionale di Preghiera 2021
indetta dall’Alleanza Evangelica Europea, alla
quale la Chiesa Evangelica CERBI di Formigine ha
aderito anche quest’anno. Dal 1861 la Settimana
è un’occasione di preghiera tra evangelici di
diverse chiese che testimonia l’unità in Cristo
tra i nati di nuovo.
Nei materiali preparati per la Settimana,
l’Alleanza Evangelica svizzera, incaricata di
preparali, ha preso spunto dal Salmo 119, in cui
il re Davide trasmette tutto il suo entusiasmo
per la Parola di Dio. Nel corso della settimana
sono stati considerati otto aspetti diversi (uno
per ogni giorno) del cercare il vero nutrimento
e la vita in Gesù Cristo attraverso le
Scritture: leggere, vivere, condividere,
invitare, pensare, sperimentare, ascoltare e
adorare. Per ogni giorno è stato scelto un brano
biblico, brevemente commentato e seguito da
argomenti per la preghiera, divisi in tre
ambiti: confessione, ringraziamento e richieste.
A differenza degli scorsi anni, tutti gli
incontri tranne uno si sono svolti in
videoconferenza. In un periodo in cui la maggior
parte di noi ha ormai la “nausea” delle
videoconferenze, questa è stata invece una bella
esperienza comunitaria! La durata di ogni
incontro è stata di circa 45 minuti, e di solito
eravamo una ventina di persone ogni volta. La
piattaforma utilizzata per gli incontri ci ha
consentito di dividerci in piccoli gruppi di 4/6
persone, così da poter partecipare tutti
attivamente, come solitamente facciamo nel
nostro locale di culto.
Potendo presenziare agli incontri ognuno da
casa propria, la maggior parte dei membri di
chiesa è riuscita a intervenire quasi tutte le
sere, e in qualche occasione si sono aggiunte a
noi anche credenti di altre chiese interessate a
vivere l’esperienza della Settimana. Tutto
questo ha arricchito la comunione in preghiera e
in qualche modo ha compensato il fatto di non
potersi incontrare di persona.
Sapere di non essere soli in questo tipo di
incontri, ma di affiancare altri fratelli e
sorelle in Cristo, tanto in Italia quanto in
Europa, per pregare per gli stessi argomenti, è
qualcosa che non ha prezzo! La preghiera è uno
strumento veramente efficace che Dio ci ha
affidato, e confidiamo che Egli risponda
potentemente alle richieste che Gli sono state
presentate nel corso della Settimana
Internazionale di Preghiera.
Novembre
2020
Avvio di un’opera di fondazione di
chiesa a Verona
Lo scorso 11 ottobre è stato celebrato a Verona
il primo culto comunitario della nascente
testimonianza riformata nella città veneta. Un
progetto di moltiplicazione della Chiesa
|
evangelica riformata battista di Vicenza,
iniziato nel 2018 con riunioni di preghiera
nelle case a cui si sono aggiunti nel tempo gli
incontri di studio, che ha visto in questo
complicato 2020 il raggiungimento di un
traguardo più volte rinviato. Il messaggio
inaugurale predicato da Matteo (16,13-23), dal
titolo Questione di ruoli, ha invitato
i presenti a confidare in Dio, colui che salva,
ad ubbidire e seguire Gesù, colui che delega, e
a vegliare e dipendere dallo Spirito Santo,
colui che corregge.
Consapevoli della difficile situazione che
l’intero paese sta affrontando a causa della
pandemia, delle molte restrizioni che hanno
stravolto la vita di molte comunità e della
fragilità nella testimonianza pubblica dovuta al
distanziamento fisico, ringraziamo il Signore
per il suo accompagnamento e per il suo favore
che ci hanno comunque consentito di inaugurare
quest’opera di testimonianza. Abbiamo
sperimentato benedizioni individuali,
comunitarie e nelle relazioni istituzionali che
ci hanno incoraggiato a continuare ad osare
nella conquista della roccaforte scaligera.
In attesa che la situazione esterna consenta più
serenamente di prendere in affitto dei locali
aperti al pubblico, la chiesa si incontra oggi
in uno spazio privato essendo venuta meno la
possibilità di proseguire con l’utilizzo della
sala civica concessa inizialmente.
Guardiamo ai giorni che verranno fiduciosi nel
Signore chiedendogli di guidarci e proteggerci
nello sfidante cammino per l’avanzamento del Suo
regno.
Settembre
2020
Da Breccia a
Breccia: il
programma di
iniziative a
Roma
Il 20 settembre sarà il 150 anniversario della
Breccia di Porta Pia, un evento importante per
la storia italiana e un “simbolo” che parla di
libertà, pluralismo e laicità. Dalla Breccia di
Porta Pia in poi, Roma è diventata una città più
libera (e anche la capitale d’Italia).
|
Da quella “breccia” entrarono anche le Bibbie
in lingua italiana. Finalmente, la Bibbia poté
essere distribuita liberamente ai romani. Una
delle contraddizioni di Roma era che, pur
essendo conosciuta in tutto il mondo come una
città molto religiosa, la Bibbia in italiano era
vietata. Gli italiani non potevano avere accesso
diretto e libero alla Parola di Dio. Da allora
la Bibbia iniziò a circolare nelle case e le
persone poterono finalmente leggerla
liberamente.
Quella “breccia” fu anche il simbolo della
speranza di un Paese libero e plurale, dove
nessuna religione poteva impedire alle altre di
esprimersi liberamente. Dalla “breccia” in poi,
Roma ha avuto un’altra possibilità per scoprire
cosa significa veramente essere una città
libera. Dove la libertà religiosa non è
garantita, infatti tutte le libertà sono
strozzate.
Per commemorare quella “breccia” e per
rilanciare il bisogno di tenerla aperta, la
chiesa Breccia di Roma ha organizzato una serie
di iniziative commemorative (vedi locandina).
L’intento è di cogliere l’opportunità di
fare memoria della Breccia di Porta Pia
per sognare e promuovere altre brecce
dell’Evangelo a Roma e in Italia.
Luglio
2020
Laboratorio
della
predicazione
2020
Dal 9 all’11 luglio si è tenuta l’undicesima
edizione del Laboratorio della predicazione, la
tre
giorni intensiva dell’IFED per incoraggiare il
ministero della predicazione nelle chiese
evangeliche italiane. Tra i quasi 40
partecipanti, presenti un certo numero di
anziani e membri delle chiese CERBI e di altre
chiese evangeliche, impegnati nel servizio della
predicazione. Si possono opportunamente leggere
due articoli significativi che tracciano un
bilancio del Laboratorio:
Speciale
Laboratorio della predicazione 2020”
“Piccoli
Spurgeon crescono? Il Laboratorio della
predicazione 2020”
La mia partecipazione al Laboratorio è stata
molto utile sotto diversi aspetti. In primo
luogo, ciò che mi ha colpito è stata la
compattezza dei temi trattati benché diversi tra
loro, la preparazione e la disponibilità degli
insegnanti e gli stimoli che attraverso questi
abbiamo ricevuto. Inoltre, nell’introduzione del
Laboratorio mi è piaciuta l’immagine di essere
“seduti sulle spalle dei giganti” a sottolineare
l’eredità e la prospettiva teologica della
predicazione che il Signore ha dato alla sua
chiesa nei secoli. Torno a casa incoraggiato e
arricchito dagli insegnamenti avuti, ma anche
ripreso e stimolato per la responsabilità che il
ministero della predicazione comporta. Essa deve
essere frutto di uno studio e un ascolto
rigoroso di Dio che deve parlarci attraverso la
sua Parola. La preghiera deve essere quindi
centrale per avere da Lui le direttive per una
predicazione davvero omiletica fondata sul
testo, che risponda ai veri bisogni della chiesa
e glorifichi Dio. Ho anche apprezzato i momenti
di confronto e di condivisione con diversi
fratelli presenti in un’atmosfera fraterna di
grande spessore e comunione. Infine, sono grato
a quanti si sono adoperati nel servizio per
rendere il nostro soggiorno molto gradevole. Non
è la prima volta che ho partecipato al
Laboratorio e non sarà l’ultima, Dio volendo
(Alfonso Sciasci, Ferrara)
Giugno
2020
Riaprono i locali e riprendono i culti
Dopo quasi tre mesi di interruzione dei culti
in presenza a seguito della pandemia, le chiese
|
CERBI hanno ripreso a celebrare pubblicamente
il culto all’Iddio uno e trino nei locali
ordinariamente usati per le attività ecclesiali.
Le chiese CERBI hanno appoggiato gli sforzi
dell’Alleanza Evangelica Italiana e del
“comitato di scopo” tra chiese evangeliche
italiane volto a rappresentare le istanze delle
chiese nella negoziazione con le Autorità in
vista della riapertura. Questo confronto ha
portato alla sottoscrizione del “Protocollo” tra
il Governo e le chiese (15 maggio 2020) che ha
fissato alcuni paletti per la ripresa dei culti
in presenza in condizioni di sicurezza.
Le chiese CERBI si sono attivate per riprendere
la celebrazione dei culti nel rispetto del
“Protocollo” considerando il culto comunitario
come momento qualificante della vita della
chiesa. Dal 24 maggio in poi i culti sono
ripresi con qualche adattamento alla situazione
che viviamo, ma con la convinzione che, con
riferimento ad Ebrei 10,25 e Atti 2,42, “bisogna
adorare Dio solennemente nelle assemblee
pubbliche che non devono venire né trascurate né
abbandonate per negligenza o intenzionalmente,
poiché Dio nella sua Parola ci chiama ad esse”
(Confessione di fede battista del 1689, art
22.6).
Marzo
2020
Sfide
per le chiese confessanti in tempi di emergenza
(I)
Sulla
celebrazione del culto
L’emergenza della pandemia del coronavirus sta
mettendo alla prova tutti: lo stato che prende
misure eccezionali, il sistema sanitario che si
trova sovraccaricato, l’economia che deve
fronteggiare la recessione, le scuole che devono
re-inventare la didattica, le famiglie che
devono vivere chiuse in casa, … Anche le chiese
evangeliche hanno davanti a loro una situazione
inaspettata.
Uno degli elementi centrali della vita
comunitaria è sospeso: si tratta della
dimensione dell’incontro fraterno, del culto
comunitario a Dio, della prossimità vissuta in
modo interpersonale e fisico. Tutto questo è per
il momento congelato, in quarantena. Certamente,
ci sono i mezzi tecnologici che possono aiutare
ad affrontare l’emergenza. Grazie a Dio, vi sono
numerose piattaforme che consentono utilmente di
mantenere contatti e scambiare informazioni.
Occorre quindi impratichirsi con questi
strumenti nuovi. Essi possano sopperire ad
alcune funzioni, ma non sono una sostituzione 1
a 1 della vita comunitaria. Per quanto utili e
necessari, lasciano dei vuoti, hanno delle
lacune. Inoltre, la tecnologia non è mai un mero
strumento, non è mai “neutrale”. Porta con sé
una pre-comprensione di un mondo a cui dà
accesso. Il punto è che non bisogna respingerla,
ma usarla con realistica e critica
consapevolezza. In gioco c’è l’ecclesiologia che
si professa. [Continua
la lettura...]
Sfide per le chiese confessanti in
tempi di emergenza (II)
Sul
ruolo dello stato
Oltre a spronare una riflessione sulle
dinamiche interne alla vita delle chiese
confessanti, la pandemia ha anche comportato
una serie di misure prese dal Governo atte a
contenere i rischi del contagio che hanno
drasticamente impattato l’ordinario
svolgimento delle attività ecclesiastiche.
Questi provvedimenti hanno toccato molti
aspetti della vita sociale, tra cui anche il
divieto di assembramenti e, all’interno di
questa categoria, di ogni “cerimonia
religiosa” organizzata nei locali di culto.
Mentre in un primo tempo il Governo si era
limitato a imporre misure di sanificazione dei
locali e di distanziamento tra le persone,
l’aumento del pericolo percepito ha portato a
chiudere d’imperio ogni funzione religiosa.
Tutto è accaduto molto velocemente, sulla scia
inarrestabile della diffusione del
coronavirus. Ciò ha portato tutte le chiese ad
adeguarsi, senza avere il tempo o la forza o
la volontà di interrogarsi su questa serie di
atti intrusivi nella vita delle chiese da
parte dello Stato.
L’art. 24 della Confessione di fede battista
del 1689 tratta del magistrato civile (per
estensione, lo Stato) riconoscendo che Dio ha
“ordinato” i magistrati civili per il “bene
pubblico”. Più avanti, sempre nello stesso
articolo viene richiamato il testo di 1
Timoteo 2,1-2 dove si impegna la chiesa a
pregare per le autorità per condurre “una vita
tranquilla e quieta”. Può il contrasto al
virus essere considerato un compito del
magistrato? [Continua
la lettura...]
Sfide per le chiese
confessanti in tempi di emergenza (III)
Sul raccogliere ciò che si è seminato
La temporanea sospensione delle attività
ordinarie della chiesa nella modalità consuete
pone un oggettivo limite all’azione pastorale.
Gli incontri interpersonali, le riunioni
comunitarie, i gruppi di preghiera e di studio,
… non si possono più tenere nelle forme
programmate. La pianificazione salta e va
ripensata. Le questioni lasciate in sospeso
difficilmente possono essere portate a
conclusione. I dialoghi pastorali aperti
rimangono tali e in attesa di tempi migliori.
L’evangelizzazione a cui si è abituati (si pensi
alla semplice distribuzione di un foglio, ora
vietata per evitare contatti e vicinanze) non
può più essere praticata come prima. I limiti
dell’azione pastorale e della vita della chiesa
vengono sperimentati in modo ancora più acuto
quando gli spazi di agibilità della chiesa si
comprimono. Non è tempo di grandi progetti
espansivi, ma di limitazione del danno di un
meccanismo inceppatosi.
L’emergenza del coronavirus è un’opportunità di
dipendere ancor più da Dio, viste le ancor più
evidenti lacune da parte nostra. Ma è anche
un’occasione per vagliare, saggiare, valutare il
nostro ministero e la qualità della vita della
chiesa nel suo complesso. Ciò che abbiamo
seminato nel corso degli anni porterà frutto nel
tempo dell’emergenza.
[Continua
la lettura...]
Sfide per le chiese confessanti in
tempi di emergenza (IV)
Sulla
fiducia nella scienza
Una delle cose che l’emergenza da
coronavirus ha messo davanti agli occhi di tutti
è la capacità del personale medico e paramedico
di vivere questa esperienza con una dedizione
veramente straordinaria. Tutti hanno sentito
parlare dei ritmi massacranti e dello spirito di
sacrificio che ha accompagnato tutto il
personale. Molti evangelici si saranno anche
rallegrati al pensiero che un tema a loro così
prezioso e d’origine evangelica come quello
della vocazione sia diventato patrimonio di
persone che non hanno nulla a che vedere con
l’evangelo. Si tratta di un contributo al bene
della città di cui si può essere grati al Dio
della rivelazione biblica.
Accanto al personale ospedaliero si è diventati
familiari anche con professioni normalmente meno
esposte o conosciute. Si tratta dei laboratori,
dei ricercatori, dei virologi e più in generale
degli scienziati. Nei confronti della scienza e
dei suoi continui progressi abbiamo tutti un
enorme debito di riconoscenza. In molte
occasioni abbiamo dovuto come registrare un
sentimento d’onnipotenza da parte della scienza.
Il passare del tempo sta sottolineando che è
sbagliato pensare alla medicina con fiducia
incondizionata.
[Continua la lettura...]
Sfide per
le chiese confessanti in tempi di emergenza
(V)
Sul come
parlarne ai bambini
In questi giorni chiusi in casa
tutti noi, adulti e bambini, siamo chiamati a
misurarci con un mostro tanto aggressivo quanto
sfuggente chiamato coronavirus. In verità noi
adulti dovremmo poter avere più elementi utili a
metabolizzare quanto sta accadendo, ma, a causa
di una incompleta e altalenante comunicazione,
ci sentiamo del tutto inappropriati quando si
tratta di rendere conto ai bambini di quanto sta
accadendo. Ed é a questo punto che le instabili
certezze di noi adulti sembrano non reggere in
frangenti come questi, dove non basta
rassicurare che "tutto andrà bene", usando
peraltro un simbolo, l'arcobaleno, di cui pochi
conoscono la storia che l'ha generato.
Alla sua generazione per 120 anni Noè non
predica un messaggio accomodante e rassicurante,
ma l'appello a mettersi in salvo dal veniente
diluvio. Non poteva dire “tutto andrà bene” e
disegnare un arcobaleno, che non conosceva
ancora, ma doveva invitarla al pentimento e ad
entrare nell'arca che stava costruendo.
