ULTIME NOTIZIE:



Dicembre 2022

Un nuovo innario: Stupenda grazia!

Le Chiese evangeliche riformate battiste in Italia sono liete di accogliere il nuovo innario Stupenda grazia, pubblicato dall’editore Alfa & Omega in diversi formati e frutto del lavoro in collaborazione con altre chiese evangeliche italiane iniziato nel 2013.
Siccome lo scopo principale dell’esistenza è glorificare Dio e gioire in Lui per sempre (Salmo 104), la finalità di un innario è contribuire a questo progetto di vita.
Esso è uno strumento, tra gli altri, che aiuta, incoraggia, invita il popolo di Dio a glorificarLo nel culto comunitario, negli incontri inter-ecclesiali e di testimonianza, nelle devozioni famigliari e personali. Dio è degno di essere adorato e l’innario è un sussidio per vivere questa vocazione in modo dignitoso. 


Ottobre 2022

Ordinamenti interni e vissuti di chiese confessanti alla Compagnia degli Anziani

Irrobustire i vissuti delle chiese locali per prepararsi a forme future di riconoscimento. Può essere questa la sintesi dei lavori della Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI che si è tenuta a Padova il 14 e 15 ottobre 2022. Dopo l’ascolto della predicazione di Daniele Bozzini su Giosuè 23 e momenti di preghiera per la vita delle chiese, i lavori si sono incentrati sul bisogno di lavorare sugli ordinamenti interni delle singole chiese in vista di possibili percorsi di riconoscimento giuridico delle chiese facenti parti della comunione di chiese.

La Compagnia si è anche soffermata sui progetti comuni delle chiese come la pubblicazione dell’innario “Stupenda grazia” (frutto del lavoro in collaborazione anche con altre chiese evangeliche italiane), l’agape del 25 aprile, il nuovo sito cerbi.it che sarà pronto a breve, la domanda su come essere chiese confessionali e confessanti che coniugano la solidità dottrinale e la freschezza spirituale ed evangelistica.

Nella relazione della Commissione Referente che è stata letta alla Compagnia, un pensiero di gratitudine al Signore è stato espresso per la vita del pastore Augusto Melini (1953-2022) che è stato chiamato dal Padre alla gloria in attesa della resurrezione.
Il pastore Melini è stato un uomo fedele che ha servito la causa dell’evangelo nella chiesa di Roma Primavalle. Dopo la sua chiamata, come da lui stesso preparato, i credenti della chiesa di Primavalle si sono aggregati al progetto di fondazione della chiesa Breccia di Roma Prati.


Luglio 2022

Abitate abbondantemente la Parola. Il laboratorio della predicazione 2022

Dal 14 al 16 luglio di quest’anno si è tenuta presso l’IFED la tredicesima edizione del Laboratorio della predicazione. L’evento ha raccolto, come ogni anno, diversi anziani, conduttori e membri di chiesa (25 i partecipanti) impegnati nella predicazione provenienti da tutta Italia (e non solo). Un tempo che ha permesso di condividere una vocazione, una chiamata, attraverso lezioni frontali, condivisioni di esperienze di predicazione, condivisione dei testi e delle strutture omiletiche.

Tra i tanti contributi e la pluralità di esperienze coinvolte può essere individuato un filo conduttore in Colossesi 3,16: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente”. Ciò che muove, ciò che suscita, ciò che consente alla predicazione di esistere è la Parola di Cristo. Cosa infatti può essere proclamato se non questa Parola. Se non c’è Cristo allora si tratterà di un bel discorso ma non rientra nel registro della predicazione. Il predicatore è colui che è all’ascolto della Parola, si apre alla conoscenza di Dio attraverso la sua vicinanza, la sua prossimità, il suo frequentare la Parola. E da questa vicinanza può aprire a far comprendere la realtà di Dio.

Non è semplicemente uno che la indica, con il dito come da lontano, ma come a cavallo tra due mondi. Un piede nel mondo di Dio, nella sua casa, e uno ancora di qua da dove può far cenno per entrare. Non si predica semplicemente il testo ma si penetra la realtà dove Dio vuole che si vada. Il predicatore è lui stesso in quella realtà ed aiuta gli altri ad entrare. Un predicatore che non vive ciò che predica in effetti non riuscirà a portare una vera predicazione, sarà qualcosa di sterile, che non apre, che non smuove e non suscita, per l’opera dello Spirito Santo, la risposta di Atti 2,37: “Fratelli, che dobbiamo fare?”.

Questa Parola va anche abitata. Una casa è abitata quando è familiare, quando si è a proprio agio in ogni stanza. È frequentata e non certamente di rado, ma conosciuta e vissuta. Non ci si accontenta della versettologia, del singolo versetto portato a paradigma di sistema. È una conoscenza di ampio respiro, che vede lo sviluppo nella storia delle dottrine di Dio, che riconosce la loro applicazione, che tenta di tenere insieme tutto il consiglio di Dio. E infine se ne sottolinea l’abbondanza. La Parola deve essere fruttuosa. Non si tratta di quanti versetti si citano durante la predicazione. Implica piuttosto se questa Paola mi impegna totalmente, se ne respira la fragranza, se ne riconoscono i frutti, se tiene lontano dal peccato e avvicina alla santità di Dio. Alla base della predicazione sta la relazione con la Parola di Cristo. Se è abitata abbondantemente la predicazione non sarà mai sterile. Forse non susciterà le risposte che uno si aspetta ma non risulterà mai un semplice intrattenimento.

Il Laboratorio non si prefigge solo di avere un focus sulla predicazione ma anche sulla liturgia del culto. Introduzioni, aperture, cene del Signore, preghiere e testimonianze, canti. Tutto questo in effetti appartiene e trova cittadinanza all’interno dell’adorazione a Dio. La predicazione non è né posta fuori all’adorazione, come se la lode fosse una cosa e l’annuncio della Parola di Dio un’altra. Né assume l’esclusività dell’adorazione, il culto non è solo predicazione. La predicazione dunque va valorizzata all’interno del culto come sua parte integrante, in un’ottica in cui il culto è sempre un atto plurale, composito ma pur sempre unitario.

La predicazione non è la totalità della vita della chiesa ma pure riveste un ruolo speciale e particolare. Se fallisce, se non mostra la sua cittadinanza nell’abitazione della Parola di Cristo, tutti i ministeri ne soffrono. In effetti è come la metafora suggerita durante il corso: “se ho male al dito, ho semplicemente male al dito, ma se ho male alla testa non riesco a fare nulla”. La predicazione non è tutto ma impatta tutto. Ha un effetto sistemico sulla vita della chiesa.

Una delle serie di predicazioni presentate è stata quella sul libro del profeta Giona. Michelangelo quando lo raffigura nella cappella Sistina lo mostra come uno che sta andando ma come guardandosi indietro. Giona rappresenta una umanità che fa dell’autonomia il suo idolo, c’è una chiamata ma fugge dalla parte opposta. L’augurio è che un simile laboratorio sia come un fabbro, che aiuti a temprare, a rinsaldare, a togliere le scorie e purificarne il metallo di uomini che rispondono e continuano a rispondere alla chiamata di Dio a proclamare la sua Parola.

Giuseppe Della Ragione

 

Aprile 2022

SPECIALE AGAPE CERBI 2022

Agape delle chiese CERBI (I): comunione, confessione, costruzione

Dopo due anni di sospensione causati dalla pandemia, il 25 aprile 2022 si è tenuta l’agape delle Chiese evangeliche riformate battiste in Italia (www.cerbi.it). Una delle attività comuni di queste chiese è proprio l’agape annuale come occasione periodica di rinnovare la comunione nell’evangelo tra tutti i membri delle chiese e fra le chiese associate. Quest’anno l’agape si è tenuta a Roma ed è stata vissuta in due momenti principali: il culto della mattina (al Cinema Adriano) e il corteo di preghiera e di testimonianza del pomeriggio (con tappe in piazza Cavour davanti alla Corte di Cassazione, davanti alla RAI e presso i giardini di Castel Sant’Angelo). Più di 300 persone vi hanno preso parte dal Nord al Sud d’Italia, non solo dalle chiese CERBI, ma anche con rappresentanti di altre chiese evangeliche.

L’agape è stata un’occasione di comunione nell’evangelo tra chiese sorelle, così come per vivere la fede in modo confessante, cioè ritrovandosi per il culto evangelico e per la promozione della cultura evangelica, per l’edificazione personale e per la fondazione di chiese, per la testimonianza dell’evangelo nelle comunità e nelle istituzioni. Nel corso dell’agape, è stata data attenzione alla fondazione di una chiesa evangelica nel quartiere di Prati, a ridosso del Vaticano e luogo in cui la RAI ha i suoi uffici centrali. L’agape è stata allora anche un momento di costruzione di quello che Dio ha preparato. Proprio tra le vie del quartiere si è svolto il corteo che ha plasticamente rappresentato la volontà di un popolo di camminare in esso portando i valori dell’evangelo.

Durante il culto tenuto al Cinema Adriano, oltre ai canti di lode al Signore, è stata data l’opportunità alle diverse chiese presenti di raccontare il percorso svolto negli ultimi anni tramite l’ausilio di un oggetto. Alcune chiese hanno testimoniato le difficoltà vissute durante la pandemia (peraltro condivise con tutte le chiese evangeliche) e quelle della ripartenza. Altre hanno dato voce alle sfide in corso per quanto riguarda progetti di fondazione o l’accoglienza di nuovi membri. Tutte le chiese hanno espresso la fiducia nell’affidabilità di Dio a portare a compimento l’opera da Lui iniziata pur nella precarietà diffusa.

continua la lettura dell'articolo >>

 

Agape del 25 aprile: comunione e testimonianza

Dopo l'interruzione dovuta alla pandemia, torna la tradizionale agape del 25 aprile delle Chiese CERBI che si terrà a Roma.
Quest'anno l'agape avrà una duplice finalità: ravvivare la comunione e la visione delle nostre chiese confessanti e confessionali e dare testimonianza pubblica dell'evangelo alla città di Roma in occasione dell'avvio della fondazione di una nuova chiesa nel quartiere Prati/Trionfale.
Anche altre chiese evangeliche romane sono state invitate ad unirsi a noi. Contiamo di essere alcune centinaia di persone!

Ecco il programma dettagliato:

11.00-13.00 : culto evangelico presso il Cinema Adriano (piazza Cavour);
13.00-14.00 : pranzo al sacco all'aperto e momento conviviale in piazza Cavour;
14.00-16.30 : corteo di preghiera e di testimonianza (2-3 km) che tocca alcuni luoghi simbolo (Corte di cassazione [per l'amministrazione della giustizia], RAI [per una riforma della cultura e dell'informazione], Castel Sant'Angelo [per una stagione di rinnovamento evangelico]).

Per informazioni:
www.brecciadiroma.it
https://spaolo.brecciadiroma.it


Dicembre 2021

Un libro sulle associazioni tra chiese battiste inglesi, con uno sguardo sull’Italia

In occasione del 150 anniversario della costituzione dell’Associazione Grace Baptist Churches (SE) in Inghilterra è uscito un volume celebrativo sul tema dell’associazionismo tra chiese congregazionaliste. Il volume è Association. Local Independent Baptist Churches in Fellowship and Mission, edd. R. King & A. King, London, Grace Publications 2021.

Come è noto, l’ecclesiologia battista è congregazionalista in quanto valorizza la vita della chiesa locale come comunità di credenti riuniti dalla Parola alla presenza di Cristo al servizio di Dio Padre nella potenza dello Spirito Santo.

Nel corso della storia, a partire dal Seicento, vi sono stati varie esperienze di associazioni di chiese battiste che, nel rispetto della vita della chiesa locale, hanno trovato forme di collaborazione in svariati campi. Le Grace Baptist Churches inglesi sono un esempio di tale associazionismo. In occasione del loro anniversario hanno voluto promuovere una riflessione biblica e storica sul percorso fatto in quanto chiese locali “associate”. I diversi contributi sottolineano non solo la legittimità biblica di tali forme di cooperazione tra chiese congregazionaliste, ma anche la loro utilità per lo sviluppo della testimonianza.

Nel volume è contenuto un saggio di Leonardo De Chirico sull’esperienza di associazione tra chiese riformate battiste in Italia rappresentato dalle chiese CERBI. La traduzione italiana adattata del saggio è “Riformati battisti in Italia. Appunti di un percorso in divenire”, Loci Communes (22/12/2021).




La Compagnia degli Anziani accoglie una nuova chiesa

Le Chiese evangeliche riformate battiste in Italia crescono lentamente, ma crescono. La recente Compagnia degli Anziani, tenuta a Padova il 22-23 ottobre u.s., ha infatti accolto l’adesione della chiesa di Verona, frutto di un progetto pionieristico della chiesa di Vicenza che ha tenuto il primo culto pubblico nell’ottobre 2020.

Alla Compagnia degli Anziani hanno partecipato i responsabili delle chiese per una due giorni intensa di ascolto della Parola, preghiera e confronto sui numerosi punti all’ordine del giorno. La Parola è stata predicata da Reid Karr (Chiesa evangelica Breccia di Roma San Paolo) sul tema della contentezza. Partendo da Ebrei 13,5-6 e citando l’opera del puritano Jeremiah Burroughs, Karr ha parlato della contentezza come di un “gioiello raro” della vita cristiana.

Oltre a votare l’adesione della nuova chiesa di Verona, la Compagnia ha esaminato alcuni progetti riguardanti la vita delle chiese e ha stabilito di tenere l’annuale agape del 25 aprile in una sede unica (Roma) per il 2022. La serata del venerdì è stata trascorsa in preghiera per la vita e la testimonianza delle chiese, senza nascondersi le criticità esistenti insieme ai segni di benedizioni che le accompagnano. La Compagnia è stata anche un tempo di incoraggiamento a continuare a sperare e a lavorare per lo sviluppo della fede evangelica nel nostro Paese al cui servizio le chiese CERBI danno un contributo significativo.


 

Uno stand della chiesa al Settembre formiginese

Nel fine settimana del 25-26 settembre 2021 la Chiesa Evangelica CERBI di Formigine (MO) ha partecipato al weekend dedicato alle associazioni nell'ambito del 50° Settembre Formiginese, una vetrina per presentare le attività commerciali, sportive, associazionistiche di vario genere al pubblico. Dato il significativo anniversario (50°) della manifestazione cittadina, la chiesa di Formigine - che partecipa attivamente e con costanza dai primi anni ‘90 - ha voluto portare sulla piazza pubblica due aspetti: una proposta culturale riferita agli studi biblici degli scorsi mesi ed una valorizzazione della partecipazione alla manifestazione stessa nell’arco del tempo.
?
Lo stand allestito nella piazza principale del paese aveva in bella mostra due pannelli espositivi sul tema “Etiche in rete”, uno con 6 affermazioni relative alla rete e la sua etica affiancato dall’altro con 6 affermazioni relative all’etica cristiana per la rete; gli stessi punti sono stati riportati e sviluppati in un volantino da distribuire. È stato possibile anche esporre materiale informativo riguardante percorsi storici, proposti da qualche anno alle scuole medie della provincia, intitolati “Una passeggiata nella Modena della Riforma”. I percorsi vengono proposti come lezione da tenere in aula con l’aggiunta di un itinerario nelle vie di Modena.
?
Un’altra porzione dello stand era dedicata ad un pannello che riportavano i temi che la Chiesa ha proposto nell’arco di quasi trent’anni. La ricerca negli archivi storici ha dato risalto alla partecipazione costante nel tempo e alla crescita della Chiesa nel proporre iniziative di spessore nel contesto di una manifestazione che a livello locale è cresciuta costantemente in partecipazione e importanza. Nonostante il maltempo abbia limitato le opportunità di dialogo e interazione, è stata un’occasione per ringraziare Dio per la sua fedeltà negli anni e per riconoscere il privilegio di evangelizzare manifestando pubblicamente l’infinitamente varia sapienza di Dio. A Lui va la riconoscenza per la ricchezza che ci dona di condividere anche attraverso le opportunità date dall’amministrazione locale.


 

Ferrara: posta una targa dedicata a Fanino Fanini

Il 17 settembre 2021 si è compiuto a Ferrara il progetto di apporre una targa in memoria del martire evangelico Fanino Fanini (Lugo, 1520 – Ferrara, 1550), strangolato e arso per la sua fede in questa città. La sua prigionia, il suo processo e la sua esecuzione furono al centro di notevoli attenzioni nella corte ferrarese. Oggi, dopo cinquecento anni (e uno) dalla sua nascita, gli evangelici ferraresi hanno inteso rinnovarne il ricordo.

La giornata è cominciata con un convegno pubblico nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea. I tre relatori, i professori Pietro Bolognesi,Leonardo De Chirico e Antonella Cagnolati hanno illustrato sotto diversi aspetti la vita di Fanino, la sua fede semplice e genuina nel Vangelo per la sola grazia di Dio, la sua coraggiosa predicazione evangelica per la quale pagò con la vita, la sua eredità. In particolare, Pietro Bolognesi ha commentato le parole incise nella targa: “martire evangelico di fede e libertà”; Antonella Cagnolati ha approfondito le testimonianze storiografiche e l’importanza europea della figura di Fanino; Leonardo De Chirico, dopo aver rievocato le iniziative che nel tempo hanno preceduto quella di oggi, ha riassunto la testimonianza del martire con tre parole: “Laico, seme, beneficio”.

Alle ore 15.00, in Piazza Trento Trieste è poi avvenuta la cerimonia dello svelamento della targa commemorativa sulla facciata del Palazzo della Ragione. Erano presenti le autorità cittadine, nella persona dell’Assessore alla cultura, e inoltre il Presidente del Consiglio Comunale di Faenza, oltre a numerosi spettatori. L’evento è stato accompagnato da musiche dell’epoca, eseguite magistralmente dal “El Kabod Quartet”, che ha concluso con il brano di Lutero “Forte Rocca”. La memoria dell’evangelico Fanino Fanini è ora permanentemente impressa sul marmo, nel centro della città estense, proprio in prossimità del suo martirio.

L’evento non è stato solo la commemorazione di un martire di fede e di libertà, ma anche una celebrazione della parola che libera, quella Parola che “in eterno è stabile nei cieli”. La chiesa riformata battista di Ferrara, che ha promosso le iniziative, ringrazia prima di tutto Dio che “compie l’agire e l’operare” e poi anche tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa, sia con la preghiera sia con la presenza e l’accompagnamento.
Per maggiori dettagli: https://chiesaevangelicadiferrara.com


 

Luglio 2021

Passeggiando per le vie della Riforma a Vicenza

Nel 2017, così come in molte altre città italiane, è emersa la necessità di comprendere quanto la Riforma protestante abbia sfiorato Vicenza a distanza di cinquecento anni dal suo inizio simbolico. Il risultato di questo lavoro, che ha prodotto tra le tante anche la pubblicazione di La Riforma Protestante nella Vicenza del Cinquecento di Luigi Dalla Pozza, continua a distanza di qualche anno attraverso le “Passeggiate per le vie della Riforma”, organizzate dalla Chiesa CERBI di Vicenza.

Le Passeggiate sono dei tour guidati che ripercorrono una cinquantina d’anni piuttosto sconosciuti della storia di Vicenza. Dal 1520 al 1570 circa, la città visse un autentico spirito di riforma della fede e conseguentemente dei costumi.

Le idee di Lutero prima, e di Calvino poi, che nel Cinquecento coinvolsero l’Europa intera, penetrarono nel territorio vicentino con rapidità e vigore incontrando un terreno particolarmente fertile e bisognoso di rinnovamento. Molte tra le famiglie più illustri della città così come commercianti, artigiani e altri ancora aderirono a quello che veniva chiamato il “cristianesimo privo di tradizioni e idolatrie”, facendosi promotori di un movimento che, a partire dalla persona, ambiva ad influenzare le strutture sociali, economiche ed urbane. A detta di alcuni studiosi perfino l’architettura di Andrea Palladio venne profondamente influenzata da questo intenso processo di rinnovamento.

Le passeggiate collegano i protagonisti vicentini della Riforma ai luoghi cardine e alle principali opere palladiane del centro città. Cittadini di ieri che si collocano come veri esempi di fede per quelli di oggi, pronti a restare fermi nelle loro convinzioni rifiutando ogni approccio nicodemistico, che pure ha contraddistinto l’Italia di quest’epoca.