Resta vero che tanto i bambini quanto gli adulti
hanno bisogno di essere rassicurati da medici e
scienziati, che in frangenti come questi sono
tartassati di domande a cui non possono fornire
risposte che si vorrebbero certe ed esaustive.
Sono medici e non taumaturghi! Ce la stanno
mettendo tutta, e vanno lodati ed apprezzati per
questo, ma essi stessi si sentono impotenti a
fronte di una minaccia così subdola ed
aggressiva.
[Continua
la lettura...]
Sfide per
le chiese confessanti in tempi di emergenza
(VI)
Su cosa
è "essenziale"
La pandemia in corso sta interrogando su cosa
sia veramente essenziale per la vita. In
condizioni “normali” la vita si carica di tante
cose, ma in condizioni “eccezionali” si deve
necessariamente semplificare. E nel semplificare
si mette a nudo ciò che veramente conta, ciò di
cui non si può fare a meno. Si scopre cosa sia
essenziale e cosa non lo è. In termini biblici,
la pandemia chiarisce chi e cosa sono gli
“idoli” di una cultura, cioè gli elementi ultimi
a cui non si può rinunciare e per cui si può
vivere e morire. Di fronte a questa domanda, ci
sono due risposte, tra le altre, che meritano di
essere prese in esame.
Da un lato, la risposta dello Stato. Nei suoi
decreti emergenziali delle ultime settimane, lo
Stato ha stabilito d’imperio cosa è
“essenziale”: sono essenziali le attività
produttive e commerciali che danno da mangiare;
sono essenziali le attività che producono e
distribuiscono medicinali e presidi sanitari;
sono essenziali le assistenze sanitarie. Nel
paniere di cose essenziali, lo Stato ha incluso
le tabaccherie. Fumare è considerata un’attività
essenziale anche in tempo di pandemia. Inoltre,
mentre è permesso andare al supermercato
mischiandosi con altra gente, anche se con
alcuni accorgimenti come la mascherina e la
distanza, la stessa cosa non vale per le
riunioni religiose e di culto. Queste ultime
sono vietate. Evidentemente lo Stato non le
considera “essenziali”.
[Continua
la lettura...]
Sfide
per le chiese confessanti in tempi di
emergenza (VII)
Dodici considerazioni (prima parte)
La prima
considerazione riguarda la constatazione dell’assoluta
novità di questa emergenza dovuta al
coronavirus. Nella società attuale non è mai
esistito qualcosa del genere. Le città offrono
un quadro surreale e anche spettrale,
qualcosa che mette in discussione consuetudini
consolidate da anni. Sarebbe una grande
ingenuità assimilare questo tempo a tutti gli
altri. Impossibile non avvedersi che sta
accadendo qualcosa (cfr Mt 24,39), anche se si
fa fatica a “discernere” i “segni dei tempi” (Mt
16,3). Siamo obbligati a fare una pausa
nella vertiginosa frenesia del quotidiano e a
riconoscere i nostri grandi limiti. Una pausa
che oltre a mettere in discussione questioni
personali e modeste, mette anche in discussione
questioni di sistema ampie e profonde
[continua
la lettura]
Pietro Bolognesi
2/4/2020
Sfide
per le chiese confessanti in tempi di
emergenza (VIII)
Dodici considerazioni (seconda parte)
La settima
considerazione riguarda l’idea che una pandemia
come il coronavirus sia una punizione
da parte del Creatore. Attribuire a Dio
la responsabilità di voler punire con
la malattia, la morte, le difficoltà finanziarie
ed economiche, la società e le relazioni, lascia
il tempo che trova. Né ha senso pensare che Dio
sia indifferente a un simile problema.
Il punto di riferimento deve rimanere il Signore
e non il coronavirus. “Il Signore fa morire
e fa vivere” (1Sam 2,6). Poiché la vita
umana è un culto a Dio è necessario affermare il
suo controllo sull’intera vicenda e il bisogno
di pentirsi davanti a Lui. Cosa potrebbe mai
essere la vita umana senza la provvidenziale
azione di Dio verso ciascuno?
[continua
la lettura]
Pietro Bolognesi
2/4/2020
Sfide per le chiese confessanti in tempi
di emergenza (IX)
Sul mantenere ampia la visione
Dall'insorgere della pandemia
da Covid-19 il popolo di Dio si trova a vivere
un'esperienza fuori dall'ordinario.
Improvvisamente siamo costretti a ripensare ciò
che fino a ieri consideravamo normale. Non è il
coronavirus che ci ha fermati, ma Dio,
l'Onnipotente, l'Altissimo, Colui che rimane
sovrano sopra ogni evento della storia. Quando
Dio richiama il suo popolo con il grido di «Fermatevi»
«e
riconoscete che io sono Dio» (Sal
46,10) non lo fa con l'obiettivo di farlo cadere
in un sonno incantatore dopo il quale sarà
risvegliato magicamente come se nulla sia
accaduto. Dio aggiunge «Io
sarò glorificato tra le nazioni,
sarò glorificato sulla terra». È come
aprire una finestra su un orizzonte sconfinato.
Questa è la visione alla quale Dio ci vuole
richiamare. Ci ferma per riconquistare una
visione adeguata di Lui, del Suo piano di
redenzione, della Sua storia.
Il rischio (sia individuale
sia comunitario) è quello di piegarci a
discutere solo il problema contingente, curvarci
su noi stessi nella commiserazione del nostro
stato, chiuderci nelle nostre preoccupazioni,
piangere sulle nostre ferite o sulle nostre
difficoltà seppur reali, limitandoci a gestire
la nuova ordinaria quotidianità ci dimentichiamo
lo scopo per cui Dio ci porta all'umiliazione:
la Sua gloria! Come possiamo abbracciare questa prospettiva tanto grande e
meravigliosa, come possiamo mantenere i nostri
occhi, la nostra mente, il nostro cuore e le
nostre mani aperte alla prospettiva di Dio?
[Continua
la lettura...]
Sfide
per le chiese confessanti in tempi di
emergenza (X)
Sulla bioetica del coronavirus
L’emergenza del covid-19 sta
sollecitando la bioetica e sottoponendo a stress
test anche le scelte fatte in passato. Non se ne
parla molto perché l’attenzione è concentrata
sui numeri del contagio: sui modi di
contrastarne la diffusione e di curarne
l’aggressività. Nello sfondo però ci sono almeno
tre questioni bioetiche che sono chiamate in
causa:
1. L’allocazione delle
risorse destinate alla sanità. Ci si è resi
conto oggi che le scelte fatte ieri in termini
di allocazione di risorse alla sanità pubblica
(soldi, investimenti) non sono adeguate ad
affrontare l’impatto che l’emergenza ha avuto
sulla sanità pubblica. Non ci sono abbastanza
unità di terapia intensiva, abbastanza
ventilatori, abbastanza mascherine, abbastanza
personale medico ed infermieristico. Oltre a
questo, da più parti si dice che non ci sono
stati sufficienti finanziamenti pubblici alla
ricerca scientifica. Alcuni evocano i “tagli”
alla spesa sanitaria, incolpando questo o quel
governo di averli operati. La questione è
complessa perché richiama profili politici,
legislativi, macro-economici, … ma anche etici.
Nell’allocare risorse noi compiamo una scelta
etica: che sanità pubblica vogliamo? Cosa copre?
Come si finanzia? Quanto “universalista” deve
essere in modo che nessuno sia scoperto? Quanto
“aziendalista” e rispondere a criteri di
sostenibilità? Quanto dipendente dai contributi
di ciascuno? Quanto dai bisogni?
[Continua
la lettura...]
Sfide
per le chiese confessanti in tempi di
emergenza (XI)
Sulla prossimità e sulla comunione
fraterna
Per una chiesa confessante l’aspetto relazionale
della comunione fraterna non è solo un effetto
collaterale del ritrovarsi più volte a settimana
in una sala con le stesse persone. La comunione
fraterna è una disciplina fondamentale della vita
cristiana. Subito dopo essere entrato in una
relazione personale con Dio, il credente entra in
una relazione di comunione con altri fratelli e
sorelle con cui condivide tutto il cammino
cristiano e con i quali si adopera per
l’avanzamento del regno.
La situazione anomala in cui
ci troviamo ci pone dinanzi nuove sfide su come
coltivare questa comunione e su come essere
prossimi alla nostra comunità. Improvvisamente e
senza essere preparati infatti, ci siamo
ritrovati impossibilitati a ritrovarci insieme
nei nostri locali di culto, a pregare gli uni
per gli altri tenendoci per mano, ad
abbracciarci fraternamente, ad aprire le nostre
case per gli incontri di preghiera o anche solo
per un invito a condividere un pasto insieme, e
a non poter celebrare la cena del Signore
insieme.
Il rispetto del distanziamento sociale,
sicuramente consigliabile in questo momento,
però non può e non deve essere l’occasione per
un ripiegamento su una fede individualista.
Restiamo ancora membra di un corpo ampio e
articolato.
[Continua
la lettura...]
Sfide
per le chiese confessanti in tempi di
emergenza (XII)
Sulla “postura” adeguata
In questi tempi di emergenza sanitaria gli incontri ecclesiali
vissuti in modo interpersonale e fisico sono
sospesi sine
die. Nel frattempo sono stati attuati in
modalità on-line tramite i mezzi tecnologici. E’
possibile, infatti, organizzare on-line un culto
di adorazione che valorizza la centralità della
predicazione e pure il sacerdozio universale dei
credenti mediante la condivisione di preghiere,
letture e canti. Anche se imperfetto, il
risultato finale è soddisfacente. Tutto ciò è
motivo di gratitudine al Signore, perché
consente seppur con limiti e difficoltà di
mantenere la Sua chiesa unita, permette di
nutrirla, di guidarla e di preservarla in tempi
di distanziamento sociale imposto. Tempi in cui
è ancora più facile che ciascuno, appesantito
dall’incertezza, disturbato dai tanti rumori
mediatici, anestetizzato dall’intrattenimento,
si ripieghi su sé stesso.
Tuttavia, è importante rimarcare che gli
incontri comunitari on-line possono risultare
nella migliore delle ipotesi, ovvero laddove
sono ben progettati e guidati, un utile
compromesso. Non sono una sostituzione della
vita comunitaria. E neppure potranno mai
esserlo. Per quanto gli incontri siano ben
impostati e realizzati lasciano dei vuoti
incolmabili. Ad esempio, l’amministrazione del
battesimo non è praticabile; l’impegno al
discepolato comunitario e alla testimonianza
sono soffocati; la cura pastorale ne risulta
mutilata; l’assenza di contatto fisico con le
conseguenti “privazioni” indebolisco i
servizi, le esortazioni e le riprensioni. Ma
ci sono altri limiti
non trascurabili di cui è necessario essere
consapevoli. Non si tratta di elementi nuovi
emersi con gli incontri in modalità on-line;
piuttosto, si tratta di criticità già
esistenti che potrebbero amplificarsi e
consolidarsi, manifestandosi in tutta la loro
virulenza quando la vita delle chiese locali
ritorneranno alla “normalità”.
[Continua la lettura...]
Sfide
per le chiese
confessanti in
tempi di
emergenza (XIII)
Sul
ridisegnare la
mappa della
vita sociale
Il
messaggio del coronavirus sembra chiaro. Col
linguaggio crudele che la creazione malata
sa usare quando vuol farsi sentire, ci dice
che l’ordine del discorso va cambiato. Anzi,
che e? già cambiato. Le mappe su cui finora
abbiamo orientato i nostri percorsi di vita
sociale sono state ridisegnate. La scala dei
valori non è più la stessa e scenari fino a
poco tempo fa impercettibili, sono ora
riconoscibili. Io ne riconosco cinque. Provo
a delinearli.
La mappa
dell’economia. Sono bastate poche
settimane di confinamento e di lock-down per
tornare a rimettere in discussione i suoi
presupposti e il suo funzionamento. Sappiamo
già che alcune cose cambieranno e che la
globalizzazione subirà una trasformazione: i
processi e le catene produttive si ridurranno,
i mercati interni saranno privilegiati, i beni
essenziali e di prima necessità avranno un
profilo più nazionale. Inoltre, si investirà
di più nella sanità pubblica, la mobilità
delle persone si ridurrà e il ruolo dello
Stato in molti settori, a partire
dall’economia, crescerà. Lo stesso mondo del
lavoro sarà duramente colpito e il rischio che
aumentino i disoccupati è molto alto. I più
vulnerabili – senzatetto, immigrati e
rifugiati, popolazioni del quarto mondo –
rischiano di essere letteralmente abbandonati.
Crescerà l’impegno per un’economia che
sosterrà la vita (salute, istruzione, energia
pulita, beni comuni, circolarità).
La
cartografia del potere. La pandemia
ha accelerato la mutazione di ciò che si
considera autorità legittima. La scienza
(in primis, la medicina) e – soprattutto –
la tecnologia rischiano di diventare
forze totalitarie che modificheranno gli
attributi delle democrazie contemporanee. È
evidente come l’impatto dell’emergenza
sanitaria sia stato ammortizzato grazie
all’uso di tecnologie digitali sempre più
avanzate.
[Continua la lettura...]
Sfide
per le chiese
confessanti in
tempi di
emergenza (XIV)
Sulla “predicazione digitale”
Da quando ci è
stato impedito di riunirci nei nostri locali
di culto i buoni amministratori dei “misteri
di Dio” hanno cercato modi alternativi per
nutrire con la parola di Dio il popolo loro
affidato. Le circostanze davvero inusuali in
cui stiamo vivendo hanno costretto ciascuno di
noi a curare la propria mente e il proprio
cuore ricorrendo maggiormente alla
“predicazione digitale”, un tipo di
comunicazione della verità del Vangelo che,
nel passato, almeno per la maggior parte dei
membri di chiesa, ha costituito solo una
piccola frazione della loro dieta spirituale.
Se è vero che “il medium è il
messaggio”, e che “una nuova tecnologia ha
effetti ecologici sull’ambiente in cui viene
introdotta”, ciò ci proietta in una nuova
dimensione, apre scenari nuovi e instaura
nuove dinamiche sulle quali vale la pena
riflettere.
Parlando di “predicazione
digitale” mi riferisco alla “proclamazione,
spiegazione e applicazione di una porzione
della Scrittura” e non tanto a discorsi che
hanno come fine quello di comunicare e
condividere informazioni intorno al
Vangelo in particolare o alla teologia in
generale. Inoltre, per quanto riguarda questa
riflessione, non ritengo importante
distinguere se tale predicazione che viene
immessa in rete sia fatta in diretta o
trasmessa in differita e nemmeno se si svolge
nel contesto di una chiesa, al cospetto di
persone in carne e ossa, o semplicemente
davanti a una telecamera.
[Continua
la lettura...]
Modena e la
Riforma: una storia da scoprire
Modena ed il suo ducato hanno avuto una storia
rilevante nella storia della Riforma in Italia
nel XVI secolo, ma la città di Modena non ne è
consapevole. Il progetto e le conferenze
organizzate dal CIEI (Comitato Insegnanti
Evangelici Italiani) e promosse dalla chiesa
CERBI di Formigine nell’ambito della scuola
modenese vogliono ribaltare questa condizione e
aprire uno spiraglio sull’attualità della
Riforma e delle sue ricadute nel presente.
Oltre alle presentazioni in classe e
all’itinerario nei luoghi storici della città,
l’offerta formativa include tre incontri rivolti
ai docenti, inaugurati venerdì 21 febbraio dal
seminario su “Martin Lutero e il cuore della
Riforma protestante”, tenuto da Leonardo De
Chirico, professore di teologia storica
dell’IFED di Padova.
Nei locali del Multicentro Educativo di Modena
(MEMO), alla presenza di una trentina di
insegnanti, De Chirico ha ripercorso i passaggi
che hanno consolidato il pregiudizio negativo su
Lutero come “uomo di frattura”, che a lungo ha
accompagnato il ritratto del riformatore tedesco
nel nostro paese. Tre pubblicazioni
programmatiche date alle stampe nel 1520 hanno
invece evidenziato come la Riforma abbia avuto
un ruolo decisivo nel segnare un cambiamento
radicale: il Sermone sulle buone opere riconosce
la centralità della grazia di Dio e restituisce
dignità alle occupazioni umane, l’Appello alla
nobiltà cristiana della nazione tedesca esorta
alla responsabilità di tutti i membri della
chiesa, la Libertà del cristiano risponde alla
minaccia della scomunica papale con una nuova
prospettiva di libertà.
Il tempo ricco di domande e interazioni ha
concluso l’incontro dando appuntamento al
prossimi seminari su “Giovanni Calvino:
l’attualità del pensiero” e “il Puritanesimo e
il sogno di una riforma incompiuta”.
Dicembre
2019
La Riforma
protestante a scuola e nell’editoria:
aggiornamenti da Caltanissetta
|
Il lavoro d’insegnante nella scuola pubblica
offre molte occasioni di testimonianza in
molti modi e a molte persone: insegnanti,
genitori e studenti. Lo scorso mese di
novembre una collega mi ha chiesto di
rispondere alle domande che i suoi alunni di
seconda media mi avrebbero posto sulla Riforma
Protestante. Per due lunedì successivi ho
potuto rispondere in piena libertà e in buona
coscienza, alla presenza di due insegnanti, a
domande che riguardavano: la chiesa, la
salvezza mediante la sola fede, la differenza
tra la concezione protestante e quella del
cattolicesimo romano sui sacramenti, il
significato e il valore della morte
sostitutiva di Cristo e altri temi. Le domande
poste erano molto più numerose di quelle alle
quali ho potuto rispondere. Credo che sia
stata una ottima occasione per annunciare il
Vangelo in modo franco e rispettoso e che
possiamo lodare il Signore per questo!
Lodiamo il Signore perché il libro La
redenzione compiuta e applicata,
di John Murray, è appena arrivato e, fra
qualche giorno, sarà spedito a chi lo ha già
ordinato e alle librerie. Crediamo che questo
libro sia un piccolo gioiello della
letteratura riformata e che potrà fare molto
bene a chi lo studierà accuratamente.
Confidiamo che le nostre fatiche abbiano
potuto produrre un’edizione degna del valore
dell’opera.
Nazzareno Ulfo
Novembre
2019
Visita alle
chiese riformate battiste della Svizzera
romanda
|
Sabato 9 novembre si è tenuta una conferenza
a Bulle, Svizzera romanda, presso la locale
chiesa battista riformata. Per l'occasione era
stato invitato Leonardo De Chirico,
accompagnato da Sergio De Blasi, per trattare
il tema delle sfide del cattolicesimo romano
per la fede evangelica. Più di 150 persone
sono intervenute da un ampio raggio geografico
(da Montreux a Losanna, da Grenoble [F] a
Neûchatel). Due sessioni sul cattolicesimo
sono state ben seguite con molte domande
interessanti. Si capisce che di questi temi
non si discute molto, mentre il mondo
evangelicale scivola verso aperture ecumeniche
segnate da superficialità . In questo mondo
battista riformato c'è la convinzione che
l’ecumenismo cattolico e liberale, purtroppo
attrattivo anche per molti evangelici, sia
invece una frontiera invalicabile.
La visita è stata anche utile per stabilire un
buon contatto con le chiese riformate
battiste. In Svizzera romanda esistono 5
chiese battiste riformate, collegate anche con
tre chiese francesi (Mulhouse, Grenoble e
Aix). Le chiese si trovano una volta all’anno
per una giornata comune di comunione, i
pastori tengono incontri regolari, hanno un
collegio biblico per la formazione degli
anziani (in cui gli studenti si incontrano una
volta al mese), tengono contatti sporadici col
mondo battista riformato americano. Il loro sito
web è una finestra sulla loro realtà.
Ottobre
2019
Accolta
una nuova chiesa
|
Le chiese CERBI crescono di una unità
arrivando a tredici chiese componenti questa
rete di chiese evangeliche confessionali e
confessanti. Infatti, la chiesa evangelica
Breccia di Roma San Paolo è stata accolta
nella comunione delle chiese CERBI. La
Compagnia degli Anziani, riunitasi a Padova il
18-9 ottobre, ha accolto l'adesione di questa
nuova chiesa che nasce da una fondazione
avviata nel 2018 nel quartiere della città di
Roma che sorge intorno alla basilica di San
Paolo, l'università Roma Tre, il palazzo della
Regione Lazio. Si tratta di una zona di Roma
abitata da 130.000 persone in cui la
testimonianza evangelica è molto limitata. Nel
corso del 2019, un gruppo di 9 membri della
chiesa Breccia di Roma che già abitava a San
Paolo fu inviato a fondare una chiesa. In
questo primo anno di attività vi sono state
conversioni al Signore e sono stati
amministrati dei battesimi arrivando ad essere
formato da 14 membri. Nella primavera 2019 il
gruppo si è costituito in chiesa locale,
riconoscendosi nella confessione di fede
battista del 1689 e confermando il ministero
dell'anzianato al fratello Reid Karr,
chiedendo inoltre l'adesione alle chiese
CERBI. La Compagnia, rallegrandosi per gli
sviluppi dell'opera a San Paolo, ha accolto
tale richiesta.
Altri temi affrontati nel corso dei lavoro
sono stati la maturazione di una progettualità
nel campo della consulenza e la riflessione
sui percorsi di riconoscimento al ministero
dell'anzianato. Non sono mancati momenti in
cui ascoltare la Parola di Dio, pregare per
l'opera e affrontare sfide e criticità che le
chiese devono affrontare.
Settembre
2019
La
spiritualità delle chiese CERBI: i risultati
di una ricerca
Nel corso delle Giornate
teologiche 2019 (6-7 settembre
2019) sul tema “Dove va la fede”, sono stati
presentati anche i risultati di una ricerca
condotta dalla dott.ssa Chiara Lamberti sulla
spiritualità delle Chiese evangeliche
riformate battiste in Italia (CERBI). Frutto
dell’elaborazione delle risposte ad un
questionario somministrato agli anziani delle
chiese, questa ricerca mostra il volto
confessante di una fede personale e
comunitaria che si manifesta in pratiche di
culto, diaconia e testimonianza sui territori.
Le chiese CERBI sono un microcosmo
dell’evangelismo italiano che, tuttavia,
presenta una particolarità nel mondo della
fedi. Sono chiese confessionali in quanto
unite da una confessione di fede comune e
confessanti nel senso di promuovere una fede
personale ed ecclesiale. I risultati della
ricerca sono disponibili qui
Luglio
2019
Il
Laboratorio della predicazione 2019
Impressioni di un anziano delle chiese
CERBI
|
Dall'11 al 13 luglio si è svolta la decima
edizione del Laboratorio della predicazione
dell'IFED, un seminario intensivo volto
all'incoraggiamento dei predicatori. Tra i 30
partecipanti c'erano numerosi anziani e
responsabili di chiese. Abbiamo raccolto la
testimonianza di uno di loro.
Il mio ringraziamento va primariamente a Dio,
che ha suscitato e permesso che fosse pensato
e svolto uno programma di così grande valore
come il "Laboratorio della predicazione”
dell'IFED, ma va anche a uomini di Dio che si
sono spesi per la crescita di pastori, diaconi
e credenti non solo per quello che riguardano
le “tecniche” sulla predicazione, ma per
la loro crescita spirituale.
Ho trovato grande giovamento e incoraggiamento
nell'imparare da uomini di Dio dotati di
grandi doni e di grande spessore
spirituale, che ci hanno
responsabilizzato circa questo servizio
comandato da Dio per la Sua gloria.
Il laboratorio è stato ben strutturato, con
momenti di ascolto della Parola di Dio
predicata, approfondimenti tematici, momenti
di applicazione pratica e di
condivisione fraterna e
riflessione sulle varie problematiche e sfide
che la predicazione comporta. Tra questi
segnalo una rievocazione dei 50 anni
dall'esposizione delle lezioni di Martyn
Lloyd-Jones su Predicazione e predicatori (L.
De Chirico), una sessione sull'applicazione
(N. Ulfo), un seminario su predicazione e
liturgia (P. Bolognesi) e sull'impatto del
sermone (G. Rizza).
La possibilità di confronto e di dialogo con
altri fratelli e soprattutto con uomini di Dio
con grande esperienza e maturità cristiana è
qualcosa che non ha “prezzo”. Mi sento di
incoraggiare alla partecipazione al
Laboratorio, non solo coloro che già hanno un
ministero, ma anche quei credenti che non sono
impegnati direttamente nella predicazione,
poiché la spinta ad una maggior crescita nella
santità, nell'integrità e nella responsabilità
è qualcosa cui tutti siamo chiamati e
che è stata continuamente sottolineata.
Alfio De Rosa
Giugno
2019
“Pensare
i pensieri di Dio dopo di Lui”
L’eredità di Cornelius Van Til
(1895-1987) per la chiesa di oggi
L’eredità di Cornelius Van Til (1895-1987)
è stata al centro di una conferenza pubblica
tenuta a Roma il 19 giugno dal prof. Scott
Oliphint, ordinario di apologetica alla
Facoltà di teologia Westminster di
Philadelphia (USA), presso i locali della
chiesa Breccia di Roma. Van Til è uno dei
pensatori “seminali” del Novecento
evangelico. Il suo pensiero e la sua
apologetica continuano ad interrogare
teologi e comunicatori dell’evangelo su
quale sia il modo fedele alla Scrittura per
difendere la fede. In occasione del
centenario della nascita, la rivista Studi
di teologia ha dedicato a Van Til un
fascicolo
apposito, mentre è di pochi anni fa la
pubblicazione del suo volume sull’educazione
cristiana: Saggi sull’educazione
cristiana, Caltanissetta, Alfa &
Omega 2017.
Dopo aver sostenuto che l’apologetica è una
disciplina per tutti i credenti, e non solo
per gli esperti, e che l’apologetica deve
prima di tutto e sopra tutto radicarsi su
una solida teologia biblica, Oliphint ha
indicato in 4 punti l’eredità di Van Til:
(1) la conoscenza analogica: quello che
sappiamo è basato sulla rivelazione di Dio
(generale e particolare); (2)
l’impossibilità del contrario: solo il
cristianesimo è coerente, tutte le altre
visioni del mondo sono insostenibili
intellettualmente e invivibili praticamente;
(3) siamo sempre e tutti in una relazione
pattizia con Dio: o segnata dalla rottura e
soggetta al suo giusto giudizio o
riconciliata da Cristo e beneficiaria della
sua salvezza; (4) Dio è uno e trino:
l’apologetica non mira a sostenere un mero e
generico teismo, ma la confessione del Dio
della Bibbia, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Maggio 2019
Interessante
confronto su Maria nella Bibbia e nella
chiesa
|
Giovedì 9 maggio presso la Sala dei Carmini a
Vicenza ha avuto luogo un interessante
confronto tra Leonardo De Chirico (Ifed) e Don
Dario Vivian (Facoltà Teologica del Triveneto)
su “Il ruolo di Maria nella Cristianità.
Cattolici ed Evangelici, quale lettura?”. La
serata ha registrato la partecipazione di
oltre 100 persone ed è stata inoltre una bella
occasione per presentare un libro pubblicato
recentemente di Leonardo De
Chirico, Maria. Una guida evangelica,
Caltanissetta, Alfa & Omega 2018: un libro
conciso e documentato, utile per coloro che
vogliono capire una delle questioni più
fraintese e controverse della storia della
chiesa.
Luigi Dalla Pozza, a nome dell’associazione
Native onlus, ha moderato il confronto.
Introducendo il tema della serata ha precisato
che, se foneticamente il nome di Maria risulti
lo stesso, se storicamente si tratti della
stessa donna ebrea del primo secolo, tuttavia,
da un punto di vista teologico, le due
immagini di Maria sono distanti anni luce,
“quasi si trattasse di persone diverse”.
Difatti, nella chiesa romana Maria occupa un
posto particolarmente privilegiato: ci si
rivolge a Maria come “Madre di Dio”, come
co-redentrice e come “Madre della Chiesa”. La
devozione a lei riservata occupa uno spazio
oltremodo rilevante. Nelle chiese nate dalla
Riforma protestante del Cinquecento, invece,
la riflessione su Maria è essenzialmente
legata ai testi del Vangelo ed agli scritti
del NT. Ne risulta un bell’esempio di fede da
imitare. Per i protestanti, quindi, Maria non
è affatto paragonabile alla figura di Cristo,
non le è riservata alcuna venerazione e
neppure devozione; anzi, per la sensibilità
evangelica, queste ultime costituiscono una
sorte di “abuso”. Perché una tale differenza?
Dietro la semplicità di questa domanda si
celano universi dottrinali e devozionali
differenti da cui scaturiscono sensibilità
spirituali alquanto diverse. Si comprende,
allora, perché un dialogo sulla figura di
Maria sia complicato, ma possibile, anzi,
doveroso. Per accompagnare questo
confronto/riflessioneLuigi Dalla Pozza ha
posto quattro domande ad entrambi i relatori.
Il contenuto ed il tono delle risposte hanno
delineato, alla fine, traiettorie e
prospettive diverse. De Chirico ha ricordato
come la Riforma Protestante del Cinquecento,
seguendo il motto ad fontes,abbia voluto
“ricentrare” la fede cristiana mediante il
ritorno al sola scripturae,
contestualmente,abbia sottopostoad una “cura
dimagrante” il culto mariano dilagante. Ha
proseguito ricordando come lo stesso sviluppo
della mariologia sia dipeso, tra le altre
cose, da una errata traduzione della Vulgata
che ha riportato “Maria, piena di grazia” in
luogo di “Maria, favorita dalla grazia”,
generando una comprensione di Maria svuotata
del peccato originale. Da qui il passo a
ritenere che Lei potesse riservare tale grazia
a tutti coloro che le si rivolgevano in
preghiera è stato breve. Tuttavia, ha
specificato De Chirico, il temine “favorita”
descrive Maria come destinataria indegna della
grazia di Dio, proprio come il resto
dell’umanità.
Ha concorso allo sviluppo della mariologia
anche il titolo assegnatole al Concilio di
Efeso nel 431 d.C “Madre di Dio” (Theotokos).
Mentre l’intento dei padri conciliari era
quello di affermare la verità
dell’incarnazione, il risultato fu quello di
esaltare Maria e di confermare il culto a lei
già destinato. Di fatto Efeso costituì un
trampolino per ulteriori elaborazioni nello
sviluppo della mariologia e una sorte di
“viatico per un sillogismo”, ovvero permise di
trasferire le proprietà del Figlio alla madre.
Detto altrimenti, da quel momento in poi si
iniziò a conferire le qualità e gli attributi
del Figlio anche a sua madre.
Infine, De Chirico ha osservato che la
mariologia ha compiuto una traiettoria al cui
termine si trovano i dogmi dell’immacolata
concezione (1854) e dell’assunzione corporale
(1950), facendo diventare Maria co-redentrice,
anche se ciò non è stato ratificato da
pronunciamenti ufficiali. Insomma, volendo
difendere la piena divinità di Cristo,
partendo da Efeso si è determinata una
distanza del Figlio da coloro che ha redento,
creando un vuoto che di fatto è stato colmato
dalla figura di Maria, percepita come più
prossima, più simile all’uomo comune. Da qui
la debordante devozione mariana che ha messo
in ombra la persona e l’opera di Cristo e
dello Spirito Santo.
Dario Vivian, per parte sua, ha concordato sul
fatto che la chiesa romana avesse dimenticato
la Scrittura. Pertanto il “ritorno alle
Scritture” è stato un elemento importante su
cui occorre necessariamente lavorare. Ha pure
condiviso la tesi di De Chirico di come Maria
abbia oscurato, in modo non appropriato,
Cristo e la sua figura. “Il centro del vangelo
è Gesù”, ha dichiarato
enfaticamente. Tuttavia, ritiene
che il concetto “Piena di Grazia” abbia ben
sottolineato l’atto dell’incarnazione di Dio
Figlio, indicando il punto nella storia in cui
“il Verbo si è fatto carne”. Per lui questa
pienezza della grazia conferita a Maria
dimostra sia l’amore di Dio, sia la
disponibilità di Maria di farsi discepola in
modo peculiare. In un certo senso, ha
affermato Vivian, Maria è stata la prima
discepola. Quindi anche se Maria non è una
donna perfetta, è tuttavia una donna che ha
accolto Dio con pienezza, è colei che più di
tutti si è fatta toccare dalla grazia, colei
che più di tutti ha cooperato con Dio.
Le difficoltà nel decifrare la ricca devozione
mariana, che certamente va riconsiderata ma
non viene del tutto sconfessata, secondo
Vivian dipende dal rapporto tra fede e
religione. Non esiste la “nuda fede” e ad ogni
modo la fede va inculturata. Ecco, dunque, il
bisogno dei simboli di cui Maria è un modello
per eccellenza. Ed ecco anche spiegate le
tante forme devozionali che necessiterebbero
di essere rivisitate e corrette alla luce
della Scrittura.
Insomma, il dialogo si è prolungato in modo
intenso e rispettoso toccando alcuni nodi
della mariologia, senza tuttavia giungere ad
una comprensione condivisa in merito.
Rimangono nello sfondo posizioni diverse circa
l’antropologia, la questione del peccato e
della grazia, e pure dello statuto delle Sacre
Scritture. Pertanto, anche se non sembra
attuabile ancora un passaggio “dalla
mariologia a Maria”, De Chirico ha auspicato
un ritorno della chiesa romana alla “Maria
sobria e laconica” trasmessoci dal NT. Ad ogni
modo è stata una bella occasione di confronto
che ha permesso a diversi partecipanti di
scoprire aspetti di Maria altrimenti
sconosciuti.