È bello vedere come il riscoprire questo passato “riformato” della storia cittadina abbia avuto un impatto interessante sulla città stessa, sia tra i partecipanti alle visite, interessati a comprendere la Riforma, sia negli ambienti accademici: il Museo del Palladio, ad esempio, rilancia con un corso di formazione di settore per la conoscenza del Palladio in relazione alla sua committenza riformata.

Quest’anno l’itinerario dei tour si arricchisce con la visita della mostra sulla Riforma, allestita in maniera permanente all’interno dei locali della Chiesa, tracciando un collegamento diretto tra gli accadimenti storici e le sue propaggini attuali.


 

Giugno 2021

“Passeggiate paoline” a Roma

Le “Passeggiate paoline” sono una nuova
iniziativa della chiesa Breccia di Roma San Paolo,in collaborazione con l’ICED. Il 26 giugno 2021 è stata offerta per la seconda volta: si tratta di una camminata nel quartiere della città di Roma che porta il suo nome e dove la sua memoria è diffusa, per scoprire le tracce della vita dell’Apostolo e quale collegamento abbiano con la città Roma.

La “Passeggiata” si è svolta in tre tappe:
Prima tappa - Basilica di San Paolo. Luogo della sua ipotetica sepoltura, in questa prima tappa i partecipanti sono stati esposti al racconto della vita dell’apostolo, alla sua conversione, ai motivi che lo hanno condotto a Roma. I testi biblici biografici e autobiografici hanno accompagnato l’excursus storico della vita di Paolo e hanno mostrato come da persecutore della fede cristiana Paolo si trova a diventare un perseguitato per la stessa fede. Alla conclusione è stato fatto dono di un braccialetto da usare come mappa per la Passeggiata.

Seconda tappa - Largo Corinto. Piazza circondata da strade che portano il nome delle città visitate proprio da Paolo. In questa tappa i partecipanti hanno potuto conoscere il messaggio per cui Paolo si spende, viaggia, scrive, cioè l’Evangelo. Un’attenzione particolare è stata data alla lettera ai romani. Alla conclusione ai partecipanti è stato fatto un ulteriore dono: una Bibbia, a dimostrazione che il messaggio di Paolo è accessibile anche oggi.

Terza tappa - Catacomba di Santa Tecla. Un luogo particolarmente interessante, dove è stato ritrovato il ritratto più antico di Paolo. In questa tappa i partecipanti si sono confrontati con l’impatto e le influenze del messaggio paolino nella sociologia, teologia, filosofia e la cultura in generale. Un messaggio ancora attuale e che chiama a vivere la propria vita “in Cristo”.

La “Passeggiata paolina” nei suoi soli due appuntamenti ha visto il coinvolgimento di circa 20 persone tra adulti, bambini, insegnanti, lavoratori, studenti. Dio volendo, ci saranno altri appuntamenti tra l’estate e l’autunno. 


 

Maggio 2021

Ripartire dai fondamentali
La Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI

Si è tenuta a Bologna il 29 maggio 2021 la Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI. Si è trattato del primo incontro di persona dopo l’anno di restrizioni e c’era una certa emozione nel riassaporare le relazioni fraterne tra anziani di chiese. Prima di affrontare i vari punti all’ordine del giorno, la Parola è stata predicata dall’epistola a Tito da parte di Luigi Dalla Pozza, anziano della chiesa di Vicenza. Anche a livello della vita delle chiese, tutti ci poniamo la domanda: come e da dove ripartire? Ecco il testo del messaggio:

Ripartire dai fondamentali
Tito 1,1-4
Luigi Dalla Pozza

L’attuale crisi sanitaria globale sta impattando sul nostro modo di vivere e amplificando altre crisi: sociale, lavorativa, educativa, ambientale, immigratoria, ecc. Molte sicurezze date per acquisite sono venute meno. Le autorità europee e mondiali per fronteggiare la situazione stanno investendo risorse pari a quelle utilizzate nel secondo dopo-guerra. Molti osservatori affermano che la pandemia covid-19 segnerà un cambiamento epocale.

In effetti, è plausibile che gli investimenti economici da soli non bastino a risolvere la crisi globale. Servono delle riforme. In Italia si parla di riforma della giustizia, della pubblica amministrazione, del lavoro… Ma per una vera ripartenza sociale che sconfigge gli egoismi locali e sovranazionali serve soprattutto una riforma del modo di pensare all’uomo e alla vita.      

Anche la comunità ecclesiale è stata colpita dalla pandemia. Soprattutto a livello relazionale. Con il prossimo e con Dio. Lo stop prolungato degli incontri in presenza e l’utilizzo delle piattaforme virtuali, peraltro utili, ha indebolito la dimensione comunitaria a favore di un maggior individualismo, e ha assopito la vocazione ad essere testimoni del Dio vivente per lasciare spazio all’intimismo e alla comodità. Quindi non si tratta di volere tornare come prima, ma di riformare la chiesa per guardare avanti.

L’epistola di Tito riflette una situazione di “crisi” causata da vari fattori, tra cui la transizione dall’età apostolica a quella sub-apostolica, la povertà della dottrina, l’azione di falsi insegnanti, la pigrizia e la resistenza al cambiamento. Paolo, infatti, scrive per indirizzare Tito, ovvero tutti i credenti ad affrontare le problematiche evidenti e nascoste.  

Siamo di Cristo
La nostra epistola nell’indirizzo precisa che l’autore della lettera è Paolo. Ma non si limita a fornire le sue generalità civili (paolo da Tarso), bensì definisce con precisione la sua identità in riferimento a Dio e a Cristo. Infatti precisa che è servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo. Il complemento di specificazione indica appartenenza e derivazione. In effetti è un servo, ovvero un soggetto che non è investito di potere decisionale bensì di quello esecutivo, nel senso che egli può solo scegliere di eseguire gli ordini che gli sono stati affidati; del resto, egli si definisce “apostolo”, ovvero è un incaricato che porta dei messaggi, in questo caso un messaggio, il Vangelo di salvezza in Gesù Cristo (2,11,14). E’ in questa veste che si rivolge a Tito e ai cretesi. Dunque, Paolo sa bene chi è, e si pensa coerentemente rispetto al suo profilo identitario determinato dall’incontro con Gesù Cristo.

Possiamo aggiungere che Paolo affronta le sue difficoltà personali (è alla fine della sua vita e in vista di una nuova prigionia) e le problematiche che scorge nelle chiese di Creta (i disordini) con la consapevolezza che l’incontro con Gesù gli ha conferito una nuova identità e gli ha offerto una nuova prospettiva di vita. Insomma, sono subentrati nuovi valori, nuovi obiettivi, nuove priorità. E una progettualità che guarda al futuro.

Riflessione. Quando si riparte è necessario ripartire dai fondamentali. Per un cristiano si tratta di ripartire dalla nuova identità ricevuta in Cristo.  

Siamo missionari
L’identità di Paolo è espressa armoniosamente dal suo agire, dal suo esserci sociale, ovvero soprattutto dall’essere un membro della comunità di Dio. Tutto ciò è ravvisabile dalla dichiarazione per promuovere la fede e la conoscenza della verità. In effetti Paolo si riconosce sia come un mezzo che Dio usa, sia come un ambasciatore con uno scopo (per è complemento sia di mezzo sia di fine e scopo). Quindi, la vita di Paolo si articola coerentemente e concretamente con il lavoro missionario di fondazione di Chiese.

In effetti, l’affermazione “nella speranza della vita eterna”, dove le preposizioni articolate indicano il senso della realtà paolina, specifica il combustibile che anima Paolo: la fede e la speranza. Questi elementi strutturano e innervano la visione della realtà paolina e motivano la sua vita e la sua azione. Detto diversamente il “senso delle cose di Dio” guida il suo modo di vivere. Essere un apostolo, pertanto, esprime la sua nuova identità cristiana, la sua passione, e guida le sue azioni quotidiane. In altre parole per Paolo la vocazione è la modalità con cui manifesta che è di Cristo a prescindere dalle circostanze. Lo ha dimostrato, ad esempio, quando ha dovuto dedicarsi, come ha fatto per periodi della sua vita, alla costruzione di tende in pelle (cf. Atti), organizzando la sua vita per insegnare il Sabato nelle sinagoghe. Lo ha dimostrato durante la prigionia a Roma, organizzando incontri per diffondere il Vangelo.   

Esortazione. Vivi la tua vocazione da missionario dove il Signore ti ha posto, nelle circostanze che stai vivendo. Trasforma il tuo “mestiere/professione” in un’opportunità per mostrare i segni della nuova società inaugurata Gesù Cristo.     

Siamo degli esempi
Paolo affronta con Tito la crisi dei cretesi ricordando che la sua venuta tra di loro mira e ambisce a promuovere la loro conoscenza di Dio. Pertanto, desidera che scelgano di crescere nella fede in Dio, mediante la conoscenza della sua Parola (1). Infatti, Dio ha rivelato lo sviluppo della storia umana e ne ha chiarito i contorni (3), offrendo una prospettiva limpida e capace di nutrire una speranza non illusoria (2).

La scelta di dipendere attivamente dalla Parola di Dio è l’unica modalità per conoscere la verità, ovvero Dio, ed è l’unico antidoto affidabile per curare gli svariati “disordini” che vincolano e soffocano gli uomini. Ironicamente è facile ritenere di dipendere dalla Parola; ed è assai facile confondersi ed illudersi in merito (1,16-2,1). Purtroppo non è così difficile vivere delle vite dissociate che manifestano un divorzio tra il credere e l’agire. Ergo non si dipende dalla Parola, ma da qualcosa d’altro.

In effetti è difficile resistere alle suggestioni della “libertà”. Infatti, la libertà è un’idea eccitante, alterata da additivi in cui domina la lusinga di un’immediata soddisfazione generata dall’autonomia (1,10). Insomma, con la libertà sembra che la gratificazione e il benessere siano a portata di mano. Ma senza un chiaro senso delle cose di Dio, della realtà e della consapevolezza relativa alla propria identità in Cristo, sentirsi liberi è un impulso che ci fa dipendere dall’illusione del benessere e non da Cristo. Il benessere può essere elevato ad idolo. Occorre denunciare la perversione di questo modo di pensare, prima, e cambiare, poi.

La rivelazione della Parola, ovvero di Gesù Cristo e del piano di salvezza per redimere l’umanità, ha la capacità e lo scopo di promuovere la fede (1a) mediante la conoscenza della verità che orienta e struttura (1b), incoraggia (2a), conferma (2b), rende moderati, giusti e santi (pietosi). Insomma, è necessario compiere una scelta che favorisca e permetta il cambiamento; invece di dipendere dall’idolo della libertà (ovvero dall’autodeterminazione, dall’indipendenza, dalla comodità), occorre scegliere di dipendere dalla Parola di Dio.

Conclusione
Noi per primi, come conduttori di chiese, siamo chiamati a ripartire dai fondamentali per guardare avanti, al futuro della chiesa nelle nostre città e in Italia. Ripartiamo dal fatto che siamo di Cristo, che siamo missionari, che siamo degli esempi. Ripartiamo dalla Parola studiata e vissuta, trasmessa con rigore, passione e amore per la verità. Ovvero per Dio.

Del resto, i saluti iniziali implicano la necessità di conoscere la verità. Cioè, occorre conoscere Dio. Per farlo occorre ascoltare giornalmente Dio attraverso la sua Parola “spiegata” dallo Spirito Santo. In effetti per cambiare occorre essere liberati dall’orgoglio di sapere già, dalle comprensioni sbagliate, dalle invidie e dalle contese (1,16; cf. 1 Tim 6,3-5; 2 Tim 4,3-4). Ma pure dalle tante tentazioni che ci spingono in direzione contraria a Dio. In effetti, l’insegnamento di Paolo richiama quello di Gesù (Gv 8,31-32): la perseveranza nell’ascolto della Parola produce conoscenza e la conoscenza dona libertà (quella vera e non quella illusoria). Dunque, su queste fondamenta noi conduttori siamo chiamati a guardare in avanti pensando alla chiesa della prossima generazione. Occorre pensare ad una Riforma delle chiese ed alla fondazione di nuove chiese. Forse serve una progettualità più condivisa e più “glocal”.

Occorre pensare ad un modo condiviso a come si scelgono le nuove guide delle chiese e a come si accompagnano nella formazione. E, seguendo lo sviluppo di Tito (1,6), sarebbe opportuno lavorare per formare nuove coppie, futuri nuclei motrici della vita ecclesiale. A tal proposito, suggerisco di pensare a occasioni d’incontro per i nostri giovani dove possano maturare e coltivare una visione integrale della vita, del lavoro, della famiglia, della missione.  


 

Portare il vero vangelo

In un bel video realizzato da HeartCry, la chiesa “Sola Grazia” di Caltanissetta racconta le sfide e le opportunità della testimonianza dell’evangelo in Sicilia. Il video ha i sottotitoli in italiano. Buona visione!

Clicca quì per visualizzare il video.

 

 

 

 


Marzo 2021

Le Chiese CERBI hanno partecipato alla Giornata di preghiera nazionale 2021

Domenica 21 marzo alle ore 15.00 si è tenuto l’incontro di preghiera nazionale tra rappresentanti di chiese evangeliche, ad un anno di distanza dalla storica iniziativa simile proprio un anno fa, il 20 marzo 2020, ad inizio pandemia.

Ora come allora, ampia è stata la partecipazione di chiese e opere evangeliche in Italia coordinate dall’Alleanza Evangelica Italiana, tra cui le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia.  Isabella Savino della chiesa di Formigine ha rappresentato le Chiese CERBI nel corso della riunione di preghiera. Prima di pregare, questa è stata la sua riflessione:

La pandemia ci ha resi più tecnologici, ci ha insegnato ad utilizzare strumenti (come zoom, YT, FB, IG) che magari non conoscevamo o conoscevamo solo in modo superficiale. Sappiamo bene, però, che questi strumenti, che hanno lo scopo di creare rete, diventano completamente inutili senza una connessione internet. La connessione che ci tiene uniti oggi, qui, è la connessione con Dio. Su questa infrastruttura, su questa connessione tutti questi strumenti hanno senso. Esistono tante connessioni fake, instabili, che non ci portano da nessuna parte e finiscono solo per drenarci, per toglierci le forze e tempo. 

L'appartenenza a Cristo è la connessione stabile che ci unisce. Questa connessione ci permette di connetterci a Lui e agli altri. Non solo. Questa connessione ci ricarica, ci dà la forza per andare avanti e affrontare situazioni così complesse, come questa Pandemia. La mia domanda è: a quale rete siamo "connessi"? Quante tacche abbiamo in questo momento? 1? 2?

La connessione con Dio ha il magnifico potere di ricaricarci, di guarirci, di farci perseverare. Ha il potere di portarci da 2 tacche a 5 tacche affinché possiamo servirlo a piene forze, affinché possiamo adempiere "fedelmente il nostro servizio" (2 Timoteo 3,14 – 4,5). Connettiamoci a Dio!

Il video dell’incontro di preghiera può essere visionato qui.

 

Gennaio 2021

Le chiese CERBI partecipano alla Settimana Internazionale di Preghiera dell’Alleanza Evangelica

Ecco una testimonianza dalla chiesa di Formigine (MO)

Oggi, domenica 17 gennaio, è terminata la Settimana Internazionale di Preghiera 2021 indetta dall’Alleanza Evangelica Europea, alla quale la Chiesa Evangelica CERBI di Formigine ha aderito anche quest’anno. Dal 1861 la Settimana è un’occasione di preghiera tra evangelici di diverse chiese che testimonia l’unità in Cristo tra i nati di nuovo.

Nei materiali preparati per la Settimana, l’Alleanza Evangelica svizzera, incaricata di preparali, ha preso spunto dal Salmo 119, in cui il re Davide trasmette tutto il suo entusiasmo per la Parola di Dio. Nel corso della settimana sono stati considerati otto aspetti diversi (uno per ogni giorno) del cercare il vero nutrimento e la vita in Gesù Cristo attraverso le Scritture: leggere, vivere, condividere, invitare, pensare, sperimentare, ascoltare e adorare. Per ogni giorno è stato scelto un brano biblico, brevemente commentato e seguito da argomenti per la preghiera, divisi in tre ambiti: confessione, ringraziamento e richieste.

A differenza degli scorsi anni, tutti gli incontri tranne uno si sono svolti in videoconferenza. In un periodo in cui la maggior parte di noi ha ormai la “nausea” delle videoconferenze, questa è stata invece una bella esperienza comunitaria! La durata di ogni incontro è stata di circa 45 minuti, e di solito eravamo una ventina di persone ogni volta. La piattaforma utilizzata per gli incontri ci ha consentito di dividerci in piccoli gruppi di 4/6 persone, così da poter partecipare tutti attivamente, come solitamente facciamo nel nostro locale di culto.

Potendo presenziare agli incontri ognuno da casa propria, la maggior parte dei membri di chiesa è riuscita a intervenire quasi tutte le sere, e in qualche occasione si sono aggiunte a noi anche credenti di altre chiese interessate a vivere l’esperienza della Settimana. Tutto questo ha arricchito la comunione in preghiera e in qualche modo ha compensato il fatto di non potersi incontrare di persona.

Sapere di non essere soli in questo tipo di incontri, ma di affiancare altri fratelli e sorelle in Cristo, tanto in Italia quanto in Europa, per pregare per gli stessi argomenti, è qualcosa che non ha prezzo! La preghiera è uno strumento veramente efficace che Dio ci ha affidato, e confidiamo che Egli risponda potentemente alle richieste che Gli sono state presentate nel corso della Settimana Internazionale di Preghiera.

 

Novembre 2020

Avvio di un’opera di fondazione di chiesa a Verona

Lo scorso 11 ottobre è stato celebrato a Verona il primo culto comunitario della nascente testimonianza riformata nella città veneta. Un progetto di moltiplicazione della Chiesa

evangelica riformata battista di Vicenza, iniziato nel 2018 con riunioni di preghiera nelle case a cui si sono aggiunti nel tempo gli incontri di studio, che ha visto in questo complicato 2020 il raggiungimento di un traguardo più volte rinviato. Il messaggio inaugurale predicato da Matteo (16,13-23), dal titolo Questione di ruoli, ha invitato i presenti a confidare in Dio, colui che salva, ad ubbidire e seguire Gesù, colui che delega, e a vegliare e dipendere dallo Spirito Santo, colui che corregge.
Consapevoli della difficile situazione che l’intero paese sta affrontando a causa della pandemia, delle molte restrizioni che hanno stravolto la vita di molte comunità e della fragilità nella testimonianza pubblica dovuta al distanziamento fisico, ringraziamo il Signore per il suo accompagnamento e per il suo favore che ci hanno comunque consentito di inaugurare quest’opera di testimonianza. Abbiamo sperimentato benedizioni individuali, comunitarie e nelle relazioni istituzionali che ci hanno incoraggiato a continuare ad osare nella conquista della roccaforte scaligera.
In attesa che la situazione esterna consenta più serenamente di prendere in affitto dei locali aperti al pubblico, la chiesa si incontra oggi in uno spazio privato essendo venuta meno la possibilità di proseguire con l’utilizzo della sala civica concessa inizialmente.
Guardiamo ai giorni che verranno fiduciosi nel Signore chiedendogli di guidarci e proteggerci nello sfidante cammino per l’avanzamento del Suo regno.

 

Settembre 2020
Da Breccia a Breccia: il programma di iniziative a Roma

Il 20 settembre sarà il 150 anniversario della Breccia di Porta Pia, un evento importante per la storia italiana e un “simbolo” che parla di libertà, pluralismo e laicità. Dalla Breccia di Porta Pia in poi, Roma è diventata una città più libera (e anche la capitale d’Italia).

Da quella “breccia” entrarono anche le Bibbie in lingua italiana. Finalmente, la Bibbia poté essere distribuita liberamente ai romani. Una delle contraddizioni di Roma era che, pur essendo conosciuta in tutto il mondo come una città molto religiosa, la Bibbia in italiano era vietata. Gli italiani non potevano avere accesso diretto e libero alla Parola di Dio. Da allora la Bibbia iniziò a circolare nelle case e le persone poterono finalmente leggerla liberamente.
 
Quella “breccia” fu anche il simbolo della speranza di un Paese libero e plurale, dove nessuna religione poteva impedire alle altre di esprimersi liberamente. Dalla “breccia” in poi, Roma ha avuto un’altra possibilità per scoprire cosa significa veramente essere una città libera. Dove la libertà religiosa non è garantita, infatti tutte le libertà sono strozzate.
 
Per commemorare quella “breccia” e per rilanciare il bisogno di tenerla aperta, la chiesa Breccia di Roma ha organizzato una serie di iniziative commemorative (vedi locandina). L’intento è di cogliere l’opportunità di  fare memoria della Breccia di Porta Pia per sognare e promuovere altre brecce dell’Evangelo a Roma e in Italia.

 

Luglio 2020
Laboratorio della predicazione 2020

Dal 9 all’11 luglio si è tenuta l’undicesima edizione del Laboratorio della predicazione, la tre

giorni intensiva dell’IFED per incoraggiare il ministero della predicazione nelle chiese evangeliche italiane. Tra i quasi 40 partecipanti, presenti un certo numero di anziani e membri delle chiese CERBI e di altre chiese evangeliche, impegnati nel servizio della predicazione. Si possono opportunamente leggere due articoli significativi che tracciano un bilancio del Laboratorio:

Speciale Laboratorio della predicazione 2020”
“Piccoli Spurgeon crescono? Il Laboratorio della predicazione 2020”

La mia partecipazione al Laboratorio è stata molto utile sotto diversi aspetti. In primo luogo, ciò che mi ha colpito è stata la compattezza dei temi trattati benché diversi tra loro, la preparazione e la disponibilità degli insegnanti e gli stimoli che attraverso questi abbiamo ricevuto. Inoltre, nell’introduzione del Laboratorio mi è piaciuta l’immagine di essere “seduti sulle spalle dei giganti” a sottolineare l’eredità e la prospettiva teologica della predicazione che il Signore ha dato alla sua chiesa nei secoli. Torno a casa incoraggiato e arricchito dagli insegnamenti avuti, ma anche ripreso e stimolato per la responsabilità che il ministero della predicazione comporta. Essa deve essere frutto di uno studio e un ascolto rigoroso di Dio che deve parlarci attraverso la sua Parola. La preghiera deve essere quindi centrale per avere da Lui le direttive per una predicazione davvero omiletica fondata sul testo, che risponda ai veri bisogni della chiesa e glorifichi Dio. Ho anche apprezzato i momenti di confronto e di condivisione con diversi fratelli presenti in un’atmosfera fraterna di grande spessore e comunione. Infine, sono grato a quanti si sono adoperati nel servizio per rendere il nostro soggiorno molto gradevole. Non è la prima volta che ho partecipato al Laboratorio e non sarà l’ultima, Dio volendo

(Alfonso Sciasci, Ferrara)

 

Giugno 2020
Riaprono i locali e riprendono i culti

Dopo quasi tre mesi di interruzione dei culti in presenza a seguito della pandemia, le chiese

CERBI hanno ripreso a celebrare pubblicamente il culto all’Iddio uno e trino nei locali ordinariamente usati per le attività ecclesiali. Le chiese CERBI hanno appoggiato gli sforzi dell’Alleanza Evangelica Italiana e del “comitato di scopo” tra chiese evangeliche italiane volto a rappresentare le istanze delle chiese nella negoziazione con le Autorità in vista della riapertura. Questo confronto ha portato alla sottoscrizione del “Protocollo” tra il Governo e le chiese (15 maggio 2020) che ha fissato alcuni paletti per la ripresa dei culti in presenza in condizioni di sicurezza. 
Le chiese CERBI si sono attivate per riprendere la celebrazione dei culti nel rispetto del “Protocollo” considerando il culto comunitario come momento qualificante della vita della chiesa. Dal 24 maggio in poi i culti sono ripresi con qualche adattamento alla situazione che viviamo, ma con la convinzione che, con riferimento ad Ebrei 10,25 e Atti 2,42, “bisogna adorare Dio solennemente nelle assemblee pubbliche che non devono venire né trascurate né abbandonate per negligenza o intenzionalmente, poiché Dio nella sua Parola ci chiama ad esse” (Confessione di fede battista del 1689, art 22.6).

 

Marzo 2020
Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (I)

Sulla celebrazione del culto

L’emergenza della pandemia del coronavirus sta mettendo alla prova tutti: lo stato che prende misure eccezionali, il sistema sanitario che si trova sovraccaricato, l’economia che deve fronteggiare la recessione, le scuole che devono re-inventare la didattica, le famiglie che devono vivere chiuse in casa, … Anche le chiese evangeliche hanno davanti a loro una situazione inaspettata.

Uno degli elementi centrali della vita comunitaria è sospeso: si tratta della dimensione dell’incontro fraterno, del culto comunitario a Dio, della prossimità vissuta in modo interpersonale e fisico. Tutto questo è per il momento congelato, in quarantena. Certamente, ci sono i mezzi tecnologici che possono aiutare ad affrontare l’emergenza. Grazie a Dio, vi sono numerose piattaforme che consentono utilmente di mantenere contatti e scambiare informazioni. Occorre quindi impratichirsi con questi strumenti nuovi. Essi possano sopperire ad alcune funzioni, ma non sono una sostituzione 1 a 1 della vita comunitaria. Per quanto utili e necessari, lasciano dei vuoti, hanno delle lacune. Inoltre, la tecnologia non è mai un mero strumento, non è mai “neutrale”. Porta con sé una pre-comprensione di un mondo a cui dà accesso. Il punto è che non bisogna respingerla, ma usarla con realistica e critica consapevolezza. In gioco c’è l’ecclesiologia che si professa. [Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (II)
Sul ruolo dello stato

Oltre a spronare una riflessione sulle dinamiche interne alla vita delle chiese confessanti, la pandemia ha anche comportato una serie di misure prese dal Governo atte a contenere i rischi del contagio che hanno drasticamente impattato l’ordinario svolgimento delle attività ecclesiastiche. Questi provvedimenti hanno toccato molti aspetti della vita sociale, tra cui anche il divieto di assembramenti e, all’interno di questa categoria, di ogni “cerimonia religiosa” organizzata nei locali di culto. Mentre in un primo tempo il Governo si era limitato a imporre misure di sanificazione dei locali e di distanziamento tra le persone, l’aumento del pericolo percepito ha portato a chiudere d’imperio ogni funzione religiosa. Tutto è accaduto molto velocemente, sulla scia inarrestabile della diffusione del coronavirus. Ciò ha portato tutte le chiese ad adeguarsi, senza avere il tempo o la forza o la volontà di interrogarsi su questa serie di atti intrusivi nella vita delle chiese da parte dello Stato.

L’art. 24 della Confessione di fede battista del 1689 tratta del magistrato civile (per estensione, lo Stato) riconoscendo che Dio ha “ordinato” i magistrati civili per il “bene pubblico”. Più avanti, sempre nello stesso articolo viene richiamato il testo di 1 Timoteo 2,1-2 dove si impegna la chiesa a pregare per le autorità per condurre “una vita tranquilla e quieta”. Può il contrasto al virus essere considerato un compito del magistrato? [Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (III)
Sul raccogliere ciò che si è seminato

La temporanea sospensione delle attività ordinarie della chiesa nella modalità consuete pone un oggettivo limite all’azione pastorale. Gli incontri interpersonali, le riunioni comunitarie, i gruppi di preghiera e di studio, … non si possono più tenere nelle forme programmate. La pianificazione salta e va ripensata. Le questioni lasciate in sospeso difficilmente possono essere portate a conclusione. I dialoghi pastorali aperti rimangono tali e in attesa di tempi migliori. L’evangelizzazione a cui si è abituati (si pensi alla semplice distribuzione di un foglio, ora vietata per evitare contatti e vicinanze) non può più essere praticata come prima. I limiti dell’azione pastorale e della vita della chiesa vengono sperimentati in modo ancora più acuto quando gli spazi di agibilità della chiesa si comprimono. Non è tempo di grandi progetti espansivi, ma di limitazione del danno di un meccanismo inceppatosi.

L’emergenza del coronavirus è un’opportunità di dipendere ancor più da Dio, viste le ancor più evidenti lacune da parte nostra. Ma è anche un’occasione per vagliare, saggiare, valutare il nostro ministero e la qualità della vita della chiesa nel suo complesso. Ciò che abbiamo seminato nel corso degli anni porterà frutto nel tempo dell’emergenza.
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (IV)
Sulla fiducia nella scienza

  Una delle cose che l’emergenza da coronavirus ha messo davanti agli occhi di tutti è la capacità del personale medico e paramedico di vivere questa esperienza con una dedizione veramente straordinaria. Tutti hanno sentito parlare dei ritmi massacranti e dello spirito di sacrificio che ha accompagnato tutto il personale. Molti evangelici si saranno anche rallegrati al pensiero che un tema a loro così prezioso e d’origine evangelica come quello della vocazione sia diventato patrimonio di persone che non hanno nulla a che vedere con l’evangelo. Si tratta di un contributo al bene della città di cui si può essere grati al Dio della rivelazione biblica.
 
Accanto al personale ospedaliero si è diventati familiari anche con professioni normalmente meno esposte o conosciute. Si tratta dei laboratori, dei ricercatori, dei virologi e più in generale degli scienziati. Nei confronti della scienza e dei suoi continui progressi abbiamo tutti un enorme debito di riconoscenza. In molte occasioni abbiamo dovuto come registrare un sentimento d’onnipotenza da parte della scienza. Il passare del tempo sta sottolineando che è sbagliato pensare alla medicina con fiducia incondizionata. [Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (V)
Sul come parlarne ai bambini

In questi giorni chiusi in casa tutti noi, adulti e bambini, siamo chiamati a misurarci con un mostro tanto aggressivo quanto sfuggente chiamato coronavirus. In verità noi adulti dovremmo poter avere più elementi utili a metabolizzare quanto sta accadendo, ma, a causa di una incompleta e altalenante comunicazione, ci sentiamo del tutto inappropriati quando si tratta di rendere conto ai bambini di quanto sta accadendo. Ed é a questo punto che le instabili certezze di noi adulti sembrano non reggere in frangenti come questi, dove non basta rassicurare che "tutto andrà bene", usando peraltro un simbolo, l'arcobaleno, di cui pochi conoscono la storia che l'ha generato.

Alla sua generazione per 120 anni Noè non predica un messaggio accomodante e rassicurante, ma l'appello a mettersi in salvo dal veniente diluvio. Non poteva dire “tutto andrà bene” e disegnare un arcobaleno, che non conosceva ancora, ma doveva invitarla al pentimento e ad entrare nell'arca che stava costruendo.

Resta vero che tanto i bambini quanto gli adulti hanno bisogno di essere rassicurati da medici e scienziati, che in frangenti come questi sono tartassati di domande a cui non possono fornire risposte che si vorrebbero certe ed esaustive. Sono medici e non taumaturghi! Ce la stanno mettendo tutta, e vanno lodati ed apprezzati per questo, ma essi stessi si sentono impotenti a fronte di una minaccia così subdola ed aggressiva.
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (VI)
Su cosa è "essenziale"


La pandemia in corso sta interrogando su cosa sia veramente essenziale per la vita. In condizioni “normali” la vita si carica di tante cose, ma in condizioni “eccezionali” si deve necessariamente semplificare. E nel semplificare si mette a nudo ciò che veramente conta, ciò di cui non si può fare a meno. Si scopre cosa sia essenziale e cosa non lo è. In termini biblici, la pandemia chiarisce chi e cosa sono gli “idoli” di una cultura, cioè gli elementi ultimi a cui non si può rinunciare e per cui si può vivere e morire. Di fronte a questa domanda, ci sono due risposte, tra le altre, che meritano di essere prese in esame.

Da un lato, la risposta dello Stato. Nei suoi decreti emergenziali delle ultime settimane, lo Stato ha stabilito d’imperio cosa è “essenziale”: sono essenziali le attività produttive e commerciali che danno da mangiare; sono essenziali le attività che producono e distribuiscono medicinali e presidi sanitari; sono essenziali le assistenze sanitarie. Nel paniere di cose essenziali, lo Stato ha incluso le tabaccherie. Fumare è considerata un’attività essenziale anche in tempo di pandemia. Inoltre, mentre è permesso andare al supermercato mischiandosi con altra gente, anche se con alcuni accorgimenti come la mascherina e la distanza, la stessa cosa non vale per le riunioni religiose e di culto. Queste ultime sono vietate. Evidentemente lo Stato non le considera “essenziali”.
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (VII)
Dodici considerazioni (prima parte)

La prima considerazione riguarda la constatazione dell’assoluta novità di questa emergenza dovuta al coronavirus. Nella società attuale non è mai esistito qualcosa del genere. Le città offrono un quadro surreale e anche spettrale, qualcosa che mette in discussione consuetudini consolidate da anni. Sarebbe una grande ingenuità assimilare questo tempo a tutti gli altri. Impossibile non avvedersi che sta accadendo qualcosa (cfr Mt 24,39), anche se si fa fatica a “discernere” i “segni dei tempi” (Mt 16,3). Siamo obbligati a fare una pausa nella vertiginosa frenesia del quotidiano e a riconoscere i nostri grandi limiti. Una pausa che oltre a mettere in discussione questioni personali e modeste, mette anche in discussione questioni di sistema ampie e profonde
[continua la lettura]

Pietro Bolognesi
2/4/2020

 

Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (VIII)
Dodici considerazioni (seconda parte)

La settima considerazione riguarda l’idea che una pandemia come il coronavirus sia una punizione da parte del Creatore. Attribuire a Dio la responsabilità di voler punire con la malattia, la morte, le difficoltà finanziarie ed economiche, la società e le relazioni, lascia il tempo che trova. Né ha senso pensare che Dio sia indifferente a un simile problema. Il punto di riferimento deve rimanere il Signore e non il coronavirus. “Il Signore fa morire e fa vivere” (1Sam 2,6). Poiché la vita umana è un culto a Dio è necessario affermare il suo controllo sull’intera vicenda e il bisogno di pentirsi davanti a Lui. Cosa potrebbe mai essere la vita umana senza la provvidenziale azione di Dio verso ciascuno?
[continua la lettura]

Pietro Bolognesi
2/4/2020


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (IX)
Sul mantenere ampia la visione

Dall'insorgere della pandemia da Covid-19 il popolo di Dio si trova a vivere un'esperienza fuori dall'ordinario. Improvvisamente siamo costretti a ripensare ciò che fino a ieri consideravamo normale. Non è il coronavirus che ci ha fermati, ma Dio, l'Onnipotente, l'Altissimo, Colui che rimane sovrano sopra ogni evento della storia. Quando Dio richiama il suo popolo con il grido di «Fermatevi» «e riconoscete che io sono Dio» (Sal 46,10) non lo fa con l'obiettivo di farlo cadere in un sonno incantatore dopo il quale sarà risvegliato magicamente come se nulla sia accaduto. Dio aggiunge «Io sarò glorificato tra le nazioni, sarò glorificato sulla terra». È come aprire una finestra su un orizzonte sconfinato. Questa è la visione alla quale Dio ci vuole richiamare. Ci ferma per riconquistare una visione adeguata di Lui, del Suo piano di redenzione, della Sua storia.

Il rischio (sia individuale sia comunitario) è quello di piegarci a discutere solo il problema contingente, curvarci su noi stessi nella commiserazione del nostro stato, chiuderci nelle nostre preoccupazioni, piangere sulle nostre ferite o sulle nostre difficoltà seppur reali, limitandoci a gestire la nuova ordinaria quotidianità ci dimentichiamo lo scopo per cui Dio ci porta all'umiliazione: la Sua gloria! Come possiamo abbracciare questa prospettiva tanto grande e meravigliosa, come possiamo mantenere i nostri occhi, la nostra mente, il nostro cuore e le nostre mani aperte alla prospettiva di Dio?
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (X)
Sulla bioetica del coronavirus

L’emergenza del covid-19 sta sollecitando la bioetica e sottoponendo a stress test anche le scelte fatte in passato. Non se ne parla molto perché l’attenzione è concentrata sui numeri del contagio: sui modi di contrastarne la diffusione e di curarne l’aggressività. Nello sfondo però ci sono almeno tre questioni bioetiche che sono chiamate in causa:

1. L’allocazione delle risorse destinate alla sanità. Ci si è resi conto oggi che le scelte fatte ieri in termini di allocazione di risorse alla sanità pubblica (soldi, investimenti) non sono adeguate ad affrontare l’impatto che l’emergenza ha avuto sulla sanità pubblica. Non ci sono abbastanza unità di terapia intensiva, abbastanza ventilatori, abbastanza mascherine, abbastanza personale medico ed infermieristico. Oltre a questo, da più parti si dice che non ci sono stati sufficienti finanziamenti pubblici alla ricerca scientifica. Alcuni evocano i “tagli” alla spesa sanitaria, incolpando questo o quel governo di averli operati. La questione è complessa perché richiama profili politici, legislativi, macro-economici, … ma anche etici. Nell’allocare risorse noi compiamo una scelta etica: che sanità pubblica vogliamo? Cosa copre? Come si finanzia? Quanto “universalista” deve essere in modo che nessuno sia scoperto? Quanto “aziendalista” e rispondere a criteri di sostenibilità? Quanto dipendente dai contributi di ciascuno? Quanto dai bisogni?
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (XI)
Sulla prossimità e sulla comunione fraterna

Per una chiesa confessante l’aspetto relazionale della comunione fraterna non è solo un effetto collaterale del ritrovarsi più volte a settimana in una sala con le stesse persone. La comunione fraterna è una disciplina fondamentale della vita cristiana. Subito dopo essere entrato in una relazione personale con Dio, il credente entra in una relazione di comunione con altri fratelli e sorelle con cui condivide tutto il cammino cristiano e con i quali si adopera per l’avanzamento del regno.

La situazione anomala in cui ci troviamo ci pone dinanzi nuove sfide su come coltivare questa comunione e su come essere prossimi alla nostra comunità. Improvvisamente e senza essere preparati infatti, ci siamo ritrovati impossibilitati a ritrovarci insieme nei nostri locali di culto, a pregare gli uni per gli altri tenendoci per mano, ad abbracciarci fraternamente, ad aprire le nostre case per gli incontri di preghiera o anche solo per un invito a condividere un pasto insieme, e a non poter celebrare la cena del Signore insieme.
Il rispetto del distanziamento sociale, sicuramente consigliabile in questo momento, però non può e non deve essere l’occasione per un ripiegamento su una fede individualista. Restiamo ancora membra di un corpo ampio e articolato.
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (XII)
Sulla “postura” adeguata

In questi tempi di emergenza sanitaria gli incontri ecclesiali vissuti in modo interpersonale e fisico sono sospesi sine die. Nel frattempo sono stati attuati in modalità on-line tramite i mezzi tecnologici. E’ possibile, infatti, organizzare on-line un culto di adorazione che valorizza la centralità della predicazione e pure il sacerdozio universale dei credenti mediante la condivisione di preghiere, letture e canti. Anche se imperfetto, il risultato finale è soddisfacente. Tutto ciò è motivo di gratitudine al Signore, perché consente seppur con limiti e difficoltà di mantenere la Sua chiesa unita, permette di nutrirla, di guidarla e di preservarla in tempi di distanziamento sociale imposto. Tempi in cui è ancora più facile che ciascuno, appesantito dall’incertezza, disturbato dai tanti rumori mediatici, anestetizzato dall’intrattenimento, si ripieghi su sé stesso.


Tuttavia, è importante rimarcare che gli incontri comunitari on-line possono risultare nella migliore delle ipotesi, ovvero laddove sono ben progettati e guidati, un utile compromesso. Non sono una sostituzione della vita comunitaria. E neppure potranno mai esserlo. Per quanto gli incontri siano ben impostati e realizzati lasciano dei vuoti incolmabili. Ad esempio, l’amministrazione del battesimo non è praticabile; l’impegno al discepolato comunitario e alla testimonianza sono soffocati; la cura pastorale ne risulta mutilata; l’assenza di contatto fisico con le conseguenti “privazioni” indebolisco i servizi, le esortazioni e le riprensioni. Ma ci sono altri l
imiti non trascurabili di cui è necessario essere consapevoli. Non si tratta di elementi nuovi emersi con gli incontri in modalità on-line; piuttosto, si tratta di criticità già esistenti che potrebbero amplificarsi e consolidarsi, manifestandosi in tutta la loro virulenza quando la vita delle chiese locali ritorneranno alla “normalità”.
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (XIII)
Sul ridisegnare la mappa della vita sociale

Il messaggio del coronavirus sembra chiaro. Col linguaggio crudele che la creazione malata sa usare quando vuol farsi sentire, ci dice che l’ordine del discorso va cambiato. Anzi, che e? già cambiato. Le mappe su cui finora abbiamo orientato i nostri percorsi di vita sociale sono state ridisegnate. La scala dei valori non è più la stessa e scenari fino a poco tempo fa impercettibili, sono ora riconoscibili. Io ne riconosco cinque. Provo a delinearli.