(Laura Mogentale)
Aprile
2019
Agape del
25 aprile delle Chiese CERBI
Qui Formigine (MO)
|
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Per la prima volta da quando si è costituita
la comunione delle chiese CERBI, l’agape
comunitaria per le chiese del nord Italia si è
svolta a Formigine (MO). Con una
popolazione in crescita costante di quasi
35.000 abitanti e una vivace dinamicità che le
è valsa il recente riconoscimento dello status
di città, Formigine mantiene intatti i
caratteri tipici di una realtà provinciale. Se
questa è un’eccezione nel panorama delle
nostre chiese (che gravitano intorno ai centri
principali delle regioni settentrionali), la
cittadina modenese è però rappresentativa
delle numerose realtà urbane medio/piccole che
caratterizzano l’intera pianura padana. Il
titolo della giornata “Ti presento la mia
famiglia” riassume così le opportunità che
abbiamo voluto cogliere nell’essere testimoni
della Verità in un centro di provincia: quella
di rendere consapevoli i nostri concittadini
che la realtà evangelica è radicata nella
nostra penisola e ha una storia che va oltre
la presenza locale; quella di coinvolgere i
nostri fratelli nella sfida di confrontarsi
con l’impermeabilità alla Parola di Dio e con
gli idoli consolidati da generazioni nel
tessuto sociale formiginese e nelle sue
tradizioni. Nonostante diverse assenze
dell’ultimo momento, erano presenti poco meno
di 200 persone dalle chiese di Padova,
Vicenza, Milano, Trento, Rovereto e Ferrara,
oltre a Formigine e ad alcuni ospiti. La
predicazione del pastore Gianni Cortese su
Colossesi 3,1-4 ha potentemente esortato
“coloro che sono risuscitati con Cristo” ad
essere portatori di una nuova identità. Il
messaggio si è concretizzato nel tempo di
evangelizzazione che si è svolto nel
pomeriggio nel parco cittadino: malgrado le
condizioni atmosferiche incerte, alcuni
piccoli gruppi hanno potuto assistere al
percorso evangelistico e musicale attraverso i
5 sola della Riforma, intitolato “la memoria
che libera”. La giornata ha ben riassunto
tutte le precarietà che accompagnano
l’annuncio della Parola di Dio a Formigine
come in ogni angolo della terra, ma è stato
possibile proclamare con gioia che
nell’Evangelo esiste l’unica libertà
autentica, concreta e duratura. Abbiamo aperto
una piccola finestra sull’eredità della
Riforma e il suo messaggio è ancora attuale e
vero: tutto ciò che il Signore fa è
buono! (Enrico Calanchi)
Qui Monte di Procida
(NA)
|
|
Per l’agape annuale, le chiese CERBI del
centro-sud si sono incontrate presso il
Laboratorio delle arti di Monte di Procida. I
fratelli e le sorelle della chiesa ospitante,
insieme ai membri e simpatizzanti delle chiese
evangeliche di Campagna, Chieti, Roma
Primavalle, Breccia di Roma, Breccia di Roma
S. Paolo, Formia e rappresentanti di altre
chiese del napoletano, hanno colto l'occasione
per dare testimonianza della vera libertà in
Gesù Cristo presso la Marina di Monte di
Procida. Lì il pastore Pasquale d'Ambrosio
annunciando la Parola, ha invitato i presenti
a considerare la propria condizione di cecità
causata dal peccato e di gridare a Cristo per
riacquistare la vista spirituale. Il Signore è
stato celebrato ancora attraverso canti e
testimonianze. Dopo il pranzo al sacco e un
momento di giochi, le chiese hanno avuto la
possibilità di pregare le une per le altre
condividendo motivi di ringraziamento e le
sfide vissute nelle diverse realtà. Anche
quest'anno siamo grati a Dio per la
possibilità di vedere il modo in cui il suo
popolo cresce ed è guidato a proseguire nella
chiamata a essere chiese confessanti nel
nostro Paese. (Chiara Lamberti)
Qui Comiso (RG)
|
|
Il 26 aprile 2019 si è svolta a Comiso, in
provincia di Ragusa, la cerimonia per la
dedicazione del locale di culto e per la
scopertura della targa toponomastica che ha
intitolato il piazzale antistante la chiesa
Sola Grazia Fondazione di Comiso, “Largo della
Riforma Protestante”.
In particolare, la prima parte dell'evento
dedicato all’intitolazione della targa ha
avuto luogo nei locali esterni della
struttura, dove il pastore Nazzareno Ulfo ha
preso la parola spiegando il senso etimologico
delle parole “Riforma” e “Protesta”. Riformare
significa raddrizzare, modificare la realtà
esistente per darle una forma diversa. La
direzione seguita dai riformatori fu quella,
non di rifondare la chiesa, ma di riformarla.
Il fondamento, Gesù Cristo, era stato già
posto e non poteva essere sostituito. La
chiesa aveva inoltre una regola autorevole,
immodificabile, sufficientemente chiara: la
Parola di Dio. La chiesa di Dio doveva essere
riformata sulla base del Sola Scriptura,
“metro e criterio per separare e discernere il
vero dal falso, per riconoscere ciò che Dio
vuole e ama, da ciò che Dio odia e disprezza”.
Ancora oggi la chiesa deve essere riformata. I
riformatori furono anche protestanti.
Protestare non significa sovvertire l'ordine
pubblico, ma “parlare in favore di” ...Dio,
del popolo di Dio, in questo caso, facendo
proprio il grido di battaglia del “Sola
Scriptura”. Una chiesa riformata e che “parla
in favore di Dio” sulla base del Sola
Scriptura, deve agire confessando la giustizia
e la verità del Vangelo. A questo, sono
seguiti numerosi interventi: del sindaco
dell’amministrazione precedente, che ha
ringraziato la Chiesa di Comiso per avere
"ridato vita" ad una struttura che sarà al
servizio della città; dell’attuale sindaco
Maria Rita Schembari, che ha esordito dicendo
di essere "grata" del progetto messo in atto
dalla chiesa Sola Grazia di Comiso e della
“ricchezza” che esso rappresenta per la città
di Comiso; del Vice Prefetto Aggiunto Rosanna
Mallemi. Successivamente, il sindaco ed il
vice Prefetto hanno proceduto alla scopertura
della targa toponomastica.
La seconda fase di dedicazione del locale di
culto si è svolta all'interno della stessa
struttura, ove ad attendere c’era una sala
gremita di partecipanti. Alla lettura della
lettera inviata dal Presidente dell'Alleanza
Evangelica Italiana Giacomo Ciccone, è seguito
l'intervento del presidente del Distretto
Sicilia dell’Alleanza Evangelica, pastore
Salvo Bonaccorsi. Ivan Caradonna, che guiderà
la chiesa Sola Grazia di Comiso, dopo la
lettura del Salmo 15 ha invitato il
predicatore Paul Washer, fondatore della
società missionaria Heart Cry a prendere la
parola. Il messaggio è stato incentrato su “Il
potere del Cristo Risorto” (Romani 3),
interpretato dell'anziano della chiesa CERBI
di Trento Stéphane Simonnin. L’evento si è
concluso con le preghiere elevate da alcuni
dei presenti e con le parole della seconda
lettera ai Corinzi 13,13. (Damaris
Marletta)
Programma
agapi del 25 aprile
Come ogni anno, sin dalla fondazione delle
chiese CERBI (2006) e prima ancora a partire dai
primi Anni Novanta, si rinnova la bella
“tradizione” dell’agape annuale del 25 aprile.
L’agape è un un’occasione di comunione e
testimonianza pubblica in cui le chiese sono
coinvolte nella loro interezza in un incontro di
popolo. Quest’anno le agapi si terranno a
Formigine (MO), Monte di Procida (NA). In
Sicilia si terrà il 26 aprile e coinciderà con
l’inaugurazione dei locali di culto a Comiso
(RG) e l’intitolazione del Largo della Riforma
Protestante sempre nella città siciliana. Qui i
programmi più dettagliati.
Qui Formigine (MO)
Incontro presso la Polisportiva Formiginese,
con ingresso in Via Caduti di Superga, 10.
10.30 Arrivo, benvenuto,
preghiera e canto
11.00 Predicazione (Gianni
Cortese)
“Ti presento la mia famiglia”
(testimonianze da parte di tre credenti di
Formigine)
13:00 Conclusione della
mattinata (canto e preghiera)
pranzo a sacco (al
parco se bel tempo, spostamento a
piedi)
15:30 Evangelizzazione con
musica al parco ( “La memoria che libera” )
In caso di brutto tempo
si svolgerà nella Polisportiva.
Tempo di
evangelizzazione e dialogo nel parco con i
presenti
17:30 Saluto e partenza (dal
parco)
Info: 320 1153003
Qui Monte di Procida
(NA)
10.30 Benvenuto e preghiera al
Laboratorio delle Arti
10.45 Trasferimento ad “Acquamorta”
e programma all’aperto che comprende:
- Teatrino a cura della Chiesa
di Chieti.
- Canti preparati dalla Chiesa
di Chieti.
- Predicazione della Parola di
Dio.
13.00 Pranzo al sacco
14.00 Giochi all’aperto a cura delle
Chiese di Roma
15.00 Rientro al Laboratorio delle
Arti. Notizie dalle Chiese.
16.00 Saluti e commiato.
Info: 335 6464392
Qui Comiso (RG)
A Comiso la giornata si terrà
il 26 aprile presso la ex-chiesa cattolica
dell’aeroporto di Comiso con questo programma:
17.30 Scopertura della targa d’intitolazione del
Largo della Riforma Protestante
18.00 Servizio di dedicazione del locale di
culto con la predicazione di Paul Washer
Interverranno le Autorità civile, militari e
religiose.
Info: 393 9435613
Dichiarazioni
Evangeliche II a Milano
|
Sabato 13 aprile nei locali della chiesa
SperanzaxMilano è stato presentato il volume Dichiarazioni
Evangeliche II presenti il suo curatore,
il prof. Pietro Bolognesi dell'IFED di Padova, e
il prof. Lorenzo Maggioni del Seminario
cattolico di Milano. Entrambi hanno dato vita ad
un dibattito vivo e seguito con interesse dai
presenti. Il volume secondo, in continuità con
il primo (insieme raccolgono 50 anni di
Dichiarazioni del movimento evangelicale
1966-1996; 1997-2017), in una cultura inebriata
dal nuovo evita, a giudizio del curatore, due
tentazioni: per un verso un discorso fatto
oramai per lo più di parole vuote e noiose, per
un altro verso alle parole preferisce il
silenzio per non avere nulla da dire dinanzi ai
grandi interrogativi del nostro tempo. Evitare
queste due tentazioni è l'intento di queste
Dichiarazioni che pur essendo frutto di una
mediazione e anche di compromessi, data la
varietà del movimento evangelicale e l'ampiezza
dei fruitori finali, sono espressione di
profondi convincimenti e vengono sostenuti con
molta forza.
L'intervento di Maggioni, molto articolato e
tutto focalizzato sul rapporto
cattolicesimo-evangelicalismo, è consistito in
una valutazione complessiva dei documenti. Senza
prenderne uno nello specifico ha mostrato un
apprezzamento generale per la franchezza con cui
sono dette le cose e una passione vera che
emerge per la Parola di Dio. Dal canto suo, ha
difeso le proprie posizioni problematizzando la
lettura che in ambito evangelicale si fa dell'
et et cattolico, la lettura che si fa di Lutero,
per cui anche il mondo evangelico, a suo
giudizio, avrebbe bisogno di un canone nel
canone, preferendo l'ecumenismo, seppur tardivo
del cattolicesimo, all'idea evangelica di una
mera co-belligeranza dinanzi alle sfide etiche
del momento. Al principio del "sola Scrittura"
il cattolicesimo sostituisce il ruolo
infallibile del "solo Spirito". Per poi
affermare che Cristo non si è illibrato ma
incarnato, generando un conflitto inesistente
tra la parola scritta e quella incarnata. Un
intervento, quello del prof. Maggioni,
apprezzato, accorato e a tratti anche
autobiografico.
Bolognesi, con altrettanta paressia e chiarezza,
ha replicato a quelle che volevano essere due
"provocazioni" del suo interlocutore. Lo ha
fatto con il ribadire il principio biblico del
sola Scrittura, contestando la lettura non
storica che di Lutero si fa in ambito cattolico,
che finisce per attribuirgli l'idea di un canone
nel canone, e dimentica il principio sposato da
Lutero che la Bibbia interpreta se stessa.
Citando Atti 4,12 ha chiesto come si pone il
cattolicesimo rispetto a questa unicità della
mediazione espiatoria di Gesù Cristo. Infine,
alcune domande dei presenti hanno dato modo di
cogliere altri rilievi critici circa il primato
pietrino, ritenuto dal Maggioni frutto di una
sintesi biblica che fungerebbe da collante e
garante dell'unità della chiesa. Va detto che il
confronto tutto incentrato sul rapporto
cattolicesimo-evangelicalismo non ha permesso,
anche per questione di tempo, l'analisi di
tematiche specifiche (cura dell'ambiente,
teologia della prosperità ecc.), che pure sono
oggetto di specifiche Dichiarazioni contenute
nel secondo volume. Siamo grati al Signore per
averci dato un'ulteriore opportunità di
confronto e di testimonianza alla città.
Marzo
2019
Il
congregazionalismo di comunione nella storia e
nella vita delle chiese
|
Il congregazionalismo di comunione è stato al
centro della Compagnia degli Anziani delle chiese
CERBI tenuta a Bologna il 9 marzo 2019. Dalla loro
costituzione nel 2006, le chiese CERBI hanno dato
vita ad una forma di congregazionalismo di
comunione definendolo come "un vissuto di
relazioni inter-ecclesiali il quale riconosce che,
biblicamente parlando, la vita della chiesa locale
deve stabilire rapporti di comunione con altre
chiese locali basati sulla comune confessione
della fede evangelica e mirati al sostegno
dell'opera nei vari territori in cui esse sono
dislocate." (CdA 1/14). Nel voler esplorare le
implicazioni ecclesiologiche e sottoponendolo a
verifiche in base a casi concreti, la Compagnia
degli Anziani ha dedicato una sua sessione ad
un'analisi storica. Infatti, il congregazionalismo
di comunione è iscritto dentro la Confessione di
fede battista del 1689 (“Ogni chiesa con tutti i
suoi membri ha il dovere di pregare costantemente
per il bene e la prosperità di tutte le chiese di
Cristo in ogni luogo…..Ne consegue chiaramente che
quando delle chiese vengono stabilite per la
provvidenza di Dio, dovrebbero avere comunione tra
di loro per promuovere la pace, un amore crescente
e l’edificazione reciproca, come e quando hanno
l’opportunità di farlo e trarne vantaggio” 26.14)
preceduta e seguita da un certo vissuto nelle
chiese inglesi.
Su incarico della Compagnia, Stéphane Simonnin ha
svolto una relazione storica sull’esperienza di
congregazionalismo di comunione delle chiese
riformate battiste inglesi nel Seicento.
Raccogliendo il materiale che emerge dalle fonti
(CdF 1689, ma anche l’opera ecclesiologica di John
Owen e i verbali di incontri appositi), affiora un
quadro fluido in cui la relazione tra
l’indipendenza della chiesa locale e il “dovere”
di partecipazione ad assemblee comuni si sviluppa
soprattutto in ambiti quali la condivisione di
ministeri, la formazione dei pastori, l’aiuto ai
poveri, la supervisione dottrinale e il consiglio
sulla soluzione di conflitti.
Questo vissuto storico è stato poi messo in
relazione alle situazioni delle chiese CERBI per
approfondire ulteriormente le risorse e le sfide
del congregazionalismo di comunione. Altri temi
affrontati dalla Compagnia degli Anziani sono
stati lo sviluppo di una sensibilità nel campo
della consulenza e l'aggiornamento di vari
progetti in corso.
Visione
cristiana e qualità delle relazioni educative
In via Veglia 49 a Milano, nella Chiesa riformata
battista di speranzaxmilano, il 2 marzo scorso ha
avuto luogo un dibattito pubblico sul tema della
qualità delle relazioni educative, che ha visto
interagire, in modo apprezzato dal pubblico, due
tutor dell'apprendimento (Adele Baldi di Modena e
Bianca Carrescia di Milano), entrambe con una
lunga esperienza nel campo delle DSA (difficoltà
specifiche dell'apprendimento). Nel suo breve
intervento di apertura Matteo Clemente, pastore
della chiesa, ha letto il testo di Proverbi 1,1-9
per dire della centralità scritturale del tema
dell'educazione in genere, ribadire alcuni assiomi
propri ad una visione riformata che si
caratterizza per la realtà e centralità del Dio
che si rivela nelle Sacre scritture e nella
creazione e provvidenza, il carattere normativo
della rivelazione speciale di Dio, il mandato
culturale affidato all'uomo e alla donna e la
contestazione di ogni pretesa neutralità
nell'argomentare.