La mappa dell’economia. Sono bastate poche settimane di confinamento e di lock-down per tornare a rimettere in discussione i suoi presupposti e il suo funzionamento. Sappiamo già che alcune cose cambieranno e che la globalizzazione subirà una trasformazione: i processi e le catene produttive si ridurranno, i mercati interni saranno privilegiati, i beni essenziali e di prima necessità avranno un profilo più nazionale. Inoltre, si investirà di più nella sanità pubblica, la mobilità delle persone si ridurrà e il ruolo dello Stato in molti settori, a partire dall’economia, crescerà. Lo stesso mondo del lavoro sarà duramente colpito e il rischio che aumentino i disoccupati è molto alto. I più vulnerabili – senzatetto, immigrati e rifugiati, popolazioni del quarto mondo – rischiano di essere letteralmente abbandonati. Crescerà l’impegno per un’economia che sosterrà la vita (salute, istruzione, energia pulita, beni comuni, circolarità).


La cartografia del potere. La pandemia ha accelerato la mutazione di ciò che si considera autorità legittima. La scienza (in primis, la medicina) e – soprattutto – la tecnologia rischiano di diventare forze totalitarie che modificheranno gli attributi delle democrazie contemporanee. È evidente come l’impatto dell’emergenza sanitaria sia stato ammortizzato grazie all’uso di tecnologie digitali sempre più avanzate.
[Continua la lettura...]


Sfide per le chiese confessanti in tempi di emergenza (XIV)
Sulla “predicazione digitale”

Da quando ci è stato impedito di riunirci nei nostri locali di culto i buoni amministratori dei “misteri di Dio” hanno cercato modi alternativi per nutrire con la parola di Dio il popolo loro affidato. Le circostanze davvero inusuali in cui stiamo vivendo hanno costretto ciascuno di noi a curare la propria mente e il proprio cuore ricorrendo maggiormente alla “predicazione digitale”, un tipo di comunicazione della verità del Vangelo che, nel passato, almeno per la maggior parte dei membri di chiesa, ha costituito solo una piccola frazione della loro dieta spirituale.
Se è vero che “il medium è il messaggio”, e che “una nuova tecnologia ha effetti ecologici sull’ambiente in cui viene introdotta”, ciò ci proietta in una nuova dimensione, apre scenari nuovi e instaura nuove dinamiche sulle quali vale la pena riflettere.

Parlando di “predicazione digitale” mi riferisco alla “proclamazione, spiegazione e applicazione di una porzione della Scrittura” e non tanto a discorsi che hanno come fine quello di comunicare e condividere informazioni intorno al Vangelo in particolare o alla teologia in generale. Inoltre, per quanto riguarda questa riflessione, non ritengo importante distinguere se tale predicazione che viene immessa in rete sia fatta in diretta o trasmessa in differita e nemmeno se si svolge nel contesto di una chiesa, al cospetto di persone in carne e ossa, o semplicemente davanti a una telecamera.
[Continua la lettura...]


Febbraio 2020

Modena e la Riforma: una storia da scoprire

Modena ed il suo ducato hanno avuto una storia rilevante nella storia della Riforma in Italia nel XVI secolo, ma la città di Modena non ne è consapevole. Il progetto e le conferenze organizzate dal CIEI (Comitato Insegnanti Evangelici Italiani) e promosse dalla chiesa CERBI di Formigine nell’ambito della scuola modenese vogliono ribaltare questa condizione e aprire uno spiraglio sull’attualità della Riforma e delle sue ricadute nel presente.

Oltre alle presentazioni in classe e all’itinerario nei luoghi storici della città, l’offerta formativa include tre incontri rivolti ai docenti, inaugurati venerdì 21 febbraio dal seminario su “Martin Lutero e il cuore della Riforma protestante”, tenuto da Leonardo De Chirico, professore di teologia storica dell’IFED di Padova.

Nei locali del Multicentro Educativo di Modena (MEMO), alla presenza di una trentina di insegnanti, De Chirico ha ripercorso i passaggi che hanno consolidato il pregiudizio negativo su Lutero come “uomo di frattura”, che a lungo ha accompagnato il ritratto del riformatore tedesco nel nostro paese. Tre pubblicazioni programmatiche date alle stampe nel 1520 hanno invece evidenziato come la Riforma abbia avuto un ruolo decisivo nel segnare un cambiamento radicale: il Sermone sulle buone opere riconosce la centralità della grazia di Dio e restituisce dignità alle occupazioni umane, l’Appello alla nobiltà cristiana della nazione tedesca esorta alla responsabilità di tutti i membri della chiesa, la Libertà del cristiano risponde alla minaccia della scomunica papale con una nuova prospettiva di libertà.

Il tempo ricco di domande e interazioni ha concluso l’incontro dando appuntamento al prossimi seminari su “Giovanni Calvino: l’attualità del pensiero” e “il Puritanesimo e il sogno di una riforma incompiuta”.


Dicembre 2019

La Riforma protestante a scuola e nell’editoria: aggiornamenti da Caltanissetta

Il lavoro d’insegnante nella scuola pubblica offre molte occasioni di testimonianza in molti modi e a molte persone: insegnanti, genitori e studenti. Lo scorso mese di novembre una collega mi ha chiesto di rispondere alle domande che i suoi alunni di seconda media mi avrebbero posto sulla Riforma Protestante. Per due lunedì successivi ho potuto rispondere in piena libertà e in buona coscienza, alla presenza di due insegnanti, a domande che riguardavano: la chiesa, la salvezza mediante la sola fede, la differenza tra la concezione protestante e quella del cattolicesimo romano sui sacramenti, il significato e il valore della morte sostitutiva di Cristo e altri temi. Le domande poste erano molto più numerose di quelle alle quali ho potuto rispondere. Credo che sia stata una ottima occasione per annunciare il Vangelo in modo franco e rispettoso e che possiamo lodare il Signore per questo!
 
Lodiamo il Signore perché il libro La redenzione compiuta e applicata, di John Murray, è appena arrivato e, fra qualche giorno, sarà spedito a chi lo ha già ordinato e alle librerie. Crediamo che questo libro sia un piccolo gioiello della letteratura riformata e che potrà fare molto bene a chi lo studierà accuratamente. Confidiamo che le nostre fatiche abbiano potuto produrre un’edizione degna del valore dell’opera.

Nazzareno Ulfo


Novembre 2019

Visita alle chiese riformate battiste della Svizzera romanda

Sabato 9 novembre si è tenuta una conferenza a Bulle, Svizzera romanda, presso la locale chiesa battista riformata. Per l'occasione era stato invitato Leonardo De Chirico, accompagnato da Sergio De Blasi, per trattare il tema delle sfide del cattolicesimo romano per la fede evangelica. Più di 150 persone sono intervenute da un ampio raggio geografico (da Montreux a Losanna, da Grenoble [F] a Neûchatel). Due sessioni sul cattolicesimo sono state ben seguite con molte domande interessanti. Si capisce che di questi temi non si discute molto, mentre il mondo evangelicale scivola verso aperture ecumeniche segnate da superficialità . In questo mondo battista riformato c'è la convinzione che l’ecumenismo cattolico e liberale, purtroppo attrattivo anche per molti evangelici, sia invece una frontiera invalicabile.

La visita è stata anche utile per stabilire un buon contatto con le chiese riformate battiste. In Svizzera romanda esistono 5 chiese battiste riformate, collegate anche con tre chiese francesi (Mulhouse, Grenoble e Aix). Le chiese si trovano una volta all’anno per una giornata comune di comunione, i pastori tengono incontri regolari, hanno un collegio biblico per la formazione degli anziani (in cui gli studenti si incontrano una volta al mese), tengono contatti sporadici col mondo battista riformato americano. Il loro sito web è una finestra sulla loro realtà.


Ottobre 2019

Accolta una nuova chiesa

Le chiese CERBI crescono di una unità arrivando a tredici chiese componenti questa rete di chiese evangeliche confessionali e confessanti. Infatti, la chiesa evangelica Breccia di Roma San Paolo è stata accolta nella comunione delle chiese CERBI. La Compagnia degli Anziani, riunitasi a Padova il 18-9 ottobre, ha accolto l'adesione di questa nuova chiesa che nasce da una fondazione avviata nel 2018 nel quartiere della città di Roma che sorge intorno alla basilica di San Paolo, l'università Roma Tre, il palazzo della Regione Lazio. Si tratta di una zona di Roma abitata da 130.000 persone in cui la testimonianza evangelica è molto limitata. Nel corso del 2019, un gruppo di 9 membri della chiesa Breccia di Roma che già abitava a San Paolo fu inviato a fondare una chiesa. In questo primo anno di attività vi sono state conversioni al Signore e sono stati amministrati dei battesimi arrivando ad essere formato da 14 membri. Nella primavera 2019 il gruppo si è costituito in chiesa locale, riconoscendosi nella confessione di fede battista del 1689 e confermando il ministero dell'anzianato al fratello Reid Karr, chiedendo inoltre l'adesione alle chiese CERBI. La Compagnia, rallegrandosi per gli sviluppi dell'opera a San Paolo, ha accolto tale richiesta.

Altri temi affrontati nel corso dei lavoro sono stati la maturazione di una progettualità nel campo della consulenza e la riflessione sui percorsi di riconoscimento al ministero dell'anzianato. Non sono mancati momenti in cui ascoltare la Parola di Dio, pregare per l'opera e affrontare sfide e criticità che le chiese devono affrontare.



Settembre 2019

La spiritualità delle chiese CERBI: i risultati di una ricerca

Nel corso delle Giornate teologiche 2019 (6-7 settembre 2019) sul tema “Dove va la fede”, sono stati presentati anche i risultati di una ricerca condotta dalla dott.ssa Chiara Lamberti sulla spiritualità delle Chiese evangeliche riformate battiste in Italia (CERBI). Frutto dell’elaborazione delle risposte ad un questionario somministrato agli anziani delle chiese, questa ricerca mostra il volto confessante di una fede personale e comunitaria che si manifesta in pratiche di culto, diaconia e testimonianza sui territori.

Le chiese CERBI sono un microcosmo dell’evangelismo italiano che, tuttavia, presenta una particolarità nel mondo della fedi. Sono chiese confessionali in quanto unite da una confessione di fede comune e confessanti nel senso di promuovere una fede personale ed ecclesiale. I risultati della ricerca sono disponibili qui



Luglio 2019

Il Laboratorio della predicazione 2019
Impressioni di un anziano delle chiese CERBI

Dall'11 al 13 luglio si è svolta la decima edizione del Laboratorio della predicazione dell'IFED, un seminario intensivo volto all'incoraggiamento dei predicatori. Tra i 30 partecipanti c'erano numerosi anziani e responsabili di chiese. Abbiamo raccolto la testimonianza di uno di loro.

Il mio ringraziamento va primariamente a Dio, che ha suscitato e permesso che fosse pensato e svolto uno programma di così grande valore come il "Laboratorio della predicazione” dell'IFED, ma va anche a uomini di Dio che si sono spesi per la crescita di pastori, diaconi e credenti non solo per quello che riguardano le “tecniche” sulla predicazione, ma per la  loro crescita spirituale.

Ho trovato grande giovamento e incoraggiamento nell'imparare da uomini di Dio dotati di grandi doni e di grande  spessore spirituale, che ci  hanno responsabilizzato circa questo servizio comandato da Dio per la Sua gloria.

Il laboratorio è stato ben strutturato, con momenti di ascolto della Parola di Dio predicata, approfondimenti tematici, momenti di applicazione pratica e di condivisione  fraterna e  riflessione sulle varie problematiche e sfide che la predicazione comporta. Tra questi segnalo una rievocazione dei 50 anni dall'esposizione delle lezioni di Martyn Lloyd-Jones su Predicazione e predicatori (L. De Chirico), una sessione sull'applicazione (N. Ulfo), un seminario su predicazione e liturgia (P. Bolognesi) e sull'impatto del sermone (G. Rizza).

La possibilità di confronto e di dialogo con altri fratelli e soprattutto con uomini di Dio con grande esperienza e maturità cristiana è qualcosa che non ha “prezzo”. Mi sento di incoraggiare alla partecipazione al Laboratorio, non solo coloro che già hanno un ministero, ma anche quei credenti che non sono impegnati direttamente nella predicazione, poiché la spinta ad una maggior crescita nella santità, nell'integrità e nella responsabilità è qualcosa cui tutti siamo chiamati e che  è stata continuamente sottolineata.

Alfio De Rosa



Giugno 2019

“Pensare i pensieri di Dio dopo di Lui”
L’eredità di Cornelius Van Til (1895-1987) per la chiesa di oggi

Guarda il video della conferenza

L’eredità di Cornelius Van Til (1895-1987) è stata al centro di una conferenza pubblica tenuta a Roma il 19 giugno dal prof. Scott Oliphint, ordinario di apologetica alla Facoltà di teologia Westminster di Philadelphia (USA), presso i locali della chiesa Breccia di Roma. Van Til è uno dei pensatori “seminali” del Novecento evangelico. Il suo pensiero e la sua apologetica continuano ad interrogare teologi e comunicatori dell’evangelo su quale sia il modo fedele alla Scrittura per difendere la fede. In occasione del centenario della nascita, la rivista Studi di teologia ha dedicato a Van Til un fascicolo apposito, mentre è di pochi anni fa la pubblicazione del suo volume sull’educazione cristiana: Saggi sull’educazione cristiana, Caltanissetta, Alfa & Omega 2017.

Dopo aver sostenuto che l’apologetica è una disciplina per tutti i credenti, e non solo per gli esperti, e che l’apologetica deve prima di tutto e sopra tutto radicarsi su una solida teologia biblica, Oliphint ha indicato in 4 punti l’eredità di Van Til: (1) la conoscenza analogica: quello che sappiamo è basato sulla rivelazione di Dio (generale e particolare); (2) l’impossibilità del contrario: solo il cristianesimo è coerente, tutte le altre visioni del mondo sono insostenibili intellettualmente e invivibili praticamente; (3) siamo sempre e tutti in una relazione pattizia con Dio: o segnata dalla rottura e soggetta al suo giusto giudizio o riconciliata da Cristo e beneficiaria della sua salvezza; (4) Dio è uno e trino: l’apologetica non mira a sostenere un mero e generico teismo, ma la confessione del Dio della Bibbia, Padre, Figlio e Spirito Santo.


Maggio 2019

Interessante confronto su Maria nella Bibbia e nella chiesa

Giovedì 9 maggio presso la Sala dei Carmini a Vicenza ha avuto luogo un interessante confronto tra Leonardo De Chirico (Ifed) e Don Dario Vivian (Facoltà Teologica del Triveneto) su “Il ruolo di Maria nella Cristianità. Cattolici ed Evangelici, quale lettura?”. La serata ha registrato la partecipazione di oltre 100 persone ed è stata inoltre una bella occasione per presentare un libro pubblicato recentemente di Leonardo De Chirico, Maria. Una guida evangelica, Caltanissetta, Alfa & Omega 2018: un libro conciso e documentato, utile per coloro che vogliono capire una delle questioni più fraintese e controverse della storia della chiesa.
 
Luigi Dalla Pozza, a nome dell’associazione Native onlus, ha moderato il confronto. Introducendo il tema della serata ha precisato che, se foneticamente il nome di Maria risulti lo stesso, se storicamente si tratti della stessa donna ebrea del primo secolo, tuttavia, da un punto di vista teologico, le due immagini di Maria sono distanti anni luce, “quasi si trattasse di persone diverse”. Difatti, nella chiesa romana Maria occupa un posto particolarmente privilegiato: ci si rivolge a Maria come “Madre di Dio”, come co-redentrice e come “Madre della Chiesa”. La devozione a lei riservata occupa uno spazio oltremodo rilevante. Nelle chiese nate dalla Riforma protestante del Cinquecento, invece, la riflessione su Maria è essenzialmente legata ai testi del Vangelo ed agli scritti del NT. Ne risulta un bell’esempio di fede da imitare. Per i protestanti, quindi, Maria non è affatto paragonabile alla figura di Cristo, non le è riservata alcuna venerazione e neppure devozione; anzi, per la sensibilità evangelica, queste ultime costituiscono una sorte di “abuso”. Perché una tale differenza? Dietro la semplicità di questa domanda si celano universi dottrinali e devozionali differenti da cui scaturiscono sensibilità spirituali alquanto diverse. Si comprende, allora, perché un dialogo sulla figura di Maria sia complicato, ma possibile, anzi, doveroso. Per accompagnare questo confronto/riflessioneLuigi Dalla Pozza ha posto quattro domande ad entrambi i relatori.
 
Il contenuto ed il tono delle risposte hanno delineato, alla fine, traiettorie e prospettive diverse. De Chirico ha ricordato come la Riforma Protestante del Cinquecento, seguendo il motto ad fontes,abbia voluto “ricentrare” la fede cristiana mediante il ritorno al sola scripturae, contestualmente,abbia sottopostoad una “cura dimagrante” il culto mariano dilagante. Ha proseguito ricordando come lo stesso sviluppo della mariologia sia dipeso, tra le altre cose, da una errata traduzione della Vulgata che ha riportato “Maria, piena di grazia” in luogo di “Maria, favorita dalla grazia”, generando una comprensione di Maria svuotata del peccato originale. Da qui il passo a ritenere che Lei potesse riservare tale grazia a tutti coloro che le si rivolgevano in preghiera è stato breve. Tuttavia, ha specificato De Chirico, il temine “favorita” descrive Maria come destinataria indegna della grazia di Dio, proprio come il resto dell’umanità.
 
Ha concorso allo sviluppo della mariologia anche il titolo assegnatole al Concilio di Efeso nel 431 d.C “Madre di Dio” (Theotokos). Mentre l’intento dei padri conciliari era quello di affermare la verità dell’incarnazione, il risultato fu quello di esaltare Maria e di confermare il culto a lei già destinato. Di fatto Efeso costituì un trampolino per ulteriori elaborazioni nello sviluppo della mariologia e una sorte di “viatico per un sillogismo”, ovvero permise di trasferire le proprietà del Figlio alla madre. Detto altrimenti, da quel momento in poi si iniziò a conferire le qualità e gli attributi del Figlio anche a sua madre.
 
Infine, De Chirico ha osservato che la mariologia ha compiuto una traiettoria al cui termine si trovano i dogmi dell’immacolata concezione (1854) e dell’assunzione corporale (1950), facendo diventare Maria co-redentrice, anche se ciò non è stato ratificato da pronunciamenti ufficiali. Insomma, volendo difendere la piena divinità di Cristo, partendo da Efeso si è determinata una distanza del Figlio da coloro che ha redento, creando un vuoto che di fatto è stato colmato dalla figura di Maria, percepita come più prossima, più simile all’uomo comune. Da qui la debordante devozione mariana che ha messo in ombra la persona e l’opera di Cristo e dello Spirito Santo.
 
Dario Vivian, per parte sua, ha concordato sul fatto che la chiesa romana avesse dimenticato la Scrittura. Pertanto il “ritorno alle Scritture” è stato un elemento importante su cui occorre necessariamente lavorare. Ha pure condiviso la tesi di De Chirico di come Maria abbia oscurato, in modo non appropriato, Cristo e la sua figura. “Il centro del vangelo è Gesù”, ha dichiarato enfaticamente.  Tuttavia, ritiene che il concetto “Piena di Grazia” abbia ben sottolineato l’atto dell’incarnazione di Dio Figlio, indicando il punto nella storia in cui “il Verbo si è fatto carne”. Per lui questa pienezza della grazia conferita a Maria dimostra sia l’amore di Dio, sia la disponibilità di Maria di farsi discepola in modo peculiare. In un certo senso, ha affermato Vivian, Maria è stata la prima discepola. Quindi anche se Maria non è una donna perfetta, è tuttavia una donna che ha accolto Dio con pienezza, è colei che più di tutti si è fatta toccare dalla grazia, colei che più di tutti ha cooperato con Dio.
 
Le difficoltà nel decifrare la ricca devozione mariana, che certamente va riconsiderata ma non viene del tutto sconfessata, secondo Vivian dipende dal rapporto tra fede e religione. Non esiste la “nuda fede” e ad ogni modo la fede va inculturata. Ecco, dunque, il bisogno dei simboli di cui Maria è un modello per eccellenza. Ed ecco anche spiegate le tante forme devozionali che necessiterebbero di essere rivisitate e corrette alla luce della Scrittura.
Insomma, il dialogo si è prolungato in modo intenso e rispettoso toccando alcuni nodi della mariologia, senza tuttavia giungere ad una comprensione condivisa in merito. Rimangono nello sfondo posizioni diverse circa l’antropologia, la questione del peccato e della grazia, e pure dello statuto delle Sacre Scritture. Pertanto, anche se non sembra attuabile ancora un passaggio “dalla mariologia a Maria”, De Chirico ha auspicato un ritorno della chiesa romana alla “Maria sobria e laconica” trasmessoci dal NT. Ad ogni modo è stata una bella occasione di confronto che ha permesso a diversi partecipanti di scoprire aspetti di Maria altrimenti sconosciuti.   
(Laura Mogentale)




Aprile 2019

Agape del 25 aprile delle Chiese CERBI

Qui Formigine (MO)

Per la prima volta da quando si è costituita la comunione delle chiese CERBI, l’agape comunitaria per le chiese del nord Italia si è svolta a Formigine (MO). Con una popolazione in crescita costante di quasi 35.000 abitanti e una vivace dinamicità che le è valsa il recente riconoscimento dello status di città, Formigine mantiene intatti i caratteri tipici di una realtà provinciale. Se questa è un’eccezione nel panorama delle nostre chiese (che gravitano intorno ai centri principali delle regioni settentrionali), la cittadina modenese è però rappresentativa delle numerose realtà urbane medio/piccole che caratterizzano l’intera pianura padana. Il titolo della giornata “Ti presento la mia famiglia” riassume così le opportunità che abbiamo voluto cogliere nell’essere testimoni della Verità in un centro di provincia: quella di rendere consapevoli i nostri concittadini che la realtà evangelica è radicata nella nostra penisola e ha una storia che va oltre la presenza locale; quella di coinvolgere i nostri fratelli nella sfida di confrontarsi con l’impermeabilità alla Parola di Dio e con gli idoli consolidati da generazioni nel tessuto sociale formiginese e nelle sue tradizioni. Nonostante diverse assenze dell’ultimo momento, erano presenti poco meno di 200 persone dalle chiese di Padova, Vicenza, Milano, Trento, Rovereto e Ferrara, oltre a Formigine e ad alcuni ospiti. La predicazione del pastore Gianni Cortese su Colossesi 3,1-4 ha potentemente esortato “coloro che sono risuscitati con Cristo” ad essere portatori di una nuova identità. Il messaggio si è concretizzato nel tempo di evangelizzazione che si è svolto nel pomeriggio nel parco cittadino: malgrado le condizioni atmosferiche incerte, alcuni piccoli gruppi hanno potuto assistere al percorso evangelistico e musicale attraverso i 5 sola della Riforma, intitolato “la memoria che libera”. La giornata ha ben riassunto tutte le precarietà che accompagnano l’annuncio della Parola di Dio a Formigine come in ogni angolo della terra, ma è stato possibile proclamare con gioia che nell’Evangelo esiste l’unica libertà autentica, concreta e duratura. Abbiamo aperto una piccola finestra sull’eredità della Riforma e il suo messaggio è ancora attuale e vero: tutto ciò che il Signore fa è buono! (Enrico Calanchi)

 

Qui Monte di Procida (NA)

Per l’agape annuale, le chiese CERBI del centro-sud si sono incontrate presso il Laboratorio delle arti di Monte di Procida. I fratelli e le sorelle della chiesa ospitante, insieme ai membri e simpatizzanti delle chiese evangeliche di Campagna, Chieti, Roma Primavalle, Breccia di Roma, Breccia di Roma S. Paolo, Formia e rappresentanti di altre chiese del napoletano, hanno colto l'occasione per dare testimonianza della vera libertà in Gesù Cristo presso la Marina di Monte di Procida. Lì il pastore Pasquale d'Ambrosio annunciando la Parola, ha invitato i presenti a considerare la propria condizione di cecità causata dal peccato e di gridare a Cristo per riacquistare la vista spirituale. Il Signore è stato celebrato ancora attraverso canti e testimonianze. Dopo il pranzo al sacco e un momento di giochi, le chiese hanno avuto la possibilità di pregare le une per le altre condividendo motivi di ringraziamento e le sfide vissute nelle diverse realtà. Anche quest'anno siamo grati a Dio per la possibilità di vedere il modo in cui il suo popolo cresce ed è guidato a proseguire nella chiamata a essere chiese confessanti nel nostro Paese. (Chiara Lamberti)

 

Qui Comiso (RG)

Il 26 aprile 2019 si è svolta a Comiso, in provincia di Ragusa, la cerimonia per la dedicazione del locale di culto e per la scopertura della targa toponomastica che ha intitolato il piazzale antistante la chiesa Sola Grazia Fondazione di Comiso, “Largo della Riforma Protestante”.
In particolare, la prima parte dell'evento dedicato all’intitolazione della targa ha avuto luogo nei locali esterni della struttura, dove il pastore Nazzareno Ulfo ha preso la parola spiegando il senso etimologico delle parole “Riforma” e “Protesta”. Riformare significa raddrizzare, modificare la realtà esistente per darle una forma diversa. La direzione seguita dai riformatori fu quella, non di rifondare la chiesa, ma di riformarla. Il fondamento, Gesù Cristo, era stato già posto e non poteva essere sostituito. La chiesa aveva inoltre una regola autorevole, immodificabile, sufficientemente chiara: la Parola di Dio. La chiesa di Dio doveva essere riformata sulla base del Sola Scriptura, “metro e criterio per separare e discernere il vero dal falso, per riconoscere ciò che Dio vuole e ama, da ciò che Dio odia e disprezza”.
 
Ancora oggi la chiesa deve essere riformata. I riformatori furono anche protestanti. Protestare non significa sovvertire l'ordine pubblico, ma “parlare in favore di” ...Dio, del popolo di Dio, in questo caso, facendo proprio il grido di battaglia del “Sola Scriptura”. Una chiesa riformata e che “parla in favore di Dio” sulla base del Sola Scriptura, deve agire confessando la giustizia e la verità del Vangelo. A questo, sono seguiti numerosi interventi: del sindaco dell’amministrazione precedente, che ha ringraziato la Chiesa di Comiso per avere "ridato vita" ad una struttura che sarà al servizio della città; dell’attuale sindaco Maria Rita Schembari, che ha esordito dicendo di essere "grata" del progetto messo in atto dalla chiesa Sola Grazia di Comiso e della “ricchezza” che esso rappresenta per la città di Comiso; del Vice Prefetto Aggiunto Rosanna Mallemi. Successivamente, il sindaco ed il vice Prefetto hanno proceduto alla scopertura della targa toponomastica.
 
La seconda fase di dedicazione del locale di culto si è svolta all'interno della stessa struttura, ove ad attendere c’era una sala gremita di partecipanti. Alla lettura della lettera inviata dal Presidente dell'Alleanza Evangelica Italiana Giacomo Ciccone, è seguito l'intervento del presidente del Distretto Sicilia dell’Alleanza Evangelica, pastore Salvo Bonaccorsi. Ivan Caradonna, che guiderà la chiesa Sola Grazia di Comiso, dopo la lettura del Salmo 15 ha invitato il predicatore Paul Washer, fondatore della società missionaria Heart Cry a prendere la parola. Il messaggio è stato incentrato su “Il potere del Cristo Risorto” (Romani 3), interpretato dell'anziano della chiesa CERBI di Trento Stéphane Simonnin. L’evento si è concluso con le preghiere elevate da alcuni dei presenti e con le parole della seconda lettera ai Corinzi 13,13. (Damaris Marletta)

 

Programma agapi del 25 aprile

Come ogni anno, sin dalla fondazione delle chiese CERBI (2006) e prima ancora a partire dai primi Anni Novanta, si rinnova la bella “tradizione” dell’agape annuale del 25 aprile. L’agape è un un’occasione di comunione e testimonianza pubblica in cui le chiese sono coinvolte nella loro interezza in un incontro di popolo. Quest’anno le agapi si terranno a Formigine (MO), Monte di Procida (NA). In Sicilia si terrà il 26 aprile e coinciderà con l’inaugurazione dei locali di culto a Comiso (RG) e l’intitolazione del Largo della Riforma Protestante sempre nella città siciliana. Qui i programmi più dettagliati.

Qui Formigine (MO)

Incontro presso la Polisportiva Formiginese, con ingresso in Via Caduti di Superga, 10.
10.30    Arrivo, benvenuto, preghiera e canto
11.00    Predicazione (Gianni Cortese)
            “Ti presento la mia famiglia” (testimonianze da parte di tre credenti di Formigine)
13:00    Conclusione della mattinata (canto e preghiera)
             pranzo a sacco (al parco se bel tempo, spostamento a piedi)     
15:30    Evangelizzazione con musica al parco ( “La memoria che libera” )
             In caso di brutto tempo si svolgerà nella Polisportiva.
             Tempo di evangelizzazione e dialogo nel parco con i presenti
17:30    Saluto e partenza (dal parco)

Info: 320 1153003

Qui Monte di Procida (NA)

10.30   Benvenuto e preghiera al Laboratorio delle Arti
10.45   Trasferimento ad “Acquamorta” e programma all’aperto che comprende:
-    Teatrino a cura della Chiesa di Chieti.
-    Canti preparati dalla Chiesa di Chieti.
-    Predicazione della Parola di Dio.
13.00   Pranzo al sacco
14.00   Giochi all’aperto a cura delle Chiese di Roma
15.00   Rientro al Laboratorio delle Arti. Notizie dalle Chiese.
16.00   Saluti e commiato.

Info: 335 6464392

Qui Comiso (RG)

A Comiso la giornata si terrà il 26 aprile presso la ex-chiesa cattolica dell’aeroporto di Comiso con questo programma:

17.30 Scopertura della targa d’intitolazione del Largo della Riforma Protestante
18.00 Servizio di dedicazione del locale di culto con la predicazione di Paul Washer

Interverranno le Autorità civile, militari e religiose.

Info: 393 9435613


Dichiarazioni Evangeliche II a Milano

Sabato 13 aprile nei locali della chiesa SperanzaxMilano è stato presentato il volume Dichiarazioni Evangeliche II presenti il suo curatore, il prof. Pietro Bolognesi dell'IFED di Padova, e il prof. Lorenzo Maggioni del Seminario cattolico di Milano. Entrambi hanno dato vita ad un dibattito vivo e seguito con interesse dai presenti. Il volume secondo, in continuità con il primo (insieme raccolgono 50 anni di Dichiarazioni del movimento evangelicale 1966-1996; 1997-2017), in una cultura inebriata dal nuovo evita, a giudizio del curatore, due tentazioni: per un verso un discorso fatto oramai per lo più di parole vuote e noiose, per un altro verso alle parole preferisce il silenzio per non avere nulla da dire dinanzi ai grandi interrogativi del nostro tempo. Evitare queste due tentazioni è l'intento di queste Dichiarazioni che pur essendo frutto di una mediazione e anche di compromessi, data la varietà del movimento evangelicale e l'ampiezza dei fruitori finali, sono espressione di profondi convincimenti e vengono sostenuti con molta forza.
L'intervento di Maggioni, molto articolato e tutto focalizzato sul rapporto cattolicesimo-evangelicalismo, è consistito in una valutazione complessiva dei documenti. Senza prenderne uno nello specifico ha mostrato un apprezzamento generale per la franchezza con cui sono dette le cose e una passione vera che emerge per la Parola di Dio. Dal canto suo, ha difeso le proprie posizioni problematizzando la lettura che in ambito evangelicale si fa dell' et et cattolico, la lettura che si fa di Lutero, per cui anche il mondo evangelico, a suo giudizio, avrebbe bisogno di un canone nel canone, preferendo l'ecumenismo, seppur tardivo del cattolicesimo, all'idea evangelica di una mera co-belligeranza dinanzi alle sfide etiche del momento. Al principio del "sola Scrittura" il cattolicesimo sostituisce il ruolo infallibile del "solo Spirito". Per poi affermare che Cristo non si è illibrato ma incarnato, generando un conflitto inesistente tra la parola scritta e quella incarnata. Un intervento, quello del prof. Maggioni, apprezzato, accorato e a tratti anche autobiografico.

Bolognesi, con altrettanta paressia e chiarezza, ha replicato a quelle che volevano essere due "provocazioni" del suo interlocutore. Lo ha fatto con il ribadire il principio biblico del sola Scrittura, contestando la lettura non storica che di Lutero si fa in ambito cattolico, che finisce per attribuirgli l'idea di un canone nel canone, e dimentica il principio sposato da Lutero che la Bibbia interpreta se stessa. Citando Atti 4,12 ha chiesto come si pone il cattolicesimo rispetto a questa unicità della mediazione espiatoria di Gesù Cristo. Infine, alcune domande dei presenti hanno dato modo di cogliere altri rilievi critici circa il primato pietrino, ritenuto dal Maggioni frutto di una sintesi biblica che fungerebbe da collante e garante dell'unità della chiesa. Va detto che il confronto tutto incentrato sul rapporto cattolicesimo-evangelicalismo non ha permesso, anche per questione di tempo, l'analisi di tematiche specifiche (cura dell'ambiente, teologia della prosperità ecc.), che pure sono oggetto di specifiche Dichiarazioni contenute nel secondo volume. Siamo grati al Signore per averci dato un'ulteriore opportunità di confronto e di testimonianza alla città.




Marzo 2019

Il congregazionalismo di comunione nella storia e nella vita delle chiese

Il congregazionalismo di comunione è stato al centro della Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI tenuta a Bologna il 9 marzo 2019. Dalla loro costituzione nel 2006, le chiese CERBI hanno dato vita ad una forma di congregazionalismo di comunione definendolo come "un vissuto di relazioni inter-ecclesiali il quale riconosce che, biblicamente parlando, la vita della chiesa locale deve stabilire rapporti di comunione con altre chiese locali basati sulla comune confessione della fede evangelica e mirati al sostegno dell'opera nei vari territori in cui esse sono dislocate." (CdA 1/14). Nel voler esplorare le implicazioni ecclesiologiche e sottoponendolo a verifiche in base a casi concreti, la Compagnia degli Anziani ha dedicato una sua sessione ad un'analisi storica. Infatti, il congregazionalismo di comunione è iscritto dentro la Confessione di fede battista del 1689 (“Ogni chiesa con tutti i suoi membri ha il dovere di pregare costantemente per il bene e la prosperità di tutte le chiese di Cristo in ogni luogo…..Ne consegue chiaramente che quando delle chiese vengono stabilite per la provvidenza di Dio, dovrebbero avere comunione tra di loro per promuovere la pace, un amore crescente e l’edificazione reciproca, come e quando hanno l’opportunità di farlo e trarne vantaggio” 26.14) preceduta e seguita da un certo vissuto nelle chiese inglesi. 

Su incarico della Compagnia, Stéphane Simonnin ha svolto una relazione storica sull’esperienza di congregazionalismo di comunione delle chiese riformate battiste inglesi nel Seicento. Raccogliendo il materiale che emerge dalle fonti (CdF 1689, ma anche l’opera ecclesiologica di John Owen e i verbali di incontri appositi), affiora un quadro fluido in cui la relazione tra l’indipendenza della chiesa locale e il “dovere” di partecipazione ad assemblee comuni si sviluppa soprattutto in ambiti quali la condivisione di ministeri, la formazione dei pastori, l’aiuto ai poveri, la supervisione dottrinale e il consiglio sulla soluzione di conflitti.

Questo vissuto storico è stato poi messo in relazione alle situazioni delle chiese CERBI per approfondire ulteriormente le risorse e le sfide del congregazionalismo di comunione. Altri temi affrontati dalla Compagnia degli Anziani sono stati lo sviluppo di una sensibilità nel campo della consulenza e l'aggiornamento di vari progetti in corso.


Visione cristiana e qualità delle relazioni educative

In via Veglia 49 a Milano, nella Chiesa riformata battista di speranzaxmilano, il 2 marzo scorso ha avuto luogo un dibattito pubblico sul tema della qualità delle relazioni educative, che ha visto interagire, in modo apprezzato dal pubblico, due tutor dell'apprendimento (Adele Baldi di Modena e Bianca Carrescia di Milano), entrambe con una lunga esperienza nel campo delle DSA (difficoltà specifiche dell'apprendimento). Nel suo breve intervento di apertura Matteo Clemente, pastore della chiesa, ha letto il testo di Proverbi 1,1-9 per dire della centralità scritturale del tema dell'educazione in genere, ribadire alcuni assiomi propri ad una visione riformata che si caratterizza per la realtà e centralità del Dio che si rivela nelle Sacre scritture e nella creazione e provvidenza, il carattere normativo della rivelazione speciale di Dio, il mandato culturale affidato all'uomo e alla donna e la contestazione di ogni pretesa neutralità nell'argomentare.
Tra i presenti vi era una buona quota di insegnanti e genitori molto interessati e partecipi al dibattito, che ha visto le due tutor calarsi nei panni di due dei soggetti più direttamente in causa (insegnante e genitore, ma senza trascurare lo studente) allo scopo di far emergere dalla "messa in scena" alcune delle criticità che emergono nel proposito di relazionarsi in modo amorevole ma anche onesto e sincero. I presenti hanno apprezzato il loro coinvolgimento, voluto dalle relatrici, nella individualizzazione di tali aspetti critici e non solo.
L'incontro ha favorito lo scambio personale e fatto emergere il desiderio di prolungare la proficua interazione tra insegnanti e genitori presenti. Ha inoltre fornito ai promotori dell'iniziativa un'opportunità ben spesa di segnalare la propria presenza e contestualizzare la propria testimonianza di fede in città.


Dicembre 2018

Il documento sul rapporto tra chiese e missioni ora anche in inglese

Scarica il documento ITA | ENG
E’ ora disponibile anche in inglese il documento “Collaboratori nel campo di Dio. Sul rapporto tra chiese e missionari/agenzie missionarie” che la Compagna degli Anziani delle chiese CERBI ha approvato il 19 ottobre 2018. Si intitola “Co-Workers in God’s Field.  On The Relationship Between Churches and Missionaries/Missionary Agencies”. Con questa traduzione si vuole permettere la circolazione del documento anche tra le agenzie missionarie che lavorano in Italia o che hanno a cuore di collaborare con le chiese italiane. E’ quindi uno strumento per sviluppare relazioni consapevoli, rispettose, collaborative e fruttuose.

 
Dopo aver richiamato il senso biblico della missione e la responsabilità dei vari soggetti nello svolgimento della stessa, il documento CERBI, richiamando il Patto di Losanna (art. 7), il documento presenta alcune criticità del rapporto tra chiese e agenzie missionarie e suggerisce modi per ovviarle in vista della costruzione di rapporti leali, realistici e speranzosi.
 
Il documento si conclude con questa speranza: “Come Paolo era consapevole che nel campo di Dio c’era bisogno di collaboratori diversi, così era certo di questo: “colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (1 Corinzi 3,7). Voglia il Signore ricevere ogni lode e onore da quello che le nostre chiese arricchite dall’aiuto di agenzie missionarie e missionari sapranno dare per l’avanzamento del Regno di Dio in Italia”.


Novembre 2018

My Hope, l’impegno delle chiese CERBI

Dal 7 al 18 novembre si è tenuta in tutta Italia la campagna evangelistica incentrata sul film La croce, su iniziativa della Billy Graham Evangelistic Association e in collaborazione con almeno 1700 chiese evangeliche italiane, tra cui le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia. Ecco alcuni cenni sulle attività promosse dalle chiese CERBI.
 
Ferrara
Il film La croce è stato proiettato in due luoghi distinti. Nell'ex ospedale di Ferrara e in una sala del centro storico, coinvolgendo complessivamente una decina di persone non appartenenti alla chiesa. Rrimaniamo in preghiera affinché il Signore se vorrà dia sviluppi all’interesse mostrato.
 