Tra i presenti vi era una buona quota di
insegnanti e genitori molto interessati e
partecipi al dibattito, che ha visto le due tutor
calarsi nei panni di due dei soggetti più
direttamente in causa (insegnante e genitore, ma
senza trascurare lo studente) allo scopo di far
emergere dalla "messa in scena" alcune delle
criticità che emergono nel proposito di
relazionarsi in modo amorevole ma anche onesto e
sincero. I presenti hanno apprezzato il loro
coinvolgimento, voluto dalle relatrici, nella
individualizzazione di tali aspetti critici e non
solo.
L'incontro ha favorito lo scambio personale e
fatto emergere il desiderio di prolungare la
proficua interazione tra insegnanti e genitori
presenti. Ha inoltre fornito ai promotori
dell'iniziativa un'opportunità ben spesa di
segnalare la propria presenza e contestualizzare
la propria testimonianza di fede in città.
Dicembre
2018
Il
documento sul rapporto tra chiese e missioni
ora anche in inglese
E’ ora disponibile anche in inglese il documento
“Collaboratori nel campo di Dio. Sul rapporto tra
chiese e missionari/agenzie missionarie” che la
Compagna degli Anziani delle chiese CERBI ha
approvato il 19 ottobre 2018. Si intitola
“Co-Workers in God’s Field. On The
Relationship Between Churches and
Missionaries/Missionary Agencies”. Con questa
traduzione si vuole permettere la circolazione del
documento anche tra le agenzie missionarie che
lavorano in Italia o che hanno a cuore di
collaborare con le chiese italiane. E’ quindi uno
strumento per sviluppare relazioni consapevoli,
rispettose, collaborative e fruttuose.
Dopo aver richiamato il senso biblico della
missione e la responsabilità dei vari soggetti
nello svolgimento della stessa, il documento
CERBI, richiamando il Patto di Losanna (art. 7),
il documento presenta alcune criticità del
rapporto tra chiese e agenzie missionarie e
suggerisce modi per ovviarle in vista della
costruzione di rapporti leali, realistici e
speranzosi.
Il documento si conclude con questa speranza:
“Come Paolo era consapevole che nel campo di Dio
c’era bisogno di collaboratori diversi, così era
certo di questo: “colui che pianta e colui che
annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (1
Corinzi 3,7). Voglia il Signore ricevere ogni
lode e onore da quello che le nostre chiese
arricchite dall’aiuto di agenzie missionarie e
missionari sapranno dare per l’avanzamento del
Regno di Dio in Italia”.
Novembre
2018
My
Hope, l’impegno delle chiese CERBI
|
Dal 7 al 18 novembre si è tenuta in tutta
Italia la campagna evangelistica incentrata sul
film La croce, su iniziativa della Billy Graham
Evangelistic Association e in collaborazione con
almeno 1700 chiese evangeliche italiane, tra cui
le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in
Italia. Ecco alcuni cenni sulle attività
promosse dalle chiese CERBI.
Ferrara
Il film La croce è stato proiettato in due
luoghi distinti. Nell'ex ospedale di Ferrara e
in una sala del centro storico, coinvolgendo
complessivamente una decina di persone non
appartenenti alla chiesa. Rrimaniamo in
preghiera affinché il Signore se vorrà dia
sviluppi all’interesse mostrato.
Cinisello Balsamo
La chiesa Balsamoxlacittà a partire da giovedì 8
novembre ha dato vita a diversi momenti di
testimonianza in occasione dell’iniziativa My
Hope Italia promossa dalla BGEA. Due le
proiezioni pubbliche rivolte in generale alla
cittadinanza. Una nei locali della chiesa e
l’altra alla Biblioteca Il Partini di Cinisello
Balsamo. A quest’ultima ha partecipato e portato
il saluto l’Assessore Riccardo Visentin. Cinque
le proiezioni presso le famiglie della chiesa il
cui invito è stato rivolto al vicinato e a
condomini. In totale sono state raggiunte una
dozzina di persone con alcune delle quali sembra
possibile fare un percorso di approfondimento
della fede evangelica.
Milano
La chiesa speranzaxmilano ha dato vita a quattro
iniziative in luoghi diversi (case private,
locale di culto, libreria, casa anziani) e con
esiti diversi (da poche a trenta presenze).
L'evento meglio riuscito è stato quello che ha
avuto luogo in una casa albergo per anziani.
Abbiamo almeno un altro evento in cantiere
presso un centro accoglienza senza fissa dimora.
Roma
A Roma la chiesa Breccia di Roma ha organizzato
la proiezione del film al Caffè Letterario di
via Ostiense il 14/11, cui è seguita la
testimonianza di vita cristiana di due giovani
credenti. Una persona ha mostrato interesse
all’evangelo e ha iniziato la lettura della
Bibbia. La chiesa Breccia di Roma San Paolo ha
organizzato la visione del film al Centro
sociale del Parco Schuster con più di venti
persone presenti. La proiezione presso il
Laboratorio delle arti ha visto alcuni
conoscenti partecipare.
Formigine
Il 16/11 il film è stato proiettato alla
presenza di una quarantina di persone presso la
Sala Civica di Casinalbo (MO) con un commento
conclusivo seguito da conversazioni individuali
e rinfresco.
Il 18/11 è stato mostrato presso i locali della
chiesa con commento conclusivo, conversazioni
individuali e rinfresco. Anche in questa
occasione, circa 40 persone hanno partecipato di
cui 7 non di fede evangelica dietro invito da
parte di membri di chiesa. Questi ultimi
proseguono i contatti e la
testimonianza.
Rovereto
La Chiesa di Rovereto nei giorni 9 e 17 ha
organizzato due eventi dal titolo “Sfidati dalla
croce” durante il quale è stato proiettato il
film La croce. Il 9 è stata organizzata una cena
solidale presso la sala di culto, alla quale i
membri della chiesa hanno potuto invitare amici
e parenti. Erano presenti circa 60 persone delle
quali una ventina erano non credenti. A fine
cena, è stato proiettato il film e poi il
pastore Angelo Sotera ha concluso con una breve
meditazione. Il 17 l’evento ha avuto luogo nel
teatro del comune di Garniga Terme ed è stato un
evento pubblico al quale hanno partecipato più
di 100 persone la metà delle quali non credenti.
La serata si è conclusa con un rinfresco, al
quale tutti hanno partecipato e dove, anche in
questo caso si è avuta la possibilità di
condividere la propria fede con le persone
presenti. Una famiglia presente a tutte e due
gli eventi, ha poi frequentato il culto della
domenica successiva. Che il Signore operi con
potenza di tutti coloro che hanno ascoltato la
“Buona notizia” di Gesù Cristo.
Trento
Il 16 è 17 novembre il film è stato proiettato
presso la sala della Fondazione Caritro nel
centro storico di Trento con un'introduzione
sulla vita e il messaggio di Billy Graham e
seguito da conversazioni individuali e
rinfresco. I partecipanti erano circa una
trentina ogni serata fra cui alcuni non credenti
invitati dai membri di chiesa. Continuiamo a
pregare che il Signore possa parlare ai loro
cuori.
Padova
A Padova ci sono stati due appuntamenti. Uno
nella chiesa in cui oltre a una cinquantina di
credenti erano presenti più di trenta nuove
persone, e uno in un ristorante a Camisano con
una decina di nuove persone. Due mesi prima
dell’evento, ciascun credente era stato invitato
a mobilitarsi per pensare e scrivere i nomi di
tre persone in un bigliettino mettendolo in una
cassettina. Questo ha favorito un impegno
personale nella preghiera e nelle iniziative.
Gli incontri sono stati sobri e diretti. Come
anticipato, è stata l’occasione per iniziare un
gruppo di studio biblico a Camisano. Al primo
incontro del gruppo di studio biblico erano
presenti quattro nuove persone.
Vicenza
La chiesa di Vicenza il 15 Novembre ha
organizzato una serata nei propri locali dove è
stato proiettato il film; erano presenti alcuni
ospiti e in particolare una signora che ci
frequenta da alcuni mesi con interesse. Alla
fine del film Daniele Bozzini ha prolungato
evidenziando e coinvolgendo i presenti sulle
specificità del messaggio di Billy Graham. La
serata ha avuto una buona interazione. Abbiamo
inoltre incoraggiato i membri di chiesa a
proiettare il film in casa coinvolgendo amici e
conoscenti, per favorire una personale
condivisione del vangelo.
Ottobre
2018
Fondazione
di chiese dall’Europa all’Italia
|
Dal 30 ottobre al primo novembre 2018 si è
tenuta la conferenza City to City Europe a
Cracovia con 32 paesi rappresentati e circa 700
partecipanti impegnati nella fondazione di
chiese nelle principali città d’Europa. Tra i
partecipanti c’erano circa 15 italiani e tre
chiese CERBI rappresentate. Attualmente le
chiese CERBI sono impegnate nella fondazione di
chiese a Milano, Roma, in Sicilia e stanno
preparandosi a iniziare progetti di fondazione a
Pescara e Verona.
Il tema, presentato in quattro sessioni da Tim
Keller, è stato “il Vangelo all’opera in me,
nella chiesa, nella città e nel mondo”. Oltre
alle sessioni di Keller ci sono stati dei
seminari specifici su diversi temi, tra cui:
fede vissuta nel luogo di lavoro,
rifocalizzazione ed equilibrio dell’attività
della chiesa, eventi di crisi nelle città, sfide
dei responsabili durante la vita della chiesa,
dalla fondazione alla maturità, come mantenere
un ministero sano nel tempo evitando
esaurimenti.
Il confronto diretto con le altre realtà europee
è stato molto stimolante per le chiese italiane
in modo particolare con quelle del sud Europa,
segnate da contesti di minoranza evangelica.
Nessun progetto di valore, in tutti gli ambiti
trattati, può prescindere da una relazione
profonda e quotidiana con il Signore nutrita
dalla preghiera, dalla parola e da una forte
dipendenza dal Signore che genera amore per Lui,
per il suo popolo e per il contesto in cui si
vive. La fondazione di chiese non è un progetto
per individui o chiese isolate, ma per reti di
chiese che, unite nella visione, collaborano
insieme e coraggiosamente per attivare progetti
ambiziosi e sostenibili.
Luca Lambertucci, Raffaele Costagliola, Valeria
Marzano.
Scuola
e laicità: una relazione incompiuta
|
|
La laicità nella scuola italiana è un tema
sempre attuale, considerate le peculiarità
storiche, normative e culturali del sistema
italiano. Sono all’ordine del giorno preghiere,
precetti pasquali, messe d’inizio anno in orario
scolastico. E poi c’è l’Insegnamento della
Religione Cattolica (IRC), insegnamento di una
confessione, svolto da insegnanti scelti dal
vescovo cattolico e pagato coi soldi di tutti i
contribuenti. Talvolta, il tema diventa
attualissimo quando i confini e le distinzioni
proprie della laicità vengono prevaricate. Come
sta accadendo in questi giorni a Caltanissetta
dove la locale diocesi cattolica ha organizzato
una serie di incontri tra il vescovo e gli
studenti delle scuole superiori della provincia
in orario scolastico sui temi discussi al Sinodo
sui giovani che si sta tenendo in Vaticano. In
un regime di laicità minima, un vescovo potrebbe
incontrare chi vuole, anche gli studenti: ma
dovrebbe farlo fuori dall’orario scolastico e
fuori dalle attività scolastiche, come qualunque
altra figura religiosa interessata ad iniziative
simili. Non così avviene in una situazione come
quella italiana dove i confini tra giurisdizione
ecclesiastica ed autonomia scolastica sono
porosi e spesso scavalcati. Il programma della
diocesi trova l’acquiescenza dei dirigenti
scolastici che, evidentemente, scontano un tasso
carente di laicità e non capiscono la necessità
di salvaguardare il confine della laicità della
scuola statale.
Tutto ciò ha fatto da sfondo al convegno su
“Scuola e laicità” tenuto Il 24 ottobre presso
l’aula magna del Liceo Classico Linguistico e
Coreutico Ruggero Settimo di Caltanissetta. Il
convegno che è stato organizzato dalla Chiesa
Cristiana Evangelica “Sola grazia” di
Caltanissetta, con la partecipazione del Comune
di Caltanissetta, dell’Ufficio Scolastico
Provinciale (VI Ambito territoriale
Caltanissetta ed Enna) dell’Alleanza Evangelica
Italiana e della casa editrice nissena Alfa
& Omega.
Alla presenza di un centinaio di persone tra
studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e
cittadini nisseni e di altre città della
Sicilia, dopo il saluto della vicepreside del
Liceo ospitante, prof. Nadia Rizzo e
dell’assessore alla scuola Pasquale Tornatore,
il pastore Nazzareno Ulfo ha introdotto e
presieduto i lavori. I relatori intervenuti sono
stati l’avv. Ivan Caradonna che ha illustrato in
un breve ex cursus la storia dell’insegnamento
della religione nella scuola italiana dall’unità
fino ai nostri giorni. Quindi, il dirigente
dell’Ambito territoriale Caltanissetta-Enna,
dott. Luca Girardi, ha affrontato la questione
della laicità nella scuola esaminando e
spiegando alcune sentenze del Consiglio di Stato
e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e
mostrando quanto controversa e, per certi
aspetti, contraddittoria sia l’applicazione dei
principi di laicità implicitamente espressi
nella Costituzione e garantiti dalla
legislazione italiana. Ha fatto seguito
l’intervento di Barbara Condorelli, responsabile
regionale per l’insegnamento della religione
cattolica, che ha affermato che l’attuale
generazione di studenti è stata definita come
“la prima generazione incredula” e che, sebbene
l’insegnamento della religione cattolica non
costituisca insegnamento catechetico per gli
studenti che se ne avvalgono, sia estremamente
importante per dare una corretta interpretazione
storica e orizzonti di senso alle giovani
generazioni. Leonardo De Chirico, vice
presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana ha
esordito dicendo che la laicità è figlia del
pluralismo religioso ed ha affermato che in una
Italia che, diversamente da altre nazioni
europee, non ha avuto né una Riforma né una
rivoluzione, la laicità tanto nella sua
formulazione teorica quanto nella sua attuazione
pratica rimane ancora acerba e immatura e che
una scuola che finanzia una confessione
religiosa (la cattolica) per svolgere il compito
di orientare spiritualmente i nuovi cittadini
non è autenticamente laica.
Dopo un ulteriore giro di interventi e le
risposte alle domande poste da alcuni degli
intervenuti, il convegno si è concluso con un
breve intervento di Ulfo che, citando un
sociologo contemporaneo, ha affermato che in
qualunque regime di monopolio la qualità
dell’offerta tende a scadere. È quindi
necessario che, per una laicità compiuta, anche
nella scuola si odano una pluralità di voci
educanti al pensiero critico in uno spirito di
confronto franco e pacifico. L’assetto della
laicità italiana è ancora lacunoso e bisognoso
di riforma culturale prima che ordinamentale.
Per favorire questo obbiettivo saranno
pubblicati gli atti del convegno in modo che
costituiscano materiale per l’avanzamento della
riflessione.
Compagnia
degli Anziani: per un fruttuoso rapporto tra
chiese e agenzie missionarie
|
La relazione tra chiese locali e agenzie
missionarie/missionari è stata al centro
dell'incontro autunnale della Compagnia degli
Anziani delle chiese CERBI, svoltasi a Padova il
19-20 ottobre. A seguito di una riflessione
avviata nel 2017 e di un percorso di lavoro che
ha avuto diversi passaggi di elaborazione, è
stato approvato all'unanimità il documento
"Collaboratori nel campo di Dio. Sul rapporto
tra chiese e missionari/agenzie missionarie" (scaricabile
da quì). Richiamando il senso del mandato
biblico di abitare la terra con responsabilità e
di discepolare le nazioni, il documento mappa le
dinamiche della missione nella Bibbia in cui si
sviluppa una sinergia tra chiese stabilite e
gruppi di persone inviate a fondarne altre o a
svolgere servizi di comune utilità. Nel corso
della storia della chiesa, questa collaborazione
complementare si è modificata in un protagonismo
delle agenzie missionarie a fronte di una
marcata staticità delle chiese. Il Patto di
Losanna (n.7) invita tutti a riequilibrare la
relazione ricostruendo il collegamento organico
tra chiese dedicate alla missione e gruppi a
sostegno della missione. La seconda parte del
documento mette a fuoco le specifiche
responsabilità delle chiese CERBI nel
relazionarsi ad agenzie missionarie/missionari
che vogliono collaborare. Si stabiliscono
criteri dottrinali e vissuti ecclesiali segnati
dalla centralità del ruolo delle chiese, per
evitare azioni indipendenti o scollegate dal
tessuto ecclesiale esistente. D'altra parte si
assume la responsabilità di coltivare una
visione missionaria capace di sognare la
crescita e camminare verso di essa. Il documento
è quindi un materiale di studio e di lavoro che
sarà tradotto nelle principali lingue usate nel
mondo evangelico contemporaneo per favorire una
riflessione aperta, trasparente e votata alla
condivisione di percorsi di servizio.
Sempre durante la Compagnia degli Anziani si è
svolto un laboratorio ecclesiologico dove sono
state presentati quattro libri recenti sulla
chiesa che hanno animato un'utile conversazione.
Non è mancato il tempo di condivisione e di
preghiera, così come la pianificazione delle
attività in comune delle chiese CERBI (come ad
esempio, l'agape del 25 aprile).
Testamento
biologico in prospettiva. Dibattito a
Formigine
|
Il 23 settembre, nella sala consiliare del
castello di Formigine (MO), si è svolta una
tavola rotonda sulle Dichiarazioni Anticipate di
Trattamento (DAT), dal titolo: "Testamento
biologico in prospettiva". L'iniziativa,
promossa dall'Associazione Evangelica
Formiginese (strettamente collegata alla chiesa
CERBI della città modenese) con il patrocinio
del Distretto Centro-Nord dell'AEI e del Comune,
si colloca tra le iniziative culturali del
Settembre Formiginese, ed ha visto coinvolti
come oratori Alessandro Piccirillo (autore
dell’articolo contenuto nel supplemento di Studi
di teologia sul testamento biologico), don
G. Semprebon (professore di etica all’Università
di Modena e Reggio Emilia), M.L Cattinari
(presidentessa dell’associazione laica “Libera
Uscita”) e l’avv. Pierangela Panini (esperto
legale). La tavola rotonda, tenuta davanti a una
sala gremita, ha rappresentato un importante
contributo evangelico all'informazione rivolta
alla cittadinanza e a una proposta culturale
alternativa rispetto alle narrazioni prevalenti
sull'etica di fine vita. La battaglia comune
emersa dalla serata è stata il far rientrare in
modo sereno e responsabile la dimensione del
morire all'interno di un discorso pubblico e
privato. Ribadendo molto dell'impianto della L.
219/2017 da un'ottica evangelica, ci si è potuti
aprire con sano realismo alla finitudine
dell'esistenza umana e alle dinamiche
relazionali e di alleanza che vanno attivate per
il bene della persona (malata) e delle persone
coinvolte.
Cogliere questa opportunità contribuisce ad
aiutare gli individui a farsi carico degli
scenari di fine vita contrastando la
tabuizzazione della morte e la cultura della
delega in bianco al personale medico. La
battaglia culturale è ancora lunga.
Quale
eredità della Riforma protestante?
Nel corso del 500 anniversario della Riforma
protestante (2017) sono stati molti gli
appuntamenti che le chiese CERBI hanno
organizzato ed animato per valorizzare il
significato teologico e culturale della Riforma.
Sotto forma di conferenze, mostre, convegni,
ecc., si è cercato di alfabetizzare il pubblico
delle nostre città, offrire occasioni di
testimoinianza dell'evangelo, interloquire con
il mondo della cultura. Questi video sono stati
realizzati a margine di un'importante iniziativa
svolta a Trento nell'ottobre 2017 che ha visto
per una settimana interse diverse iniziative
susseguirsi per sottolineare l'importanza della
Riforma protestante a 500 anni di distanza.
Echi
dalle Giornate teologiche 2018
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“Le Giornate teologiche vengono da una storia
che scommette sulla necessità di vivere oggi una
fede evangelica che sia rigorosamente biblica,
culturalmente responsabile e capace di sognare
oltre la mera sopravvivenza”. Con questa
proposta programmatica Leonardo De Chirico ha
aperto la trentunesima edizione delle Giornate
Teologiche dell’IFED di Padova (7-8 settembre
2018) dal titolo “Il profeta Geremia: verso una
nuova alleanza”, ricordando l’ormai consolidata
presenza di questo appuntamento nell’agenda
dell’evangelismo italiano.
Durante due giorni molto intensi, i quasi
trecento partecipanti, attraverso le fasi
cruciali della predicazione di Geremia, hanno
avuto l’occasione di confrontarsi con un
pensiero vivo e concreto. Lontano dalle
semplificazioni biografiche con cui si rischia
di ridurre il messaggio profetico a moralistici
esempi da seguire, i vari contributi di L. De
Chirico, A. Memme, P. Lamanna, S. Olaru, S.
Simonnin, D. Garrone, G.P. Aranzulla, W. Binni,
L. Bruni, G. Rizza, P. Bolognesi e N. Ulfo hanno
cercato di comprendere la collocazione di una
predicazione antica di oltre 2500 anni,
all’interno del piano di Dio, quindi della
storia.
Nel corso delle GT sono stati consegnati i
diplomi a 5 studenti che hanno completato il
Corso di cultura teologica. Sono stati presenti
anche i corsi attivati per l’A.A.
2017-2018 e la novità del Corso IFED
ONLINE, a testimonianza della vitalità
dell’IFED e della ricchezza della proposta
formativa.
In questi due video, due pastori delle chiese
CERBI, Nazzareno Ulfo e Giuseppe Rizza,
commentano la visione profetica di Geremia anche
nei suoi risvolti per il presente.
Giornate
Teologiche 2018 - Intervista a Nazzareno Ulfo
Giornate
Teologiche 2018 - Intervista a Giuseppe Rizza
Luglio
2018
La
chiesa evangelica è il luogo dell'annuncio
dell'evangelo biblico
Un servizio televisivo da Padova
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La chiesa evangelica CERBI di Padova è stata al
centro di un servizio televisivo della rete
Gruppo TV7 sui diversi luoghi di culto nel
capoluogo patavino. La seconda parte del
servizio è interamente dedicata alla chiesa
evangelica di cui si mostrano i locali (la cui
architettura riflette una visione complessiva
della fede cristiana), l'annessa biblioteca e il
cui pastore, Pietro Bolognesi, viene
intervistato sul senso della fede evangelica.
Nell'intervista Bolognesi sottolinea
l'importanza per la fede di andare "ad fontes",
alla fonte dell'evangelo che è la Scrittura. E'
lì che la purezza della buona notizia può essere
attinta. E' importante che, nell'immaginario
pubblico a cui un servizio televisivo come
questo contribuisce, la fede evangelica non sia
associata ad un fenomeno entusiastico o a delle
credenze secondarie, ma ad una fede storica,
ecclesiale e pubblica, forte di un'identità
biblica aperta al dialogo ed impegnata per il
bene della città. Una fede che sa essere cultura
alla gloria di Dio.
Maggio
2018
Italiani
al Forum europeo dei leader cristiani
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Cinque partecipanti provenienti dalle chiese
CERBI erano presenti alla diciassettesima
edizione del Forum europeo dei leader cristiani
che ha avuto luogo a Wisla, in Polonia, dal 19
al 24 maggio.
Il Forum si propone di collegare tra loro
responsabili di chiese e di varie istituzioni
evangeliche, mettendo a disposizione risorse di
vario tipo con lo scopo di rinnovare la chiesa
ed evangelizzare l’Europa.
Gli oltre 800 partecipanti provenienti da tutta
Europa, oltre all’opportunità di ascoltare le
predicazioni di Peter Williams (Tyndale House
Cambridge) sulla vita ed il servizio del re
Davide, durante le sessioni plenarie del
mattino, hanno assistito a seminari di
approfondimento su vari argomenti e svolto
attività specifiche nei vari gruppi tematici di
cui hanno scelto di far parte. Gianni da Vicenza
e Alessandro da Padova hanno dato il loro
contributo al gruppo dell’apologetica; Gioele da
Roma ha lavorato insieme ad altri interessati
alla fondazione di chiese; Sergio da Padova era
impegnato con persone coinvolte nel mondo dei
media; Leonardo da Roma, oltre alla
partecipazione specifica nel gruppo dei teologi,
ha contribuito in maniera significativa
nell’insegnamento e nell’approfondimento sulle
questioni riguardanti il cattolicesimo. La
versione inglese del suo libro su Maria ha
ricevuto numerosi attestati di stima dopo essere
stata distribuita a tutti i partecipanti del
Forum.
Nel programma, pur molto intenso e variegato,
non sono mancate le opportunità per pregare e
cantare insieme, per conversare e costruire
relazioni costruttive tra i partecipanti
provenienti da culture e contesti molto diversi
tra loro. Come ogni anno si è trattato di
momenti molto fecondi non solo per la crescita
personale dei partecipanti, ma anche per la
realizzazione e lo sviluppo di progetti comuni a
livello europeo.
Come chiaramente percepibile dalle brevi
interviste ai partecipanti italiani, è molto
vivo il senso di privilegio per la nostra
presenza in simili contesti. Si sono potuti
stabilire collegamenti con persone ed
istituzioni di altre nazioni, ma soprattutto è
stata sfruttata l’opportunità di esserci non
semplicemente come consumatori di un evento, ma
come portatori di una solida identità spirituale
maturata nel proprio contesto ecclesiale.
L’auspicio è che nelle prossime occasioni altri
possano beneficiare di simili opportunità,
partecipando in maniera attiva e costruttiva
alla crescita del regno di Dio in Italia.
Stupenda
grazia al Faiths in Tune di Torino
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In occasione del Salone Internazionale del
Libro di Torino (10-14 Maggio), alcuni membri
delle chiese CERBI, con l'ausilio di credenti di
altre chiese evangeliche, hanno formato un
gruppo musicale e preso parte al Festival
Internazionale delle religioni attraverso la
musica e le arti (FIRMA) promosso
dall'associazione Faiths in Tune, in
collaborazione con il CESNUR (Centro
Studi sulle Nuove Religioni). L'evento è stato
introdotto dalla fondatrice dell'associazione Faiths
in Tune, Anja Fahlenkamp, la quale ha
espresso la propria gratitudine ai partecipanti,
evidenziando come l'arte nelle sue varie forme
possa essere un mezzo per abbattere le barriere,
promuovere la conoscenza ed il dialogo
interreligioso. Con questa premessa, spiega la
fondatrice, è nata l'idea di un festival per
poter dedicare uno spazio ad ogni confessione
religiosa.
Pur essendo consapevoli del contesto ecumenico,
multi-religioso e delle tante voci
spiritualmente dissonanti, la partecipazione del
gruppo denominato Amazing Grace è stata
certamente una buona occasione per far risuonare
le note dell'Evangelo in accordo con la Parola
di Dio.
Sono stati eseguiti tre inni classici della
tradizione protestante: Forte Rocca è il
nostro Dio di Martin Lutero, O Gesù
mia gioia di J.S. Bach e Stupenda
Grazia del Signor di John Newton,
riproposti in una forma musicale contemporanea,
nel desiderio di trovare una continuità tra il
passato e il presente senza perdere nulla della
ricchezza spirituale dell’innologia.
L'esecuzione è stata preceduta da
un'introduzione di Gianfranco Piccirillo che ha
fornito la cornice spirituale e storica di
ciascun brano, in modo da arricchirne
l'esecuzione e promuovendo inoltre l'uscita
prossima dell'innario Stupenda Grazia (frutto
della collaborazione delle chiese CERBI con
altre chiese evangeliche italiane) del quale
essi faranno parte.
L’organizzazione ha anche consentito la
fruizione di uno spazio per l’esposizione di un
banco libri dove i partecipanti hanno potuto
consultare letteratura evangelica e ricevere
informazioni sulle attività delle chiese Cerbi.
Maria
della Bibbia, Maria della mariologia?
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La Maria della Bibbia è la Maria della
mariologia? E cosa direbbe la prima Maria della
seconda? Queste domande sono state al centro di
una serata tenuta alla Villa Casati Stampa,
presso Società San Paolo a Cinisello Balsamo
(MI), il 4 maggio 2018 ed organizzata dalla
chiesa CERBI Balsamoxlacittà. Alla presenza di
una sessantina di partecipanti, è stato
presentato il libro: Maria. Una guida
evangelica, Caltanissetta, Alfa & Omega
2017. Al tavolo Leonardo De Chirico, professore
di teologia storica all’IFED e autore del libro,
e don Giacomo Perego, biblista e docente di NT
presso l’Istituto Teologico Internazionale del
Pime, Monza.
Dopo il benvenuto, per i saluti istituzionali ha
preso la parola la Sindaca della città Siria
Trezzi, che ha rivolto parole di elogio per la
presenza evangelica della chiesa
Balsamoxlacittà “molto attenta” sul
territorio cittadino e coinvolta nel tessuto
socio-culturale-religioso.
De Chirico ha riassunto il contenuto del libro
in tre domande: 1. Come spiegare lo iato che
esiste tra la Maria della Scrittura e quella
della tradizione se non attraverso
l’allontanamento dalla sobrietà della
presentazione biblica di Maria e la proiezione
su Maria di titoli, ruoli e prerogative che non
le appartengono? 2. Come spiegare la prossimità
avvertita nella mariologia cattolica da parte di
tante persone se non attraverso l’allontanamento
dal Figlio e dallo Spirito Santo? 3) Come
spiegare il marianesimo dei papi recenti (su
tutti Francesco) se non come altra faccia di una
cattolicesimo che, mentre sembra cambiare, in
realtà non cambia?
L’intervento di don Perego ha cercato di
interagire con queste domande insistendo sulla
dinamica interna alla vita della chiesa come
motore dello sviluppo mariologico. Ha
riconosciuto che per la dottrina e la
spiritualità cattolica non è la Scrittura
soltanto ad essere il punto di riferimento per
la vita. La questione mariologica rimane un
prisma attraverso cui vedere all’opera i cardini
del cattolicesimo che, andando oltre la
Scrittura, le vanno contro.
Davide Cianci
Aprile
2018
Agape delle
chiese Cerbi del 25 aprile
Qui Milano
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“Al cuore della città con l’evangelo al centro”
è stato il titolo e il sentimento che ha
accomunato le chiese CERBI del Nord Italia
nell’agape annuale che si è svolta a Milano.
Oltre alle chiese “ospitanti” di Milano
(Speranza per Milano) e Cinisello Balsamo
(Balsamo per la città), hanno preso parte
all’incontro credenti provenienti dalle chiese
di Trento, Rovereto, Vicenza, Padova, Ferrara,
Bologna e Formigine. Il senso di fede, il
privilegio di ascoltare la Sua Parola e di
testimoniare un Vangelo integro ha accompagnato
e sostenuto la consapevolezza che Dio ha un
progetto per Milano e per le nostre città: anche
questa è una parte dell’eredità della Riforma,
di cui abbiamo celebrato il cinquecentesimo
anniversario nel 2017. Il messaggio portato dal
pastore Luigi Dalla Pozza ha stimolato i
presenti a declinare il vangelo in un linguaggio
pertinente e comprensibile, a riconoscere gli
idoli che dominano la vita delle nostre città e
ad abitarle nel senso più ampio e biblico del
termine. Divisi in gruppi, abbiamo pregato nei
luoghi rappresentativi della storia, cultura,
economia e governo della città, per ritrovarci
poi tutti insieme in Piazza S. Babila ed
affermare attraverso testimonianze, canti e
coreografie che, anche a Milano, Dio ha
suscitato un suo popolo che ha a cuore il bene
della città.
Enrico Calanchi
Qui Pescara
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Per le chiese del centro sud, l’agape delle
chiese CERBI si è tenuta a Pescara, città per la
quale, da anni e con l’impegno diretto della
chiesa di Chieti, si prega in vista di una nuova
fondazione di chiesa. Le chiese di Chieti,
Campagna, Monte di Procida, Roma Primavalle,
Breccia di Roma, la chiesa nigeriana City of
Worship ed alcuni rappresentanti di altre chiese
abruzzesi, si sono date appuntamento
all’auditorium Cerulli, per poi recarsi in un
vicino parco dove si è tenuta la prima parte del
programma. Le testimonianze pubbliche hanno
invitato a riflettere i presenti sul fatto che
ogni uomo è alla ricerca di qualcosa, ma la
Parola invita le chiese ed i singoli credenti a
ricercare qualcosa di ben preciso: il bene delle
città dove si viene collocati dal Signore.