Cinisello Balsamo
La chiesa Balsamoxlacittà a partire da giovedì 8 novembre ha dato vita a diversi momenti di testimonianza in occasione dell’iniziativa My Hope Italia promossa dalla BGEA. Due le proiezioni pubbliche rivolte in generale alla cittadinanza. Una nei locali della chiesa e l’altra alla Biblioteca Il Partini di Cinisello Balsamo. A quest’ultima ha partecipato e portato il saluto l’Assessore Riccardo Visentin. Cinque le proiezioni presso le famiglie della chiesa il cui invito è stato rivolto al vicinato e a condomini. In totale sono state raggiunte una dozzina di persone con alcune delle quali sembra possibile fare un percorso di approfondimento della fede evangelica.
 
Milano
La chiesa speranzaxmilano ha dato vita a quattro iniziative in luoghi diversi (case private, locale di culto, libreria, casa anziani) e con esiti diversi (da poche a trenta presenze). L'evento meglio riuscito è stato quello che ha avuto luogo in una casa albergo per anziani. Abbiamo almeno un altro evento in cantiere presso un centro accoglienza senza fissa dimora.
 
Roma
A Roma la chiesa Breccia di Roma ha organizzato la proiezione del film al Caffè Letterario di via Ostiense il 14/11, cui è seguita la testimonianza di vita cristiana di due giovani credenti. Una persona ha mostrato interesse all’evangelo e ha iniziato la lettura della Bibbia. La chiesa Breccia di Roma San Paolo ha organizzato la visione del film al Centro sociale del Parco Schuster con più di venti persone presenti. La proiezione presso il Laboratorio delle arti ha visto alcuni conoscenti partecipare.
 
Formigine
Il 16/11 il film è stato proiettato alla presenza di una quarantina di persone presso la Sala Civica di Casinalbo (MO) con un commento conclusivo seguito da conversazioni individuali e rinfresco.
Il 18/11 è stato mostrato presso i locali della chiesa con commento conclusivo, conversazioni individuali e rinfresco. Anche in questa occasione, circa 40 persone hanno partecipato di cui 7 non di fede evangelica dietro invito da parte di membri di chiesa. Questi ultimi proseguono i contatti e la testimonianza.      
 
Rovereto
La Chiesa di Rovereto nei giorni 9 e 17 ha organizzato due eventi dal titolo “Sfidati dalla croce” durante il quale è stato proiettato il film La croce. Il 9 è stata organizzata una cena solidale presso la sala di culto, alla quale i membri della chiesa hanno potuto invitare amici e parenti. Erano presenti circa 60 persone delle quali una ventina erano non credenti. A fine cena, è stato proiettato il film e poi il pastore Angelo Sotera ha concluso con una breve meditazione. Il 17 l’evento ha avuto luogo nel teatro del comune di Garniga Terme ed è stato un evento pubblico al quale hanno partecipato più di 100 persone la metà delle quali non credenti. La serata si è conclusa con un rinfresco, al quale tutti hanno partecipato e dove, anche in questo caso si è avuta la possibilità di condividere la propria fede con le persone presenti. Una famiglia presente a tutte e due gli eventi, ha poi frequentato il culto della domenica successiva. Che il Signore operi con potenza di tutti coloro che hanno ascoltato la “Buona notizia” di Gesù Cristo.
 
Trento
Il 16 è 17 novembre il film è stato proiettato presso la sala della Fondazione Caritro nel centro storico di Trento con un'introduzione sulla vita e il messaggio di Billy Graham e seguito da conversazioni individuali e rinfresco. I partecipanti erano circa una trentina ogni serata fra cui alcuni non credenti invitati dai membri di chiesa. Continuiamo a pregare che il Signore possa parlare ai loro cuori.
 
Padova
A Padova ci sono stati due appuntamenti. Uno nella chiesa in cui oltre a una cinquantina di credenti erano presenti più di trenta nuove persone, e uno in un ristorante a Camisano con una decina di nuove persone. Due mesi prima dell’evento, ciascun credente era stato invitato a mobilitarsi per pensare e scrivere i nomi di tre persone in un bigliettino mettendolo in una cassettina. Questo ha favorito un impegno personale nella preghiera e nelle iniziative. Gli incontri sono stati sobri e diretti. Come anticipato, è stata l’occasione per iniziare un gruppo di studio biblico a Camisano. Al primo incontro del gruppo di studio biblico erano presenti quattro nuove persone.
 
Vicenza
La chiesa di Vicenza il 15 Novembre ha organizzato una serata nei propri locali dove è stato proiettato il film; erano presenti alcuni ospiti e in particolare una signora che ci frequenta da alcuni mesi con interesse. Alla fine del film Daniele Bozzini ha prolungato evidenziando e coinvolgendo i presenti sulle specificità del messaggio di Billy Graham. La serata ha avuto una buona interazione. Abbiamo inoltre incoraggiato i membri di chiesa a proiettare il film in casa coinvolgendo amici e conoscenti, per favorire una personale condivisione del vangelo.


Ottobre 2018

Fondazione di chiese dall’Europa all’Italia

Dal 30 ottobre al primo novembre 2018 si è tenuta la conferenza City to City Europe a Cracovia con 32 paesi rappresentati e circa 700 partecipanti impegnati nella fondazione di chiese nelle principali città d’Europa. Tra i partecipanti c’erano circa 15 italiani e tre chiese CERBI rappresentate. Attualmente le chiese CERBI sono impegnate nella fondazione di chiese a Milano, Roma, in Sicilia e stanno preparandosi a iniziare progetti di fondazione a Pescara e Verona.
 
Il tema, presentato in quattro sessioni da Tim Keller, è stato “il Vangelo all’opera in me, nella chiesa, nella città e nel mondo”. Oltre alle sessioni di Keller ci sono stati dei seminari specifici su diversi temi, tra cui: fede vissuta nel luogo di lavoro, rifocalizzazione ed equilibrio dell’attività della chiesa, eventi di crisi nelle città, sfide dei responsabili durante la vita della chiesa, dalla fondazione alla maturità, come mantenere un ministero sano nel tempo evitando esaurimenti.
 
Il confronto diretto con le altre realtà europee è stato molto stimolante per le chiese italiane in modo particolare con quelle del sud Europa, segnate da contesti di minoranza evangelica. Nessun progetto di valore, in tutti gli ambiti trattati, può prescindere da una relazione profonda e quotidiana con il Signore nutrita dalla preghiera, dalla parola e da una forte dipendenza dal Signore che genera amore per Lui, per il suo popolo e per il contesto in cui si vive. La fondazione di chiese non è un progetto per individui o chiese isolate, ma per reti di chiese che, unite nella visione, collaborano insieme e coraggiosamente per attivare progetti ambiziosi e sostenibili.
 
Luca Lambertucci, Raffaele Costagliola, Valeria Marzano.

 

Scuola e laicità: una relazione incompiuta

La laicità nella scuola italiana è un tema sempre attuale, considerate le peculiarità storiche, normative e culturali del sistema italiano. Sono all’ordine del giorno preghiere, precetti pasquali, messe d’inizio anno in orario scolastico. E poi c’è l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC), insegnamento di una confessione, svolto da insegnanti scelti dal vescovo cattolico e pagato coi soldi di tutti i contribuenti. Talvolta, il tema diventa attualissimo quando i confini e le distinzioni proprie della laicità vengono prevaricate. Come sta accadendo in questi giorni a Caltanissetta dove la locale diocesi cattolica ha organizzato una serie di incontri tra il vescovo e gli studenti delle scuole superiori della provincia in orario scolastico sui temi discussi al Sinodo sui giovani che si sta tenendo in Vaticano. In un regime di laicità minima, un vescovo potrebbe incontrare chi vuole, anche gli studenti: ma dovrebbe farlo fuori dall’orario scolastico e fuori dalle attività scolastiche, come qualunque altra figura religiosa interessata ad iniziative simili. Non così avviene in una situazione come quella italiana dove i confini tra giurisdizione ecclesiastica ed autonomia scolastica sono porosi e spesso scavalcati. Il programma della diocesi trova l’acquiescenza dei dirigenti scolastici che, evidentemente, scontano un tasso carente di laicità e non capiscono la necessità di salvaguardare il confine della laicità della scuola statale.

Tutto ciò ha fatto da sfondo al convegno su “Scuola e laicità” tenuto Il 24 ottobre presso l’aula magna del Liceo Classico Linguistico e Coreutico Ruggero Settimo di Caltanissetta. Il convegno che è stato organizzato dalla Chiesa Cristiana Evangelica “Sola grazia” di Caltanissetta, con la partecipazione del Comune di Caltanissetta, dell’Ufficio Scolastico Provinciale (VI Ambito territoriale Caltanissetta ed Enna) dell’Alleanza Evangelica Italiana e della casa editrice nissena Alfa & Omega.

Alla presenza di un centinaio di persone tra studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e cittadini nisseni e di altre città della Sicilia, dopo il saluto della vicepreside del Liceo ospitante, prof. Nadia Rizzo e dell’assessore alla scuola Pasquale Tornatore, il pastore Nazzareno Ulfo ha introdotto e presieduto i lavori. I relatori intervenuti sono stati l’avv. Ivan Caradonna che ha illustrato in un breve ex cursus la storia dell’insegnamento della religione nella scuola italiana dall’unità fino ai nostri giorni. Quindi, il dirigente dell’Ambito territoriale Caltanissetta-Enna, dott. Luca Girardi, ha affrontato la questione della laicità nella scuola esaminando e spiegando alcune sentenze del Consiglio di Stato e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e mostrando quanto controversa e, per certi aspetti, contraddittoria sia l’applicazione dei principi di laicità implicitamente espressi nella Costituzione e garantiti dalla legislazione italiana. Ha fatto seguito l’intervento di Barbara Condorelli, responsabile regionale per l’insegnamento della religione cattolica, che ha affermato che l’attuale generazione di studenti è stata definita come “la prima generazione incredula” e che, sebbene l’insegnamento della religione cattolica non costituisca insegnamento catechetico per gli studenti che se ne avvalgono, sia estremamente importante per dare una corretta interpretazione storica e orizzonti di senso alle giovani generazioni. Leonardo De Chirico, vice presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana ha esordito dicendo che la laicità è figlia del pluralismo religioso ed ha affermato che in una Italia che, diversamente da altre nazioni europee, non ha avuto né una Riforma né una rivoluzione, la laicità tanto nella sua formulazione teorica quanto nella sua attuazione pratica rimane ancora acerba e immatura e che una scuola che finanzia una confessione religiosa (la cattolica) per svolgere il compito di orientare spiritualmente i nuovi cittadini non è autenticamente laica.

Dopo un ulteriore giro di interventi e le risposte alle domande poste da alcuni degli intervenuti, il convegno si è concluso con un breve intervento di Ulfo che, citando un sociologo contemporaneo, ha affermato che in qualunque regime di monopolio la qualità dell’offerta tende a scadere. È quindi necessario che, per una laicità compiuta, anche nella scuola si odano una pluralità di voci educanti al pensiero critico in uno spirito di confronto franco e pacifico. L’assetto della laicità italiana è ancora lacunoso e bisognoso di riforma culturale prima che ordinamentale. Per favorire questo obbiettivo saranno pubblicati gli atti del convegno in modo che costituiscano materiale per l’avanzamento della riflessione.

 

Compagnia degli Anziani: per un fruttuoso rapporto tra chiese e agenzie missionarie

La relazione tra chiese locali e agenzie missionarie/missionari è stata al centro dell'incontro autunnale della Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI, svoltasi a Padova il 19-20 ottobre. A seguito di una riflessione avviata nel 2017 e di un percorso di lavoro che ha avuto diversi passaggi di elaborazione, è stato approvato all'unanimità il documento "Collaboratori nel campo di Dio. Sul rapporto tra chiese e missionari/agenzie missionarie" (scaricabile da quì). Richiamando il senso del mandato biblico di abitare la terra con responsabilità e di discepolare le nazioni, il documento mappa le dinamiche della missione nella Bibbia in cui si sviluppa una sinergia tra chiese stabilite e gruppi di persone inviate a fondarne altre o a svolgere servizi di comune utilità. Nel corso della storia della chiesa, questa collaborazione complementare si è modificata in un protagonismo delle agenzie missionarie a fronte di una marcata staticità delle chiese. Il Patto di Losanna (n.7) invita tutti a riequilibrare la relazione ricostruendo il collegamento organico tra chiese dedicate alla missione e gruppi a sostegno della missione. La seconda parte del documento mette a fuoco le specifiche responsabilità delle chiese CERBI nel relazionarsi ad agenzie missionarie/missionari che vogliono collaborare. Si stabiliscono criteri dottrinali e vissuti ecclesiali segnati dalla centralità del ruolo delle chiese, per evitare azioni indipendenti o scollegate dal tessuto ecclesiale esistente. D'altra parte si assume la responsabilità di coltivare una visione missionaria capace di sognare la crescita e camminare verso di essa. Il documento è quindi un materiale di studio e di lavoro che sarà tradotto nelle principali lingue usate nel mondo evangelico contemporaneo per favorire una riflessione aperta, trasparente e votata alla condivisione di percorsi di servizio.

Sempre durante la Compagnia degli Anziani si è svolto un laboratorio ecclesiologico dove sono state presentati quattro libri recenti sulla chiesa che hanno animato un'utile conversazione. Non è mancato il tempo di condivisione e di preghiera, così come la pianificazione delle attività in comune delle chiese CERBI (come ad esempio, l'agape del 25 aprile).

 

Testamento biologico in prospettiva. Dibattito a Formigine

Il 23 settembre, nella sala consiliare del castello di Formigine (MO), si è svolta una tavola rotonda sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), dal titolo: "Testamento biologico in prospettiva".  L'iniziativa, promossa dall'Associazione Evangelica Formiginese (strettamente collegata alla chiesa CERBI della città modenese) con il patrocinio del Distretto Centro-Nord dell'AEI e del Comune, si colloca tra le iniziative culturali del Settembre Formiginese, ed ha visto coinvolti come oratori  Alessandro Piccirillo (autore dell’articolo contenuto nel supplemento di Studi di teologia sul testamento biologico),  don G. Semprebon (professore di etica all’Università di Modena e Reggio Emilia), M.L Cattinari (presidentessa dell’associazione laica “Libera Uscita”) e l’avv. Pierangela Panini (esperto legale). La tavola rotonda, tenuta davanti a una sala gremita, ha rappresentato un importante contributo evangelico all'informazione rivolta alla cittadinanza e a una proposta culturale alternativa rispetto alle narrazioni prevalenti sull'etica di fine vita. La battaglia comune emersa dalla serata è stata il far rientrare in modo sereno e responsabile la dimensione del morire all'interno di un discorso pubblico e privato. Ribadendo molto dell'impianto della L. 219/2017 da un'ottica evangelica, ci si è potuti aprire con sano realismo alla finitudine dell'esistenza umana e alle dinamiche relazionali e di alleanza che vanno attivate per il bene della persona (malata) e delle persone coinvolte.
Cogliere questa opportunità contribuisce ad aiutare gli individui a farsi carico degli scenari di fine vita contrastando la tabuizzazione della morte e la cultura della delega in bianco al personale medico. La battaglia culturale è ancora lunga.

 

Quale eredità della Riforma protestante?

Nel corso del 500 anniversario della Riforma protestante (2017) sono stati molti gli appuntamenti che le chiese CERBI hanno organizzato ed animato per valorizzare il significato teologico e culturale della Riforma. Sotto forma di conferenze, mostre, convegni, ecc., si è cercato di alfabetizzare il pubblico delle nostre città, offrire occasioni di testimoinianza dell'evangelo, interloquire con il mondo della cultura. Questi video sono stati realizzati a margine di un'importante iniziativa svolta a Trento nell'ottobre 2017 che ha visto per una settimana interse diverse iniziative susseguirsi per sottolineare l'importanza della Riforma protestante a 500 anni di distanza.

 

Echi dalle Giornate teologiche 2018

“Le Giornate teologiche vengono da una storia che scommette sulla necessità di vivere oggi una fede evangelica che sia rigorosamente biblica, culturalmente responsabile e capace di sognare oltre la mera sopravvivenza”. Con questa proposta programmatica Leonardo De Chirico ha aperto la trentunesima edizione delle Giornate Teologiche dell’IFED di Padova (7-8 settembre 2018) dal titolo “Il profeta Geremia: verso una nuova alleanza”, ricordando l’ormai consolidata presenza di questo appuntamento nell’agenda dell’evangelismo italiano.
 
Durante due giorni molto intensi, i quasi trecento partecipanti, attraverso le fasi cruciali della predicazione di Geremia, hanno avuto l’occasione di confrontarsi con un pensiero vivo e concreto. Lontano dalle semplificazioni biografiche con cui si rischia di ridurre il messaggio profetico a moralistici esempi da seguire, i vari contributi di L. De Chirico, A. Memme, P. Lamanna, S. Olaru, S. Simonnin, D. Garrone, G.P. Aranzulla, W. Binni, L. Bruni, G. Rizza, P. Bolognesi e N. Ulfo hanno cercato di comprendere la collocazione di una predicazione antica di oltre 2500 anni, all’interno del piano di Dio, quindi della storia.

Nel corso delle GT sono stati consegnati i diplomi a 5 studenti che hanno completato il Corso di cultura teologica. Sono stati presenti anche i corsi attivati per l’A.A. 2017-2018 e la novità del Corso IFED ONLINE, a testimonianza della vitalità dell’IFED e della ricchezza della proposta formativa.

In questi due video, due pastori delle chiese CERBI, Nazzareno Ulfo e Giuseppe Rizza, commentano la visione profetica di Geremia anche nei suoi risvolti per il presente.

Giornate Teologiche 2018 - Intervista a Nazzareno Ulfo

Giornate Teologiche 2018 - Intervista a Giuseppe Rizza


Luglio 2018

 

La chiesa evangelica è il luogo dell'annuncio dell'evangelo biblico
Un servizio televisivo da Padova

La chiesa evangelica CERBI di Padova è stata al centro di un servizio televisivo della rete Gruppo TV7 sui diversi luoghi di culto nel capoluogo patavino. La seconda parte del servizio è interamente dedicata alla chiesa evangelica di cui si mostrano i locali (la cui architettura riflette una visione complessiva della fede cristiana), l'annessa biblioteca e il cui pastore, Pietro Bolognesi, viene intervistato sul senso della fede evangelica.
Nell'intervista Bolognesi sottolinea l'importanza per la fede di andare "ad fontes", alla fonte dell'evangelo che è la Scrittura. E' lì che la purezza della buona notizia può essere attinta. E' importante che, nell'immaginario pubblico a cui un servizio televisivo come questo contribuisce, la fede evangelica non sia associata ad un fenomeno entusiastico o a delle credenze secondarie, ma ad una fede storica, ecclesiale e pubblica, forte di un'identità biblica aperta al dialogo ed impegnata per il bene della città. Una fede che sa essere cultura alla gloria di Dio.


Maggio 2018

 

Italiani al Forum europeo dei leader cristiani

Cinque partecipanti provenienti dalle chiese CERBI erano presenti alla diciassettesima edizione del Forum europeo dei leader cristiani che ha avuto luogo a Wisla, in Polonia, dal 19 al 24 maggio.
Il Forum si propone di collegare tra loro responsabili di chiese e di varie istituzioni evangeliche, mettendo a disposizione risorse di vario tipo con lo scopo di rinnovare la chiesa ed evangelizzare l’Europa.
Gli oltre 800 partecipanti provenienti da tutta Europa, oltre all’opportunità di ascoltare le predicazioni di Peter Williams (Tyndale House Cambridge) sulla vita ed il servizio del re Davide, durante le sessioni plenarie del mattino, hanno assistito a seminari di approfondimento su vari argomenti e svolto attività specifiche nei vari gruppi tematici di cui hanno scelto di far parte. Gianni da Vicenza e Alessandro da Padova hanno dato il loro contributo al gruppo dell’apologetica; Gioele da Roma ha lavorato insieme ad altri interessati alla fondazione di chiese; Sergio da Padova era impegnato con persone coinvolte nel mondo dei media; Leonardo da Roma, oltre alla partecipazione specifica nel gruppo dei teologi, ha contribuito in maniera significativa nell’insegnamento e nell’approfondimento sulle questioni riguardanti il cattolicesimo. La versione inglese del suo libro su Maria ha ricevuto numerosi attestati di stima dopo essere stata distribuita a tutti i partecipanti del Forum.
Nel programma, pur molto intenso e variegato, non sono mancate le opportunità per pregare e cantare insieme, per conversare e costruire relazioni costruttive tra i partecipanti provenienti da culture e contesti molto diversi tra loro. Come ogni anno si è trattato di momenti molto fecondi non solo per la crescita personale dei partecipanti, ma anche per la realizzazione e lo sviluppo di progetti comuni a livello europeo.
Come chiaramente percepibile dalle brevi interviste ai partecipanti italiani, è molto vivo il senso di privilegio per la nostra presenza in simili contesti. Si sono potuti stabilire collegamenti con persone ed istituzioni di altre nazioni, ma soprattutto è stata sfruttata l’opportunità di esserci non semplicemente come consumatori di un evento, ma come portatori di una solida identità spirituale maturata nel proprio contesto ecclesiale. L’auspicio è che nelle prossime occasioni altri possano beneficiare di simili opportunità, partecipando in maniera attiva e costruttiva alla crescita del regno di Dio in Italia.