Cristo è venuto affinché il suo bene per le
persone e il mondo intero sia ricevuto e
vissuto. Per rappresentare simbolicamente la
chiamata verso questa città, si è scelto di
piantare un olivo al centro del parco alla
presenza delle autorità locali. La pianta
rappresenta l’intenzione del popolo di Dio di
mettere radici salde a Pescara e di essere una
presenza forte e fruttuosa, la cui fragranza dei
frutti possa divenire balsamo lenitivo per le
ferite spirituali della città. Altre
testimonianze pubbliche hanno richiamato i
presenti a cercare il Signore oggi, finché lo si
può trovare, per ricevere la vera liberazione
(facendo riferimento alla festa nazionale) che
nessuno può ottenere senza Cristo. L’agape si è
conclusa all’auditorium dopo alcuni canti ed un
breve messaggio del pastore Armando Granito su
Geremia 29 che ha invitato a rispondere ai
soprusi con la bontà, il diritto e la giustizia
che provengono da Dio. Una colletta a favore
dell’impegno dell’Alleanza Evangelica Italiana
per la libertà religiosa ha dato uno sbocco
concreto all’appello biblico di “cercare il bene
della città”.
Chiara Lamberti
Qui Caltanissetta
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La Chiesa Cristiana Evangelica "Sola Grazia" di
Caltanissetta, con le chiese in formazione di
Catania, Comiso (RG) e Milazzo (ME) hanno goduto
della comunione fraterna, in un clima di gioia,
atteggiamento di preghiera all'ascolto del tema
della "Signoria di Cristo e libertà".Nella città
nissena, le chiese si sono riunite allo scopo di
testimoniare della propria fede alla città e, in
particolare, al vicinato iniziando la giornata
con un incontro all’esterno del locale di culto.
Nel quartiere, ha risuonato la voce del popolo
di Dio che ha cantato con trasporto l’inno “La
legge dell’amore”. Il tema della giornata è
stato declinato esaminandolo da quattro
prospettive diverse (un intervento per
ciascuna): biblica, giuridica, storica e
cristocentrica.
I due interventi iniziali della mattinata, il
primo: "La Bibbia ha una teologia politica?"
(Nazzareno Ulfo), allo scopo di avere una
corretta concezione della politica secondo la
verità della Scrittura e il conseguente impegno
politico; nel secondo: "Lo status questionis
sulla libertà religiosa in Italia" (Ivan
Caradonna) si è detto del legame tra
protestantesimo e libertà religiosa nel nostro
paese, del suo sviluppo nella nostra nazione,
delle distinzioni esistenti a livello
costituzionale e dei vuoti che rimangono da
colmare. Nel pomeriggio, le relazioni sono state
su "Liberi per l’Evangelo, tensione tra libertà
civile e annuncio del Vangelo" (F. Pollicino) e
"Il ministero regale di Cristo e alcune
implicazioni politiche - Lex Rex di S.
Rutherford" (Nazzareno Ulfo). L'interconnessione
delle prospettive esposte ha dato una visione
chiara e limpida del tema e ha avuto lo scopo di
produrre una maggiore consapevolezza della
coscienza cristiana in ambito civico, affinché
il popolo di Dio dia "a Cesare quel che è di
Cesare e a Dio quel che è di Dio" (Matteo 22,21)
vivendo in modo attivo la propria doppia
cittadinanza come testimone del Vangelo, luce,
sale e lievito nel mondo.
Andrea Lavagna
Programma agape delle chiese Cerbi del
25 aprile
Come ogni anno, sin dalla fondazione delle
chiese CERBI (2006) e prima ancora a partire dai
primi Anni Novanta, si rinnova la bella
“tradizione” dell’agape annuale del 25 aprile.
L’agape è un un’occasione di comunione e
testimonianza pubblica in cui le chiese sono
coinvolte nella loro interezza in un incontro di
popolo. Quest’anno le agapi si terranno a
Milano, Pescara e Caltanissetta. Ecco i
programmi indicativi della giornata.
Qui Milano
Tema: “Al cuore della città con l’evangelo al
centro”
10.00 Ritrovo presso chiesa valdese, via F.
Sforza 12 e programma del mattino
12.30 Pranzo al sacco in un parco cittadino
15.30 Preghiera in luoghi simbolici della città
e testimonianza pubblica in piazza Duomo
Info: 338 406 3246 e 327 086 0707
Qui Pescara
Tema: “Cercate il bene della città” (Ger 29,7)
10.00 Arrivo presso struttura "Cerulli" Via
D'Avalos
10.30 Inizio, benvenuto
Trasferimento presso il parco ex caserma Cocco
Dono alle autorità presenti e piantumazione di
un albero di ulivo.
Canti e messaggi al parco
12.30 Pranzo al sacco
14.30 Ritorno al Cerulli
Programma pomeridiano
Predicazione di Armando Granito
Condivisione e richiesta preghiera fra le chiese
Raccolta fondi per l’AEI
16.30. Conclusione
Info: 348 518 8717
Qui Caltanissetta
Tema: Signoria di Cristo e libertà
Luogo: Caltanissetta, via P. Nenni, 46 bis
Arrivo: ore 10:30
Canto e adorazione
Quattro brevi sessioni (20 minuti ciascuna) su:
1. La Bibbia ha una teologia della politica? (N.
Ulfo)
2. Liberi per l’Evangelo: tensione tra libertà
civile e annuncio del Vangelo (F. Pollicino)
3. Lo status questionis sulla libertà religiosa
in Italia (I. Caradonna).
4. Il ministero regale di Cristo e alcune
implicazioni politiche - Lex Rex di S.
Rutherford (N. Ulfo)
Ore 12:30. Agape
Ore 15:30. Preghiera, canti e testimonianza in
vari luoghi della città.
Ore 16:30. Conclusione e saluti.
Marzo
2018
Quale rapporto tra chiese e
agenzie missionarie?
La Compagnia degli Anziani si
interroga su questo nodo importante
La relazione tra le chiese locali e le agenzie
missionarie che operano in Italia è stata al
centro della riflessione della Compagnia degli
Anziani delle chiese CERBI, riunitasi a Roma il 3
marzo scorso. Molte chiese hanno al proprio
interno dei missionari mandati da organizzazioni
missionarie e questa presenza è un dono e una
responsabilità. Un gruppo di chiese era stato
incaricato di elaborare una bozza di documento che
facesse il punto sulla questione e individuasse le
aree critiche, oltre alle evidenti potenzialità di
questo rapporto, suggerendo anche strumenti per
affrontarle. Quattro documenti preparatori sono
stati esaminati e ulteriormente approfonditi in
vista della stesura della versione finale. La
prossima CdA, convocata per ottobre 2018, ritonerà
sul tema, Il desiderio è di avere uno strumento
per le chiese ma anche per le agenzie missionarie
con cui le chiese si interfacciano per rendere la
collaborazione fruttuosa, realistica e rispettosa
dei ruoli di ciascuno.
Nel corso della Compagnia, sono stati anche
presentati aggiornamenti sullo sviluppo di
progetti di fondazione di chiesa a Roma San Paolo,
in Sicilia e a Verona, segno che le chiese sono
animate da un desiderio di crescita della
testimonianza evangelica in Italia. Le località
della prossima agape del 25 aprile, l'annuale
incontro di popolo delle chiese CERBI, sono state
individuate e a breve saranno comunicati i
programmi. La preghiera gli uni per gli altri e i
legami di comunione esistenti hanno reso
l'incontro della Compagnia ricco e benedetto.
Novembre
2017
Da Wittenberg a Ferrara
(1517-2017) - 500° della Riforma!
A conclusione delle iniziative in occasione del
500° della Riforma protestante, l’Associazione
evangelica CERBI di Ferrara ha organizzato una“Conferenza
sulla Riforma del XVI secolo” nella
prestigiosa Sala Agnelli della
Biblioteca Ariostea.
Dopo un’introduzione di Alfonso Sciasci,
referente dell’Associazione, davanti ad una sala
gremita, il prof. Pietro Bolognesi ha
sottolineato l’importanza di chiarire quale
significato dare al termine “riforma”
poiché, di fronte alle sue molte accezioni, si
rischia di rimanere nell’ ambiguità. Il termine
Riforma nasce in ambito cattolico, sotto la
spinta di vari ordini monastici, o dei Concili,
soprattutto del Concilio Vaticano II che parla
di “Perennis Reformatio”. In
questo caso Riforma denota un
rinnovamento della chiesa per migliorare certi
aspetti o rinnovare pratiche liturgiche, ma
senza sconvolgimenti o rimessa in discussione
dei fondamenti.
Diversamente, la Riforma del XVI secolo fu un
evento anche traumatico, che arrivò a
riconsiderare i fondamenti non solo della chiesa
ma anche della cultura occidentale. Quale
prospettiva offre la Riforma protestante? Il
prof. Bolognesi afferma che le sue ragioni
storiche, sociali, morali e intellettuali, anche
le sue basi teologiche, benché importanti, non
sono sufficienti a definire la sua natura. Ciò
che rappresenta il “cuore” della Riforma del XVI
secolo, fondamentalmente, è la libera azione di
Dio che si riappropria del suo mondo.
Il rapporto con Dio è la chiave di volta per la
comprensione profonda di quell’evento. La
ri-centratura su Dio nasce dalla constatazione
della distanza tra il dover essere del
mondo e la sua deformazione. Tutti gli eventi
storici (l’invenzione della stampa, la scoperta
dell’America, l’Umanesimo) sono così rivisitati
come eventi non semplicemente umani, ma
originati dal favore di Dio. I Riformatori,
uomini fallibili e manchevoli come tutti,
avevano però chiaro questo e si collocarono come
“dipendenti” del Dio che muove la storia. La
Riforma non è quindi un movimento dal basso, ma
nasce dall’alto. Il criterio della Riforma è il
primato riconosciuto a Dio.
La Riforma 500 anni dopo vede una pluralità di
iniziative, un impegno notevole per la cultura
italiana. Nel XVI secolo furono tre i fronti su
cui la Riforma ebbe un impatto: i papisti,
i libertini e gli illuminati.
Questi tre fronti, sotto diverso nome, sono
ancora presenti nella nostra cultura, e ancora
oggi il contributo della Riforma è riaffermare
che il punto centrale è il rapporto con Dio. Chi
sa questo non è assillato dall’angoscia del
consenso, da cui è condizionata l’attuale
società, ma promuove la sua trasformazione
collocandosi nel solco della Riforma
protestante.
La Riforma è conclusa?
interessante confronto a Vicenza
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Nella bella sala delle conferenze di palazzo
Cordellina, sede della Biblioteca civica
Bertoliana di Vicenza, ha avuto luogo
un’interessante confronto tra il prof. Pietro
Bolognesi (Ifed) e il prof. Francesco Gasparini
(Facoltà Teologica del Triveneto) sul tema “La
Riforma è conclusa? Le differenze fondamentali
tra cattolici e Protestanti sono davvero
superate?”
La serata, a completamento di un programma
celebrativo del Cinquecentenario della Riforma
Protestante che ha già visto la mostra
illustrata (aprile) e una serie di passeggiate
cittadine (aprile-ottobre), ha registrato una
buona partecipazione.
Dopo un breve saluto da parte del Direttore
della Biblioteca Bertoliana, dott. Lotto, il
moderatore Luigi Dalla Pozza ha introdotto il
tema della serata, ricordando che, nonostante un
tormentato percorso storico, la Riforma
Protestante gode oggi di un generale consenso.
Una tale affermazione è stata supportata dalla
lettura di alcuni passaggi di articoli da
svariate testate nazionali, rimarcante come
l’ecumenismo contemporaneo sembri avere risolto
i disaccordi teologici fondamentali che
portarono alla rottura della cristianità
occidentale.
I relatori si sono alternati negli interventi,
rispondendo alle domande loro poste, ovvero:
Davvero la Riforma fu “figlia della politica” e
solo in seconda battuta della teologia? La
Riforma viene spesso rappresentata come un
movimento di rinnovamento morale della società
con risvolti in ambito politico, economico,
artistico, familiare; ma è possibile individuare
nella Riforma un motivo fondamentale, un punto
focale? Le istanze di allora possono dirsi oggi
ancora attuali? Le differenze fondamentali tra
cattolici e protestanti possono dirsi veramente
superate?
Il contenuto ed il tono delle relazioni hanno
delineato due traiettorie nitide. Il Prof.
Bolognesi ha esordito ricordando come il termine
Riforma non sia stato un’invenzione Protestante,
semmai un desiderio che da secoli la chiesa
rincorreva senza mai realizzarlo. Ha proseguito
sottolineando come con Lutero e la Riforma da
lui iniziata si giunga soprattutto a ristabilire
il primato di Dio sulla realtà. In effetti, ha
dichiarato il prof. Bolognesi, quest’anno si è
parlato molto di Riforma e poco di Dio. Eppure,
ha proseguito, l’approccio a Dio è il parametro
discriminante. Nella teologia cattolica è
rappresentabile come un movimento lineare, un
processo mediante cui l’uomo lentamente ma
inesorabilmente si appressa a Dio grazie alla
mediazione della Chiesa; con la Riforma
protestante, al contrario, c’è la riscoperta che
la frattura che separa Dio dall’uomo è
incolmabile per iniziativa di quest’ultimo; solo
per l’azione divina l’uomo è riconciliato per
grazia mediante la fede. La giustificazione,
propriamente, consiste nella dichiarazione di
giustizia in Cristo imputata all’uomo. Le
distanze tra cattolici e protestati, pertanto,
non sono eliminabili.
Il Prof. Gasparini, da parte sua, ha elogiato
alcuni tratti del contributo di Lutero. La
Riforma è stata un importante stimolo al
cambiamento, e non può dirsi conclusa, in quanto
la Chiesa è sempre protesa al rinnovamento. Ha
inoltre evidenziato quelli che a parer suo sono
degli ambiti problematici aperti dalla Riforma e
tuttora non risolti: il rapporto Stato-Chiesa,
l’antropologia e la questione della libertà
dell’uomo, la natura della fede che salva e la
sua comunicazione, il rapporto tra fede e
violenza, la questione
dell’intolleranza/rispetto tra fedi diverse. Per
il relatore cattolico, comunque, lo snodo
centrale rimane il problema della
giustificazione, ovvero come l’uomo possa
trovare la salvezza.
I due relatori hanno in seguito risposto ad
alcune domande del pubblico, concordando che la
“Dichiarazione congiunta sulla dottrina della
giustificazione” cattolico-luterana del 1999 è
stata, appunto, una dichiarazione congiunta e
non una confessione comune, e che nonostante un
ascolto reciproco rispettoso, permangono
differenze importanti, tra cui proprio quella
del contenuto e dell’applicazione della
“giustificazione”. Insomma, una
conversazione rispettosa e ricca di spunti e
precisazioni, capace di delineare alcuni nodi
teologici irrisolti, coerente rispetto alle
reciproche identità confessionali, lontana dallo
spirito mieloso dell’ecumenismo contemporaneo.
Ottobre
2017
Agape delle chiese Cerbi
Qui Trento
Wittenberg 1517 - Trento 2017
A due giorni dal cinquecentesimo anniversario
dell'affissione delle 95 tesi da parte di
Lutero, le chiese CERBI del nord Italia si sono
riunite a Trento (29/10), nei luoghi simbolo del
Concilio e della controriforma cattolica, per
riaffermare l'attualità della Riforma
protestante e l'impegno a mantenere fede, come
popolo di Dio, ai principi biblici che portarono
alla presa di posizione dei riformatori del xvi
secolo. Quasi 400 persone hanno preso parte al
culto e hanno accolto la sfida del profeta
Abacuc, mediante la predicazione del pastore
Pietro Bolognesi, ad ascoltare la Parola del
Signore, a temerlo e ad assumere un impegno a
360 gradi e a lungo termine, che è una vera
scelta di vita.
Nel pomeriggio, la passeggiata istruttiva
attraverso i luoghi chiave della città, favorita
dalla bella giornata, si è conclusa nella piazza
di Santa Maria Maggiore davanti all'edificio
ecclesiastico che ospitò le sessioni del
Concilio. Su un filo rosso retto dalle persone
presenti, sono state appese delle nuove tesi che
testimoniano il proposito di continuare a vivere
ed applicare i principi della Riforma nel
contesto della società italiana di oggi,
riconoscendo nella fedeltà di Dio il sostegno e
la costante che nel corso della storia ha sempre
accompagnato le prese di posizione in favore
della sua Parola.
Qui Roma
In piazza Martin Lutero
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L’annuale agape delle chiese CERBI per il
centro sud si è svolta a Roma (28/10) con
spirito di festa, ma anche con la consapevolezza
di essere eredi di un messaggio importante da
trasmettere. Molte decine di credenti
provenienti dalle chiese sorelle, ma non solo,
sono accorsi nella città che cinque secoli fa
scandalizzò il monaco agostiniano che poi
riscoprì l’evangelo biblico. La scelta del luogo
d’incontro non è stata casuale; la giornata si è
infatti svolta nella piazza che di recente è
stata intitolata a Martin Lutero e che, grazie
alle favorevoli condizioni metereologiche, era
piena di persone con le quali molti sono
riusciti a condividere il senso dell’incontro.
La giornata è cominciata con una “caccia al
tesoro” che ha voluto rievocare la riscoperta
che cinquecento anni fa sconvolse il mondo. La
riscoperta del vero tesoro: la Parola di Dio.
La lettura di alcune parti degli scritti di
Lutero ha evidenziato gli effetti liberatori
della scoperta del vero significato della grazia
e della giustizia di Dio. Alcuni presenti hanno
condiviso pubblicamente cosa significhi per
loro, nella loro vita personale e quotidiana, la
consapevolezza del “sola grazia”, “sola
Scrittura”, “sola fede”, “solo Cristo” e “solo a
Dio la gloria”. Le testimonianze sono state
intervallate da canti che partendo da “Forte
rocca” e passando per “Stupenda grazia” hanno
rievocato la lunga storia del popolo di Dio in
cui le chiese CERBI si identificano e di cui
sono eredi.
Il pastore Augusto Melini ha poi predicato sul
testo di Atti 24 ricordando come il termine
“Riforma” sia spesso abusato e quanto invece ci
sia bisogno di una riforma spirituale radicale
secondo la Parola di Dio. La chiesa di
Primavalle ha presentato dei canti il cui nuovo
testo, come era abitudine di Lutero, è stato
adattato su melodie popolari. La giornata si è
conclusa con un girotondo accompagnato dal canto
“Non c’è Dio grande come te!” e con la preghiera
che il Signore possa operare una vera e radicale
Riforma nel nostro Paese.
Testo del sermone di Augusto Melini
A proposito di
Riforme... (da Atti cap.
24)
Agape Cerbi – Roma, sabato 28
ottobre 2017
L’Enciclopedia Treccani dà la seguente
definizione del vocabolo “riforma”:
«Modificazione sostanziale, attuata con metodo
non violento, di uno stato di cose, di
un’istituzione, o di un ordinamento. In
particolare, il termine è stato usato per
indicare innovazioni o mutamenti profondi nella
vita dello Stato o della Chiesa, dovuti – almeno
per quanto riguarda lo Stato – all’azione
legittima e regolare dei poteri costituiti».
Sempre a proposito di Stato, quante volte
abbiamo sentito parlare, dai vari politici che
si sono succeduti in questo ultimo ventennio, di
“riforme necessarie al nostro Paese”?
Oggi, celebrando in questa piazza un culto che
vuole inserirsi nella cornice delle iniziative
per il Quinto Centenario della Riforma
protestante (1517-2017), facciamo tre brevi
considerazioni.
Ci sono sempre state
“riforme” di sola facciata. Nel cap.
24 del libro degli Atti l’evangelista Luca
racconta come l’apostolo Paolo, in seguito al
suo arresto (avvenuto a Gerusalemme per aver «fomentato
le folle») e al suo trasferimento a
Cesarea, sia dovuto comparire davanti al
governatore Marco Antonio Felice per difendersi
dalle accuse mosse contro di lui dai Giudei.
Relativamente al nostro tema, vediamo che
l’avvocato accusatore Tertullo inizia la propria
arringa cercando di accattivarsi le simpatie del
governatore (v. 3). Infatti lo loda, dicendo che
durante la sua amministrazione egli ha attuato«riforme
in favore di questa nazione». Ora, per
dirla tutta, storici accreditati come Giuseppe
Flavio (di origine ebraica) e Tacito (romano)
descrivono Felice come un uomo che NON ha
affatto operato in favore della «molta
pace» esaltata da Tertullo. Inoltre, come
ci segnala lo stesso Luca, in barba alle severe
leggi romane anticorruzione, egli cerca di avere
qualche “bustarella” da Paolo (v. 26). Insomma,
citando Salomone: «Ciò che si è fatto è
quel che si farà: non c’è niente di nuovo
sotto il sole» (Ecclesiaste 1:9)! In
tutte le epoche il problema è sempre stato, ed è
tuttora, uno solo, lo stesso: il peccato
– cioè l’allontanamento da Dio. Azioni malvagie,
crudeltà, insensibilità, egocentrismo,
corruzione: lo spartito non cambia e non può
cambiare da solo... Soltanto l’intervento di Dio
risolve!
?C’è stata nel passato
una Riforma di vera rottura.
Il 31 ottobre di 500 anni fa, nella cittadina
tedesca di Wittenberg, attraverso il monaco
agostiniano Martin Lutero, Dio diede inizio a
una serie di eventi che sconvolsero
letteralmente l’Europa. Il giovane professore di
Sacra Scrittura, proprio come l’apostolo Paolo
in Atti 24, ebbe poi a trovarsi di fronte alle
grandi autorità politico-religiose del suo
tempo; e, come Paolo, restò fermo sulle proprie
convinzioni di fede. Quella che Dio attuò,
servendosi di Lutero, fu una vera e propria riforma
di rottura nei confronti di un
cristianesimo – quello cattolico-romano del
tempo – sempre più idolatrico, distante ormai
anni luce dall’evangelo della salvezza offerta
da Dio all’uomo peccatore per sola
grazia – e non per
opere/meriti – e mediante la sola fede
in Cristo Gesù (e solo in
Lui). Oggi, proprio in questa città di Roma, noi
sentiamo tutto il privilegio di proclamare che,
grazie alla Riforma protestante, Dio è
tornato a essere Dio per l’umanità
peccatrice, bisognosa di conforto vero
e di salvezza certa.
?C’è ancora oggi chi
si proclama erede di quella Riforma.
L’apostolo Paolo, sempre in Atti 24, confessa di
fronte al governatore Felice di «adorare il
Dio dei suoi padri, secondo la Via (=
l’evangelo di Gesù Cristo), credendo in
tutte le cose che sono scritte nella Legge e
nei Profeti» (v. 14). Ecco il compendio
della vera fede cristiana: Dio,
il Creatore di tutte le cose; la Scrittura
che ce lo rivela e che è la guida autorevole in
ogni aspetto della vita (non un ente
ecclesiastico che amministra e dispensa);
Gesù Cristo,
incarnato/morto/risorto/tornato alla gloria del
Padre, unico mediatore tra Dio e gli uomini.
Oggi noi ci sentiamo, a tutti gli effetti, eredi
della Riforma del XVI secolo e dei valori da
essa (ri)messi in campo. È una bella
eredità, una sfida che raccogliamo con gioia per
proclamare l’unico vero Evangelo di
Gesù Cristo.
Ottobre
2017
Cercando la sapienza di Dio
per crescere
La Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI
|
Un sermone di Giuseppe Rizza su Proverbi 1,7 ha
dato l'avvio alla Compagnia degli Anziani delle
chiese CERBI (Padova, 13-14/10/2017) richiamando
l'attenzione sul tema della sapienza divina
quale fattore indispensabile per camminare nella
volontà di Dio. Collegandosi al V centenario
della Riforma, Rizza ha ricordato come i
riformatori abbiano ricentrato la ricerca della
sapienza sulle direttrici della Parola biblica;
la stessa scelta di campo deve essere
costantemente fatta per non correre il rischio
di rimanere invischiati nei richiami di
sedicenti sapienze che sono carnali e
fuorvianti. Proprio il centenario della Riforma
ha fatto da sfondo ai lavori della Compagnia. Le
chiese CERBI, infatti, sono state massicciamente
impegnate nelle celebrazioni del V centenario (e
lo sono tuttora) con iniziative capillari sui
vari territori con l'ausilio della mostra
appositamente realizzata e che ha riscontrato il
plauso di molti visitatori, conferenze, tavole
rotonde, passeggiate storiche, concerti, ecc.
che hanno permesso di coinvolgere molte persone
nella varie città. Come far maturare questo
capitale d'interesse riscontrato in un
avvicinamento più marcato all'evangelo è un tema
che ha sollecitato la discussione. Altri temi
discussi dalla Compagnia sono state le relazioni
tra le chiese e le agenzie missionarie in
qualche modo collegate ad esse e vari progetti
in campo per sviluppare l'ecclesiologia del
congregazionalismo di comunione che caratterizza
le relazioni tra le chiese. La Compagnia si è
anche rallegrata per l'imminente pubblicazione
delle Dichiarazioni evangeliche II,
curate da Pietro Bolognesi, per i tipi delle
Edizioni Dehoniane di Bologna, che sono un fiore
all'occhiello della pubblicistica evangelica e
un prezioso strumento per promuovere l'identità
evangelica dentro le chiese e fuori da esse.
Settembre
2017
L'energia in movimento della
Riforma
Attualità dell’eredità evangelica a Formigine
(MO)
Formigine (MO) – La Riforma Protestante è stata
“una rinascita, un rinnovamento di verità
dimenticate, un’esplosione di spiritualità”, la
liberazione di energie in movimento per
ripensare la teologia, la chiesa, la cultura,
l’etica, l’economia e la politica. È così che è
iniziata la conferenza “La Riforma ieri e la
Riforma oggi: perché la Chiesa ha bisogno di
essere sempre riformata”, tenutasi la sera di
sabato 23 settembre presso la Sala Loggia del
Comune di Formigine.
Sempre qui, tra sabato e domenica, l’Associazione
Evangelica Formiginese con il
patrocinio del Comune ha ospitato la mostra
itinerante 500
della Riforma, che lontano da
un’operazione archeologica ad attualizzare
questa storica eredità. È in questa cornice che
la conferenza ha visto oltre una cinquantina di
partecipanti ascoltare e interagire con gli
interventi di Leonardo
De Chirico e Irene
Bitassi. Mentre il primo apriva offrendo
una chiave di lettura unitaria della Riforma,
per non disperdersi in rivoli e rivoletti di
particolari difficili da ricomporre altrimenti,
la seconda ha ripercorso la vicenda riformata a
Modena fra il 1536 e il 1571. Macro e micro, i
grandi temi della teologia evangelica e le
vivide esperienze locali.
Guardando a tre opere di Lutero del 1520, De
Chirico ha esposto come la Riforma riscoprisse
il rapporto diretto con Dio, possibile solo
tramite l’intermediazione di Cristo. Cristo
ridiventa così l’unico mezzo di salvezza e
l’unico mediatore. Il fatto che non ci siano
altri intermediari porta a un ribaltamento dei
rapporti che cambia il volto della Chiesa, pur
non discutendo i ruoli, e cambia quelli della
società, dove ogni individuo è responsabilizzato
davanti a Dio e alla comunità civile.
Bitassi ha illustrato come le idee della
Riforma circolassero sul territorio modenese in
modo piuttosto disinvolto tanto da animare la
vita culturale e religiosa di Modena e al
contempo impensierire lo Stato Pontificio
che le contrastò sino allo smantellamento di
quel tessuto evangelico che si era andato
formando.
E la Riforma oggi? Mentre è di stimolo
conoscere un’eredità locale prima interrotta e
oggi presente, diviene sempre più cruciale
mantenere alta l’alfabetizzazione sul senso
profondo della Riforma per interagire in modo
aggiornato e competente con le sirene ecumeniche
e per liberare spore di rinnovamento evangelico
nella società circostante.
Luglio
2017
La Riforma Protestante a
Vicenza
150 anni dalla nascita dall'evento che ha
cambiato il corso della storia europea
|
Sappiamo molto del '500 vicentino dal punto di
vista architettonico. Fu il secolo di Andrea
Palladio e libri che trattano l'argomento
certamente non mancano. Molto meno, invece,
sappiamo di un aspetto storico e sociale che
caratterizzò quel secolo e che ebbe anche a
Vicenza importanti ripercussioni. Un aspetto
che, per vari motivi, i testi di storia non
hanno trattato in modo esauriente e che oggi
trova una nuova luce grazie ad un agile
volumetto del vicentino Luigi Dalla Pozza
pubblicato dall'editore Cierre: La riforma
protestante nella Vicenza del Cinquecento.
Prendendo spunto proprio dalla storia, l'autore
ha dato alle stampe il libro perché quella
riforma compie oggi cinquecento anni
(1517–2017). Un evento che ha cambiato il corso
della storia europea in Italia e del quale nel
tempo si è creata un'immagine spesso negativa:
per questo le celebrazioni del cinquecentenario
sollecitano una revisione della memoria
collettiva sui fatti occorsi secoli or sono
anche nella nostra città. Questa parte di storia
cittadina è stata a lungo trascurata e, con
alcune recenti eccezioni, inquadrata in maniera
sbrigativa come "eresia". Tuttavia - si legge
nelle note che accompagnano il libro -
derubricare tutte le iniziative di riforma
avvenute in città come “eresia”, e rinominare
tutti i protagonisti del cambiamento delle
corrotte prassi medievali indistintamente come
“eretiche”, non è accurato né teologicamente, né
storicamente. Il libro ripercorre il
cinquantennio 1520-1570 raccontando il
cambiamento dei costumi che si diffuse a Vicenza
tra le famiglie più illustri della città, ma
pure tra commercianti e artigiani. I circuiti
che vennero a crearsi attorno alla Scrittura e
alle letture delle pagine dei riformatori
d’oltralpe sfociarono in un abbozzo di
rinnovamento che voleva influenzare le strutture
sociali, economiche ed urbane della città. E
secondo alcuni studiosi, anche l’architettura di
Andrea Palladio è un esempio di questa ricerca
del nuovo. Gli effetti furono da un lato la
costituzione del cenacolo di Cricoli, ovvero
l’inizio della diffusione delle idee della
Riforma luterana, e dall'altro la pubblicazione
del Ragionamento di Alessandro Trissino,
un’esortazione a confessare pubblicamente la
fede e a voltare le spalle al papismo. L'autore
vuole così accompagnare i lettori in un breve
viaggio alla scoperta di una città e di alcune
sue famiglie che accolsero le istanze della
Riforma Protestante, divenendo uno dei
principali centri di diffusione delle idee
calviniste in Italia.
(di Alessandro Scandale; per continuare a
leggere clicca
qui
Giugno
2017
Un appuntamento a Milano per
parlare della Riforma
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“La Riforma, cosa è stata veramente?”, era
questo il titolo della conferenza tenuta a
Milano il pomeriggio di sabato 24 Giugno nella
chiesa evangelica Punto Lode, in collaborazione
con la chiesa Speranza x Milano.
La conferenza era strutturata in due parti,
nella prima parte è stata esposta una panoramica
sul periodo storico nel quale Lutero ha vissuto
e sui principi che Lutero ha voluto sottolineare
in seguito ad aver affisso le 95 tesi sulla
porta della chiesa del castello di Wittemberg. È
stato mostrato e sottolineato come Lutero fosse
un uomo che non si è mai voluto considerare
“rivoluzionario” ma che ha dato una grande
svolta alla storia della chiesa e soprattutto un
enorme contributo a tornare alle fonti e alla
genuinità della Parola di Dio. Questa prima
parte della conferenza si è conclusa con un
tempo dedicato alle domande e con la possibilità
di osservare la mostra itinerante “500 della
Riforma”, che resterà nella chiesa Punto Lode
fino a Sabato 1 Luglio.
Nella seconda parte della conferenza è stato
evidenziato quanto la Riforma sia compito di Dio
soltanto, la Riforma non è partita da un uomo,
da una coscienza individuale, da una chiesa, non
è una pianificazione umana, ma la Riforma è Dio
che riprende possesso del Suo mondo. Quando
parliamo di Riforma non abbiamo più a che fare
semplicemente con l’uomo, la chiesa, ma solo con
Dio, che entra nel mondo e che dà un nuovo
assetto, per modificare alle radici la
comprensione che abbiamo di noi stessi e della
realtà intera.
Ecco perché è importante che le chiese
evangeliche prendano o riprendano coscienza
ancora oggi del vero significato della Riforma.
Il Prof. Bolognesi ha concluso la conferenza con
l’augurio e la sincera preoccupazione che la
celebrazione del Cinquecentesimo anniversario
della Riforma possa suscitare nuovi
interrogativi non su quello che l’uomo può fare
ma su ciò che Dio potrà fare nella nostra vita e
nel nostro mondo.
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La
fede riformata battista
La Confessione di fede
battista del 1689 e il
Catechismo di Spurgeon (con
Strumenti per lo studio di
Samuel Waldron)
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Auguri
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le celebrazioni del 150°
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Confessiamo
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I 5 Sola della Riforma
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Giugno
2017:
Lutero e l’attualità:
quale rilevanza della Riforma?
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Giugno
2017:
Tra musiche del
Cinquecento e letture del
carteggio tra Renata di
Francia e Calvino
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Giugno
2017:
La Riforma come
evento ecumenico?
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Maggio
2017:
Viaggio in Germania
nei luoghi della Riforma
protestante: impressioni dai
partecipanti
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Maggio
2017:
Guicciardini e la
Riforma. A margine di una
mostra
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Aprile
2017:
Eredità, identità,
vocazione: viaggio nei luoghi
della Riforma di Lutero
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Marzo
2017:
Il centenario della
Riforma come occasione di
testimonianza
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scrivete a: info@cerbi.it
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