Stupenda grazia al Faiths in Tune di Torino

In occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino (10-14 Maggio), alcuni membri delle chiese CERBI, con l'ausilio di credenti di altre chiese evangeliche, hanno formato un gruppo musicale e preso parte al Festival Internazionale delle religioni attraverso la musica e le arti (FIRMA) promosso dall'associazione Faiths in Tune, in collaborazione con il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni). L'evento è stato introdotto dalla fondatrice dell'associazione Faiths in Tune, Anja Fahlenkamp, la quale ha espresso la propria gratitudine ai partecipanti, evidenziando come l'arte nelle sue varie forme possa essere un mezzo per abbattere le barriere, promuovere la conoscenza ed il dialogo interreligioso. Con questa premessa, spiega la fondatrice, è nata l'idea di un festival per poter dedicare uno spazio ad ogni confessione religiosa.

Pur essendo consapevoli del contesto ecumenico, multi-religioso e delle tante voci spiritualmente dissonanti, la partecipazione del gruppo denominato Amazing Grace è stata certamente una buona occasione per far risuonare le note dell'Evangelo in accordo con la Parola di Dio.
Sono stati eseguiti tre inni classici della tradizione protestante: Forte Rocca è il nostro Dio di Martin Lutero, O Gesù mia gioia di J.S. Bach e Stupenda Grazia del Signor di John Newton, riproposti in una forma musicale contemporanea, nel desiderio di trovare una continuità tra il passato e il presente senza perdere nulla della ricchezza spirituale dell’innologia.
L'esecuzione è stata preceduta da un'introduzione di Gianfranco Piccirillo che ha fornito la cornice spirituale e storica di ciascun brano, in modo da arricchirne l'esecuzione e promuovendo inoltre l'uscita prossima dell'innario Stupenda Grazia (frutto della collaborazione delle chiese CERBI con altre chiese evangeliche italiane) del quale essi faranno parte.
L’organizzazione ha anche consentito la fruizione di uno spazio per l’esposizione di un banco libri dove i partecipanti hanno potuto consultare letteratura evangelica e ricevere informazioni sulle attività delle chiese Cerbi.

 

Maria della Bibbia, Maria della mariologia?

La Maria della Bibbia è la Maria della mariologia? E cosa direbbe la prima Maria della seconda? Queste domande sono state al centro di una serata tenuta alla Villa Casati Stampa, presso Società San Paolo a Cinisello Balsamo (MI), il 4 maggio 2018 ed organizzata dalla chiesa CERBI Balsamoxlacittà. Alla presenza di una sessantina di partecipanti, è stato presentato il libro: Maria. Una guida evangelica, Caltanissetta, Alfa & Omega 2017. Al tavolo Leonardo De Chirico, professore di teologia storica all’IFED e autore del libro, e don Giacomo Perego, biblista e docente di NT presso l’Istituto Teologico Internazionale del Pime, Monza.
 
Dopo il benvenuto, per i saluti istituzionali ha preso la parola la Sindaca della città Siria Trezzi, che ha rivolto parole di elogio per la presenza evangelica della chiesa Balsamoxlacittà “molto attenta” sul territorio cittadino e coinvolta nel tessuto socio-culturale-religioso.
 
De Chirico ha riassunto il contenuto del libro in tre domande: 1. Come spiegare lo iato che esiste tra la Maria della Scrittura e quella della tradizione se non attraverso l’allontanamento dalla sobrietà della presentazione biblica di Maria e la proiezione su Maria di titoli, ruoli e prerogative che non le appartengono? 2. Come spiegare la prossimità avvertita nella mariologia cattolica da parte di tante persone se non attraverso l’allontanamento dal Figlio e dallo Spirito Santo? 3) Come spiegare il marianesimo dei papi recenti (su tutti Francesco) se non come altra faccia di una cattolicesimo che, mentre sembra cambiare, in realtà non cambia?
 
L’intervento di don Perego ha cercato di interagire con queste domande insistendo sulla dinamica interna alla vita della chiesa come motore dello sviluppo mariologico. Ha riconosciuto che per la dottrina e la spiritualità cattolica non è la Scrittura soltanto ad essere il punto di riferimento per la vita. La questione mariologica rimane un prisma attraverso cui vedere all’opera i cardini del cattolicesimo che, andando oltre la Scrittura, le vanno contro.
 
Davide Cianci

 

Aprile 2018

 

Agape delle chiese Cerbi del 25 aprile

Qui Milano

“Al cuore della città con l’evangelo al centro” è stato il titolo e il sentimento che ha accomunato le chiese CERBI del Nord Italia nell’agape annuale che si è svolta a Milano. Oltre alle chiese “ospitanti” di Milano (Speranza per Milano) e Cinisello Balsamo (Balsamo per la città), hanno preso parte all’incontro credenti provenienti dalle chiese di Trento, Rovereto, Vicenza, Padova, Ferrara, Bologna e Formigine. Il senso di fede, il privilegio di ascoltare la Sua Parola e di testimoniare un Vangelo integro ha accompagnato e sostenuto la consapevolezza che Dio ha un progetto per Milano e per le nostre città: anche questa è una parte dell’eredità della Riforma, di cui abbiamo celebrato il cinquecentesimo anniversario nel 2017. Il messaggio portato dal pastore Luigi Dalla Pozza ha stimolato i presenti a declinare il vangelo in un linguaggio pertinente e comprensibile, a riconoscere gli idoli che dominano la vita delle nostre città e ad abitarle nel senso più ampio e biblico del termine. Divisi in gruppi, abbiamo pregato nei luoghi rappresentativi della storia, cultura, economia e governo della città, per ritrovarci poi tutti insieme in Piazza S. Babila ed affermare attraverso testimonianze, canti e coreografie che, anche a Milano, Dio ha suscitato un suo popolo che ha a cuore il bene della città.

Enrico Calanchi

 

Qui Pescara

Per le chiese del centro sud, l’agape delle chiese CERBI si è tenuta a Pescara, città per la quale, da anni e con l’impegno diretto della chiesa di Chieti, si prega in vista di una nuova fondazione di chiesa. Le chiese di Chieti, Campagna, Monte di Procida, Roma Primavalle, Breccia di Roma, la chiesa nigeriana City of Worship ed alcuni rappresentanti di altre chiese abruzzesi, si sono date appuntamento all’auditorium Cerulli, per poi recarsi in un vicino parco dove si è tenuta la prima parte del programma. Le testimonianze pubbliche hanno invitato a riflettere i presenti sul fatto che ogni uomo è alla ricerca di qualcosa, ma la Parola invita le chiese ed i singoli credenti a ricercare qualcosa di ben preciso: il bene delle città dove si viene collocati dal Signore. Cristo è venuto affinché il suo bene per le persone e il mondo intero sia ricevuto e vissuto. Per rappresentare simbolicamente la chiamata verso questa città, si è scelto di piantare un olivo al centro del parco alla presenza delle autorità locali. La pianta rappresenta l’intenzione del popolo di Dio di mettere radici salde a Pescara e di essere una presenza forte e fruttuosa, la cui fragranza dei frutti possa divenire balsamo lenitivo per le ferite spirituali della città. Altre testimonianze pubbliche hanno richiamato i presenti a cercare il Signore oggi, finché lo si può trovare, per ricevere la vera liberazione (facendo riferimento alla festa nazionale) che nessuno può ottenere senza Cristo. L’agape si è conclusa all’auditorium dopo alcuni canti ed un breve messaggio del pastore Armando Granito su Geremia 29 che ha invitato a rispondere ai soprusi con la bontà, il diritto e la giustizia che provengono da Dio. Una colletta a favore dell’impegno dell’Alleanza Evangelica Italiana per la libertà religiosa ha dato uno sbocco concreto all’appello biblico di “cercare il bene della città”.

Chiara Lamberti


Qui Caltanissetta

La Chiesa Cristiana Evangelica "Sola Grazia" di Caltanissetta, con le chiese in formazione di Catania, Comiso (RG) e Milazzo (ME) hanno goduto della comunione fraterna, in un clima di gioia, atteggiamento di preghiera all'ascolto del tema della "Signoria di Cristo e libertà".Nella città nissena, le chiese si sono riunite allo scopo di testimoniare della propria fede alla città e, in particolare, al vicinato iniziando la giornata con un incontro all’esterno del locale di culto. Nel quartiere, ha risuonato la voce del popolo di Dio che ha cantato con trasporto l’inno “La legge dell’amore”. Il tema della giornata è stato declinato esaminandolo da quattro prospettive diverse (un intervento per ciascuna): biblica, giuridica, storica e cristocentrica.
I due interventi iniziali della mattinata, il primo: "La Bibbia ha una teologia politica?" (Nazzareno Ulfo), allo scopo di avere una corretta concezione della politica secondo la verità della Scrittura e il conseguente impegno politico; nel secondo: "Lo status questionis sulla libertà religiosa in Italia" (Ivan Caradonna) si è detto del legame tra protestantesimo e libertà religiosa nel nostro paese, del suo sviluppo nella nostra nazione, delle distinzioni esistenti a livello costituzionale e dei vuoti che rimangono da colmare. Nel pomeriggio, le relazioni sono state su "Liberi per l’Evangelo, tensione tra libertà civile e annuncio del Vangelo" (F. Pollicino) e "Il ministero regale di Cristo e alcune implicazioni politiche - Lex Rex di S. Rutherford" (Nazzareno Ulfo). L'interconnessione delle prospettive esposte ha dato una visione chiara e limpida del tema e ha avuto lo scopo di produrre una maggiore consapevolezza della coscienza cristiana in ambito civico, affinché il popolo di Dio dia "a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" (Matteo 22,21) vivendo in modo attivo la propria doppia cittadinanza come testimone del Vangelo, luce, sale e lievito nel mondo.

Andrea Lavagna

 

Programma agape delle chiese Cerbi del 25 aprile

Come ogni anno, sin dalla fondazione delle chiese CERBI (2006) e prima ancora a partire dai primi Anni Novanta, si rinnova la bella “tradizione” dell’agape annuale del 25 aprile. L’agape è un un’occasione di comunione e testimonianza pubblica in cui le chiese sono coinvolte nella loro interezza in un incontro di popolo. Quest’anno le agapi si terranno a Milano, Pescara e Caltanissetta. Ecco i programmi indicativi della giornata.

Qui Milano
 
Tema: “Al cuore della città con l’evangelo al centro”
 
10.00 Ritrovo presso chiesa valdese, via F. Sforza 12 e programma del mattino
12.30 Pranzo al sacco in un parco cittadino
15.30 Preghiera in luoghi simbolici della città e testimonianza pubblica in piazza Duomo

Info: 338 406 3246 e 327 086 0707 

 

Qui Pescara
 
Tema: “Cercate il bene della città” (Ger 29,7)
 
10.00 Arrivo presso struttura "Cerulli" Via D'Avalos
10.30 Inizio, benvenuto
Trasferimento presso il parco ex caserma Cocco
Dono alle autorità presenti e piantumazione di un albero di ulivo.
Canti e messaggi al parco
12.30 Pranzo al sacco
14.30 Ritorno al Cerulli
Programma pomeridiano
Predicazione di Armando Granito
Condivisione e richiesta preghiera fra le chiese
Raccolta fondi per l’AEI
16.30. Conclusione
 
Info: 348 518 8717


Qui Caltanissetta

Tema: Signoria di Cristo e libertà
Luogo: Caltanissetta, via P. Nenni, 46 bis

Arrivo: ore 10:30
Canto e adorazione
Quattro brevi sessioni (20 minuti ciascuna) su:
1. La Bibbia ha una teologia della politica? (N. Ulfo)
2. Liberi per l’Evangelo: tensione tra libertà civile e annuncio del Vangelo (F. Pollicino)
3. Lo status questionis sulla libertà religiosa in Italia (I. Caradonna).
4. Il ministero regale di Cristo e alcune implicazioni politiche - Lex Rex di S. Rutherford (N. Ulfo)

Ore 12:30. Agape
Ore 15:30. Preghiera, canti e testimonianza in vari luoghi della città.
Ore 16:30. Conclusione e saluti.

 

Marzo 2018

Quale rapporto tra chiese e agenzie missionarie?
La Compagnia degli Anziani si interroga su questo nodo importante

La relazione tra le chiese locali e le agenzie missionarie che operano in Italia è stata al centro della riflessione della Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI, riunitasi a Roma il 3 marzo scorso. Molte chiese hanno al proprio interno dei missionari mandati da organizzazioni missionarie e questa presenza è un dono e una responsabilità. Un gruppo di chiese era stato incaricato di elaborare una bozza di documento che facesse il punto sulla questione e individuasse le aree critiche, oltre alle evidenti potenzialità di questo rapporto, suggerendo anche strumenti per affrontarle. Quattro documenti preparatori sono stati esaminati e ulteriormente approfonditi in vista della stesura della versione finale. La prossima CdA, convocata per ottobre 2018, ritonerà sul tema, Il desiderio è di avere uno strumento per le chiese ma anche per le agenzie missionarie con cui le chiese si interfacciano per rendere la collaborazione fruttuosa, realistica e rispettosa dei ruoli di ciascuno.
Nel corso della Compagnia, sono stati anche presentati aggiornamenti sullo sviluppo di progetti di fondazione di chiesa a Roma San Paolo, in Sicilia e a Verona, segno che le chiese sono animate da un desiderio di crescita della testimonianza evangelica in Italia. Le località della prossima agape del 25 aprile, l'annuale incontro di popolo delle chiese CERBI, sono state individuate e a breve saranno comunicati i programmi. La preghiera gli uni per gli altri e i legami di comunione esistenti hanno reso l'incontro della Compagnia ricco e benedetto.

 

Novembre 2017

Da Wittenberg a Ferrara (1517-2017) - 500° della Riforma!

A conclusione delle iniziative in occasione del 500° della Riforma protestante, l’Associazione evangelica CERBI di Ferrara ha organizzato una“Conferenza sulla Riforma del XVI secolo” nella prestigiosa Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea.

Dopo un’introduzione di Alfonso Sciasci, referente dell’Associazione, davanti ad una sala gremita, il prof. Pietro Bolognesi ha sottolineato l’importanza di chiarire quale significato dare al termine “riforma” poiché, di fronte alle sue molte accezioni, si rischia di rimanere nell’ ambiguità. Il termine Riforma nasce in ambito cattolico, sotto la spinta di vari ordini monastici, o dei Concili, soprattutto del Concilio Vaticano II che parla di “Perennis Reformatio”. In questo caso Riforma denota un rinnovamento della chiesa per migliorare certi aspetti o rinnovare pratiche liturgiche, ma senza sconvolgimenti o rimessa in discussione dei fondamenti.

Diversamente, la Riforma del XVI secolo fu un evento anche traumatico, che arrivò a riconsiderare i fondamenti non solo della chiesa ma anche della cultura occidentale. Quale prospettiva offre la Riforma protestante? Il prof. Bolognesi afferma che le sue ragioni storiche, sociali, morali e intellettuali, anche le sue basi teologiche, benché importanti, non sono sufficienti a definire la sua natura. Ciò che rappresenta il “cuore” della Riforma del XVI secolo, fondamentalmente, è la libera azione di Dio che si riappropria del suo mondo.

Il rapporto con Dio è la chiave di volta per la comprensione profonda di quell’evento. La ri-centratura su Dio nasce dalla constatazione della distanza tra il dover essere del mondo e la sua deformazione. Tutti gli eventi storici (l’invenzione della stampa, la scoperta dell’America, l’Umanesimo) sono così rivisitati come eventi non semplicemente umani, ma originati dal favore di Dio. I Riformatori, uomini fallibili e manchevoli come tutti, avevano però chiaro questo e si collocarono come “dipendenti” del Dio che muove la storia. La Riforma non è quindi un movimento dal basso, ma nasce dall’alto. Il criterio della Riforma è il primato riconosciuto a Dio.

La Riforma 500 anni dopo vede una pluralità di iniziative, un impegno notevole per la cultura italiana. Nel XVI secolo furono tre i fronti su cui la Riforma ebbe un impatto: i papisti, i libertini e gli illuminati. Questi tre fronti, sotto diverso nome, sono ancora presenti nella nostra cultura, e ancora oggi il contributo della Riforma è riaffermare che il punto centrale è il rapporto con Dio. Chi sa questo non è assillato dall’angoscia del consenso, da cui è condizionata l’attuale società, ma promuove la sua trasformazione collocandosi nel solco della Riforma protestante.

 

La Riforma è conclusa?
interessante confronto a Vicenza

Nella bella sala delle conferenze di palazzo Cordellina, sede della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, ha avuto luogo un’interessante confronto tra il prof. Pietro Bolognesi (Ifed) e il prof. Francesco Gasparini (Facoltà Teologica del Triveneto) sul tema “La Riforma è conclusa? Le differenze fondamentali tra cattolici e Protestanti sono davvero superate?”
La serata, a completamento di un programma celebrativo del Cinquecentenario della Riforma Protestante che ha già visto la mostra illustrata (aprile) e una serie di passeggiate cittadine (aprile-ottobre), ha registrato una buona partecipazione. 
Dopo un breve saluto da parte del Direttore della Biblioteca Bertoliana, dott. Lotto, il moderatore Luigi Dalla Pozza ha introdotto il tema della serata, ricordando che, nonostante un tormentato percorso storico, la Riforma Protestante gode oggi di un generale consenso. Una tale affermazione è stata supportata dalla lettura di alcuni passaggi di articoli da svariate testate nazionali, rimarcante come l’ecumenismo contemporaneo sembri avere risolto i disaccordi teologici fondamentali che portarono alla rottura della cristianità occidentale. 
I relatori si sono alternati negli interventi, rispondendo alle domande loro poste, ovvero: Davvero la Riforma fu “figlia della politica” e solo in seconda battuta della teologia? La Riforma viene spesso rappresentata come un movimento di rinnovamento morale della società con risvolti in ambito politico, economico, artistico, familiare; ma è possibile individuare nella Riforma un motivo fondamentale, un punto focale? Le istanze di allora possono dirsi oggi ancora attuali? Le differenze fondamentali tra cattolici e protestanti possono dirsi veramente superate? 
Il contenuto ed il tono delle relazioni hanno delineato due traiettorie nitide. Il Prof. Bolognesi ha esordito ricordando come il termine Riforma non sia stato un’invenzione Protestante, semmai un desiderio che da secoli la chiesa rincorreva senza mai realizzarlo. Ha proseguito sottolineando come con Lutero e la Riforma da lui iniziata si giunga soprattutto a ristabilire il primato di Dio sulla realtà. In effetti, ha dichiarato il prof. Bolognesi, quest’anno si è parlato molto di Riforma e poco di Dio. Eppure, ha proseguito, l’approccio a Dio è il parametro discriminante. Nella teologia cattolica è rappresentabile come un movimento lineare, un processo mediante cui l’uomo lentamente ma inesorabilmente si appressa a Dio grazie alla mediazione della Chiesa; con la Riforma protestante, al contrario, c’è la riscoperta che la frattura che separa Dio dall’uomo è incolmabile per iniziativa di quest’ultimo; solo per l’azione divina l’uomo è riconciliato per grazia mediante la fede. La giustificazione, propriamente, consiste nella dichiarazione di giustizia in Cristo imputata all’uomo. Le distanze tra cattolici e protestati, pertanto, non sono eliminabili. 
Il Prof. Gasparini, da parte sua, ha elogiato alcuni tratti del contributo di Lutero. La Riforma è stata un importante stimolo al cambiamento, e non può dirsi conclusa, in quanto la Chiesa è sempre protesa al rinnovamento. Ha inoltre evidenziato quelli che a parer suo sono degli ambiti problematici aperti dalla Riforma e tuttora non risolti: il rapporto Stato-Chiesa, l’antropologia e la questione della libertà dell’uomo, la natura della fede che salva e la sua comunicazione, il rapporto tra fede e violenza, la questione dell’intolleranza/rispetto tra fedi diverse. Per il relatore cattolico, comunque, lo snodo centrale rimane il problema della giustificazione, ovvero come l’uomo possa trovare la salvezza. 
I due relatori hanno in seguito risposto ad alcune domande del pubblico, concordando che la “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione” cattolico-luterana del 1999 è stata, appunto, una dichiarazione congiunta e non una confessione comune, e che nonostante un ascolto reciproco rispettoso, permangono differenze importanti, tra cui proprio quella del contenuto e dell’applicazione della “giustificazione”.  Insomma, una conversazione rispettosa e ricca di spunti e precisazioni, capace di delineare alcuni nodi teologici irrisolti, coerente rispetto alle reciproche identità confessionali, lontana dallo spirito mieloso dell’ecumenismo contemporaneo.

 

Ottobre 2017

Agape delle chiese Cerbi

Qui Trento

Wittenberg 1517 - Trento 2017

A due giorni dal cinquecentesimo anniversario dell'affissione delle 95 tesi da parte di Lutero, le chiese CERBI del nord Italia si sono riunite a Trento (29/10), nei luoghi simbolo del Concilio e della controriforma cattolica, per riaffermare l'attualità della Riforma protestante e l'impegno a mantenere fede, come popolo di Dio, ai principi biblici che portarono alla presa di posizione dei riformatori del xvi secolo. Quasi 400 persone hanno preso parte al culto e hanno accolto la sfida del profeta Abacuc, mediante la predicazione del pastore Pietro Bolognesi, ad ascoltare la Parola del Signore, a temerlo e ad assumere un impegno a 360 gradi e a lungo termine, che è una vera scelta di vita.

Nel pomeriggio, la passeggiata istruttiva attraverso i luoghi chiave della città, favorita dalla bella giornata, si è conclusa nella piazza di Santa Maria Maggiore davanti all'edificio ecclesiastico che ospitò le sessioni del Concilio. Su un filo rosso retto dalle persone presenti, sono state appese delle nuove tesi che testimoniano il proposito di continuare a vivere ed applicare i principi della Riforma nel contesto della società italiana di oggi, riconoscendo nella fedeltà di Dio il sostegno e la costante che nel corso della storia ha sempre accompagnato le prese di posizione in favore della sua Parola.

 

Qui Roma

In piazza Martin Lutero

L’annuale agape delle chiese CERBI per il centro sud si è svolta a Roma (28/10) con spirito di festa, ma anche con la consapevolezza di essere eredi di un messaggio importante da trasmettere. Molte decine di credenti provenienti dalle chiese sorelle, ma non solo, sono accorsi nella città che cinque secoli fa scandalizzò il monaco agostiniano che poi riscoprì l’evangelo biblico. La scelta del luogo d’incontro non è stata casuale; la giornata si è infatti svolta nella piazza che di recente è stata intitolata a Martin Lutero e che, grazie alle favorevoli condizioni metereologiche, era piena di persone con le quali molti sono riusciti a condividere il senso dell’incontro. La giornata è cominciata con una “caccia al tesoro” che ha voluto rievocare la riscoperta che cinquecento anni fa sconvolse il mondo. La riscoperta del vero tesoro: la Parola di Dio.

La lettura di alcune parti degli scritti di Lutero ha evidenziato gli effetti liberatori della scoperta del vero significato della grazia e della giustizia di Dio. Alcuni presenti hanno condiviso pubblicamente cosa significhi per loro, nella loro vita personale e quotidiana, la consapevolezza del “sola grazia”, “sola Scrittura”, “sola fede”, “solo Cristo” e “solo a Dio la gloria”. Le testimonianze sono state intervallate da canti che partendo da “Forte rocca” e passando per “Stupenda grazia” hanno rievocato la lunga storia del popolo di Dio in cui le chiese CERBI si identificano e di cui sono eredi.

Il pastore Augusto Melini ha poi predicato sul testo di Atti 24 ricordando come il termine “Riforma” sia spesso abusato e quanto invece ci sia bisogno di una riforma spirituale radicale secondo la Parola di Dio. La chiesa di Primavalle ha presentato dei canti il cui nuovo testo, come era abitudine di Lutero, è stato adattato su melodie popolari. La giornata si è conclusa con un girotondo accompagnato dal canto “Non c’è Dio grande come te!” e con la preghiera che il Signore possa operare una vera e radicale Riforma nel nostro Paese.

Testo del sermone di Augusto Melini

A proposito di Riforme... (da Atti cap. 24)
Agape Cerbi – Roma, sabato 28 ottobre 2017

L’Enciclopedia Treccani dà la seguente definizione del vocabolo “riforma”: «Modificazione sostanziale, attuata con metodo non violento, di uno stato di cose, di un’istituzione, o di un ordinamento. In particolare, il termine è stato usato per indicare innovazioni o mutamenti profondi nella vita dello Stato o della Chiesa, dovuti – almeno per quanto riguarda lo Stato – all’azione legittima e regolare dei poteri costituiti». Sempre a proposito di Stato, quante volte abbiamo sentito parlare, dai vari politici che si sono succeduti in questo ultimo ventennio, di “riforme necessarie al nostro Paese”? Oggi, celebrando in questa piazza un culto che vuole inserirsi nella cornice delle iniziative per il Quinto Centenario della Riforma protestante (1517-2017), facciamo tre brevi considerazioni.

Ci sono sempre state “riforme” di sola facciata. Nel cap. 24 del libro degli Atti l’evangelista Luca racconta come l’apostolo Paolo, in seguito al suo arresto (avvenuto a Gerusalemme per aver «fomentato le folle») e al suo trasferimento a Cesarea, sia dovuto comparire davanti al governatore Marco Antonio Felice per difendersi dalle accuse mosse contro di lui dai Giudei. Relativamente al nostro tema, vediamo che l’avvocato accusatore Tertullo inizia la propria arringa cercando di accattivarsi le simpatie del governatore (v. 3). Infatti lo loda, dicendo che durante la sua amministrazione egli ha attuato«riforme in favore di questa nazione». Ora, per dirla tutta, storici accreditati come Giuseppe Flavio (di origine ebraica) e Tacito (romano) descrivono Felice come un uomo che NON ha affatto operato in favore della «molta pace» esaltata da Tertullo. Inoltre, come ci segnala lo stesso Luca, in barba alle severe leggi romane anticorruzione, egli cerca di avere qualche “bustarella” da Paolo (v. 26). Insomma, citando Salomone: «Ciò che si è fatto è quel che si farà: non c’è niente di nuovo sotto il sole» (Ecclesiaste 1:9)! In tutte le epoche il problema è sempre stato, ed è tuttora, uno solo, lo stesso: il peccato – cioè l’allontanamento da Dio. Azioni malvagie, crudeltà, insensibilità, egocentrismo, corruzione: lo spartito non cambia e non può cambiare da solo... Soltanto l’intervento di Dio risolve!

?C’è stata nel passato una Riforma di vera rottura. Il 31 ottobre di 500 anni fa, nella cittadina tedesca di Wittenberg, attraverso il monaco agostiniano Martin Lutero, Dio diede inizio a una serie di eventi che sconvolsero letteralmente l’Europa. Il giovane professore di Sacra Scrittura, proprio come l’apostolo Paolo in Atti 24, ebbe poi a trovarsi di fronte alle grandi autorità politico-religiose del suo tempo; e, come Paolo, restò fermo sulle proprie convinzioni di fede. Quella che Dio attuò, servendosi di Lutero, fu una vera e propria riforma di rottura nei confronti di un cristianesimo – quello cattolico-romano del tempo – sempre più idolatrico, distante ormai anni luce dall’evangelo della salvezza offerta da Dio all’uomo peccatore per sola grazia – e non per opere/meriti – e mediante la sola fede in Cristo Gesù (e solo in Lui). Oggi, proprio in questa città di Roma, noi sentiamo tutto il privilegio di proclamare che, grazie alla Riforma protestante, Dio è tornato a essere Dio per l’umanità peccatrice, bisognosa di conforto vero e di salvezza certa.

?C’è ancora oggi chi si proclama erede di quella Riforma. L’apostolo Paolo, sempre in Atti 24, confessa di fronte al governatore Felice di «adorare il Dio dei suoi padri, secondo la Via (= l’evangelo di Gesù Cristo), credendo in tutte le cose che sono scritte nella Legge e nei Profeti» (v. 14). Ecco il compendio della vera fede cristiana: Dio, il Creatore di tutte le cose; la Scrittura che ce lo rivela e che è la guida autorevole in ogni aspetto della vita (non un ente ecclesiastico che amministra e dispensa); Gesù Cristo, incarnato/morto/risorto/tornato alla gloria del Padre, unico mediatore tra Dio e gli uomini. Oggi noi ci sentiamo, a tutti gli effetti, eredi della Riforma del XVI secolo e dei valori da essa (ri)messi in campo. È una bella eredità, una sfida che raccogliamo con gioia per proclamare l’unico vero Evangelo di Gesù Cristo.


Ottobre 2017

Cercando la sapienza di Dio per crescere
La Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI


Un sermone di Giuseppe Rizza su Proverbi 1,7 ha dato l'avvio alla Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI (Padova, 13-14/10/2017) richiamando l'attenzione sul tema della sapienza divina quale fattore indispensabile per camminare nella volontà di Dio. Collegandosi al V centenario della Riforma, Rizza ha ricordato come i riformatori abbiano ricentrato la ricerca della sapienza sulle direttrici della Parola biblica; la stessa scelta di campo deve essere costantemente fatta per non correre il rischio di rimanere invischiati nei richiami di sedicenti sapienze che sono carnali e fuorvianti. Proprio il centenario della Riforma ha fatto da sfondo ai lavori della Compagnia. Le chiese CERBI, infatti, sono state massicciamente impegnate nelle celebrazioni del V centenario (e lo sono tuttora) con iniziative capillari sui vari territori con l'ausilio della mostra appositamente realizzata e che ha riscontrato il plauso di molti visitatori, conferenze, tavole rotonde, passeggiate storiche, concerti, ecc. che hanno permesso di coinvolgere molte persone nella varie città. Come far maturare questo capitale d'interesse riscontrato in un avvicinamento più marcato all'evangelo è un tema che ha sollecitato la discussione. Altri temi discussi dalla Compagnia sono state le relazioni tra le chiese e le agenzie missionarie in qualche modo collegate ad esse e vari progetti in campo per sviluppare l'ecclesiologia del congregazionalismo di comunione che caratterizza le relazioni tra le chiese. La Compagnia si è anche rallegrata per l'imminente pubblicazione delle Dichiarazioni evangeliche II, curate da Pietro Bolognesi, per i tipi delle Edizioni Dehoniane di Bologna, che sono un fiore all'occhiello della pubblicistica evangelica e un prezioso strumento per promuovere l'identità evangelica dentro le chiese e fuori da esse.


Settembre 2017

L'energia in movimento della Riforma
Attualità dell’eredità evangelica a Formigine (MO)


Formigine (MO) – La Riforma Protestante è stata “una rinascita, un rinnovamento di verità dimenticate, un’esplosione di spiritualità”, la liberazione di energie in movimento per ripensare la teologia, la chiesa, la cultura, l’etica, l’economia e la politica. È così che è iniziata la conferenza “La Riforma ieri e la Riforma oggi: perché la Chiesa ha bisogno di essere sempre riformata”, tenutasi la sera di sabato 23 settembre presso la Sala Loggia del Comune di Formigine.

Sempre qui, tra sabato e domenica, l’Associazione Evangelica Formiginese con il patrocinio del Comune ha ospitato la mostra itinerante 500 della Riforma, che lontano da un’operazione archeologica ad attualizzare questa storica eredità. È in questa cornice che la conferenza ha visto oltre una cinquantina di partecipanti ascoltare e interagire con gli interventi di Leonardo De Chirico e Irene Bitassi. Mentre il primo apriva offrendo una chiave di lettura unitaria della Riforma, per non disperdersi in rivoli e rivoletti di particolari difficili da ricomporre altrimenti, la seconda ha ripercorso la vicenda riformata a Modena fra il 1536 e il 1571. Macro e micro, i grandi temi della teologia evangelica e le vivide esperienze locali.

Guardando a tre opere di Lutero del 1520, De Chirico ha esposto come la Riforma riscoprisse il rapporto diretto con Dio, possibile solo tramite l’intermediazione di Cristo. Cristo ridiventa così l’unico mezzo di salvezza e l’unico mediatore. Il fatto che non ci siano altri intermediari porta a un ribaltamento dei rapporti che cambia il volto della Chiesa, pur non discutendo i ruoli, e cambia quelli della società, dove ogni individuo è responsabilizzato davanti a Dio e alla comunità civile.

Bitassi ha illustrato come le idee della Riforma circolassero sul territorio modenese in modo piuttosto disinvolto tanto da animare la vita culturale e religiosa di Modena e al contempo impensierire lo Stato Pontificio che le contrastò sino allo smantellamento di quel tessuto evangelico che si era andato formando.

E la Riforma oggi? Mentre è di stimolo conoscere un’eredità locale prima interrotta e oggi presente, diviene sempre più cruciale mantenere alta l’alfabetizzazione sul senso profondo della Riforma per interagire in modo aggiornato e competente con le sirene ecumeniche e per liberare spore di rinnovamento evangelico nella società circostante.


Luglio 2017

La Riforma Protestante a Vicenza
150 anni dalla nascita dall'evento che ha cambiato il corso della storia europea


Sappiamo molto del '500 vicentino dal punto di vista architettonico. Fu il secolo di Andrea Palladio e libri che trattano l'argomento certamente non mancano. Molto meno, invece, sappiamo di un aspetto storico e sociale che caratterizzò quel secolo e che ebbe anche a Vicenza importanti ripercussioni. Un aspetto che, per vari motivi, i testi di storia non hanno trattato in modo esauriente e che oggi trova una nuova luce grazie ad un agile volumetto del vicentino Luigi Dalla Pozza pubblicato dall'editore Cierre: La riforma protestante nella Vicenza del Cinquecento.
Prendendo spunto proprio dalla storia, l'autore ha dato alle stampe il libro perché quella riforma compie oggi cinquecento anni (1517–2017). Un evento che ha cambiato il corso della storia europea in Italia e del quale nel tempo si è creata un'immagine spesso negativa: per questo le celebrazioni del cinquecentenario sollecitano una revisione della memoria collettiva sui fatti occorsi secoli or sono anche nella nostra città. Questa parte di storia cittadina è stata a lungo trascurata e, con alcune recenti eccezioni, inquadrata in maniera sbrigativa come "eresia". Tuttavia - si legge nelle note che accompagnano il libro - derubricare tutte le iniziative di riforma avvenute in città come “eresia”, e rinominare tutti i protagonisti del cambiamento delle corrotte prassi medievali indistintamente come “eretiche”, non è accurato né teologicamente, né storicamente. Il libro ripercorre il cinquantennio 1520-1570 raccontando il cambiamento dei costumi che si diffuse a Vicenza tra le famiglie più illustri della città, ma pure tra commercianti e artigiani. I circuiti che vennero a crearsi attorno alla Scrittura e alle letture delle pagine dei riformatori d’oltralpe sfociarono in un abbozzo di rinnovamento che voleva influenzare le strutture sociali, economiche ed urbane della città. E secondo alcuni studiosi, anche l’architettura di Andrea Palladio è un esempio di questa ricerca del nuovo. Gli effetti furono da un lato la costituzione del cenacolo di Cricoli, ovvero l’inizio della diffusione delle idee della Riforma luterana, e dall'altro la pubblicazione del Ragionamento di Alessandro Trissino, un’esortazione a confessare pubblicamente la fede e a voltare le spalle al papismo. L'autore vuole così accompagnare i lettori in un breve viaggio alla scoperta di una città e di alcune sue famiglie che accolsero le istanze della Riforma Protestante, divenendo uno dei principali centri di diffusione delle idee calviniste in Italia.
(di Alessandro Scandale; per continuare a leggere clicca qui


Giugno 2017

Un appuntamento a Milano per parlare della Riforma


“La Riforma, cosa è stata veramente?”, era questo il titolo della conferenza tenuta a Milano il pomeriggio di sabato 24 Giugno nella chiesa evangelica Punto Lode, in collaborazione con la chiesa Speranza x Milano.
La conferenza era strutturata in due parti, nella prima parte è stata esposta una panoramica sul periodo storico nel quale Lutero ha vissuto e sui principi che Lutero ha voluto sottolineare in seguito ad aver affisso le 95 tesi sulla porta della chiesa del castello di Wittemberg. È stato mostrato e sottolineato come Lutero fosse un uomo che non si è mai voluto considerare “rivoluzionario” ma che ha dato una grande svolta alla storia della chiesa e soprattutto un enorme contributo a tornare alle fonti e alla genuinità della Parola di Dio. Questa prima parte della conferenza si è conclusa con un tempo dedicato alle domande e con la possibilità di osservare la mostra itinerante “500 della Riforma”, che resterà nella chiesa Punto Lode fino a Sabato 1 Luglio.
Nella seconda parte della conferenza è stato evidenziato quanto la Riforma sia compito di Dio soltanto, la Riforma non è partita da un uomo, da una coscienza individuale, da una chiesa, non è una pianificazione umana, ma la Riforma è Dio che riprende possesso del Suo mondo. Quando parliamo di Riforma non abbiamo più a che fare semplicemente con l’uomo, la chiesa, ma solo con Dio, che entra nel mondo e che dà un nuovo assetto, per modificare alle radici la comprensione che abbiamo di noi stessi e della realtà intera.
Ecco perché è importante che le chiese evangeliche prendano o riprendano coscienza ancora oggi del vero significato della Riforma. Il Prof. Bolognesi ha concluso la conferenza con l’augurio e la sincera preoccupazione che la celebrazione del Cinquecentesimo anniversario della Riforma possa suscitare nuovi interrogativi non su quello che l’uomo può fare ma su ciò che Dio potrà fare nella nostra vita e nel nostro mondo.

 

Calendario CERBI 2023





Mostra della riforma del '500

Guarda i video >>




La fede riformata battista

La Confessione di fede battista del 1689 e il Catechismo di Spurgeon (con Strumenti per lo studio di Samuel Waldron)

Visualizza dettagli >>




"Tanti Auguri Italia" è l'opuscolo evengelistico appositamente realizzato per le celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia.
richiedilo a info@cerbi.it

Visualizza anteprima >>




Confessiamo la fede!
Scarica l'anteprima del volntino "2 modi di vivere"

Se sei interessato alla distribuzione del volantino richiedilo a info@cerbi.it

Visualizza anteprima >>




Confessiamo la fede!
I 5 Sola della Riforma riassumono efficacemente le verità centrali della fede cristiana.


Se sei interessato alla distribuzione del volantino richiedilo a info@cerbi.it

Scarica il PDF di anteprima >>




Giugno 2017:
Lutero e l’attualità: quale rilevanza della Riforma?

Vai>




Giugno 2017:
Tra musiche del Cinquecento e letture del carteggio tra Renata di Francia e Calvino

Vai>




Giugno 2017:
La Riforma come evento ecumenico?

Vai>




Maggio 2017:
Viaggio in Germania nei luoghi della Riforma protestante: impressioni dai partecipanti

Vai>




Maggio 2017:
Guicciardini e la Riforma. A margine di una mostra

Vai>




Aprile 2017:
Eredità, identità, vocazione: viaggio nei luoghi della Riforma di Lutero

Vai>




Marzo 2017:
Il centenario della Riforma come occasione di testimonianza

Vai>






Per informazioni
scrivete a: info@cerbi.it